Il Trattato sull’Unione Europea, conosciuto anche con il nome di Trattato di Maastricht, rappresenta una tappa fondamentale del lungo cammino di integrazione europea, segnando così il momento di passaggio dalla Comunità economica europea (CEE) all’Unione Europea (UE) così come noi oggi la conosciamo.
Firmato il 7 febbraio 1992 ed entrato in vigore il successivo 1 novembre 1993, il Trattato di Maastricht , sin dai suoi lavori preparatori, è stato salutato come il necessario processo di creazione di “un’unione sempre più stretta tra i popoli dell’Europa”.
Che cos’è il Trattato di Maastricht
Il Trattato di Maastricht prende il suo nome dall’omonima città dei Paesi Bassi presso cui i 12 Paesi membri dell’allora Comunità economica europea – ovvero Italia, Spagna, Francia, Portogallo, Paesi Bassi, Lussemburgo, Belgio, Germania, Danimarca, Grecia, Regno Unito e Irlanda – sancirono solennemente l’adozione di una politica comunitaria congiunta.
Il Trattato sull’Unione europea riorganizza i rapporti tra gli Stati membri e l’Unione, ma anche tra quest’ultima e il resto del mondo, per la prima volta l'obiettivo economico posto alla base della Comunità cede il passo all’affermazione della sua vocazione politica.
Vediamo come è fatto il TUE.
La struttura del Trattato sull’Unione europea
Il Trattato sull'Unione europea, noto anche con l’acronimo TUE, prevede:
- il Titolo I, in cui sono contenute le disposizioni comuni attraverso cui gli Stati membri si impegnano a perseguire con solidarietà il progresso economico e l’equilibrio sociale;
- il Titolo II, ovvero le modificazione apportate al trattato istitutivo della Comunità economica europa (CEE);
- i Titoli III e IV, cioè le innovazioni apportate invece ai trattati istitutivi della Comunità economica del carbone e dell’acciaio (CECA) e della Comunità europea dell’energia atomica (CEEA);
- il Titolo V introduce i nuovi obiettivi di politica estera e sicurezza comune;
- il Titolo VI dispone relativamente all’ampliamento delle competenze in ambito di giustizia e affari interni;
- il Titolo VII contiene le disposizioni finali.
Il principio di sussidiarietà è alla base del Trattato di Maastricht e mediante lo stesso viene riconosciuto il possibile intervento della Comunità europea in tutte quelle materie di non sua esclusiva pertinenza, soltanto nel momento in cui gli Stati membri non possano esercitare un’azione congiunta efficace.
Perché il Trattato di Maastricht è importante
Assieme al Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), il Trattato sull’Unione europea (TUE) rappresenta uno degli atti normativi fondamentali dell’UE poichè riconosce i valori, i diritti e le prospettive alla base del funzionamento democratico dell’Unione.
Vediamo quali sono gli obiettivi fondamentali del Trattato di Maastricht e perchè è così importante.
Il ruolo delle Istituzioni
Il Trattato di Maastricht rafforza le competenze riconosciute al Parlamento europeo, innanzitutto ampliando i settori entro cui possano essere esercitate le procedure di cooperazione e di parere conforme.
Inoltre, viene introdotta la procedura di codecisione (successivamente prenderà il nome di procedura legislativa ordinaria) attraverso cui il Consiglio dell’Unione europea e il Parlamento possono adottare gli atti presentato su proposta legislativa dalla Commissione UE. Il Parlamento europeo è anche rimesso all’investitura della Commissione.
Per quanto riguarda la Commissione europea, per uniformarsi alla durata del mandato del Parlamento, la sua vigenza in carica passa da 4 a 5 anni.
Il Trattato istituisce anche il Comitato delle regioni che, composto dai rappresentati degli enti regionali e riconosciuto per il suo carattere consultivo, afferma l’importanza della dimensione regionale dell’Unione europea.
Infine, i partiti politici europei vengono chiamati al processo di integrazione dei cittadini comunitari, attraverso l’adozione di programmi che possano contribuire alla coscienza europea e all’espressione politica dei suoi cittadini.
La moneta unica
L’avvento della moneta unica rappresenta il culmine del processo di instaurazione dell’Unione economica monetaria (UEM). La politica economica si compone di alcuni elementi imprescindibili.
Da un lato, i Paesi membri assicurano la convergenza e il coordinamento delle politiche economiche nazionali, attuando una sorveglianza reciproca sul rispetto di tale mercato unico. Tutti gli Stati, così facendo, sono rimessi al rispetto di una disciplina finanziaria e di bilancio comune.
Dall’altro, la politica monetaria di propone di istituire una moneta unica entro i confini dell’Unione europea: grazie a questa si intende tutelare l’economia di mercato e la stabilità dei prezzi.
La politica sociale e la cittadinanza europea
In allegato al Trattato di Maastricht viene apposto anche il cd. Protocollo sulla politica sociale, il quale diventa volano delle intenzioni europee per il settore sociale.
L’Unione europea si prefigge di:
- integrare le persone escluse dal mercato del lavoro; sviluppare le risorse umane al fine di garantire un incremento del livello occupazionale;
- migliorare le condizioni di vita e di lavoro;
- promuovere l’occupazione;t
- utelare la protezione sociale.
Tra le innovazioni presenti nel TUE, vi è anche il riconoscimento della cittadinanza europea: chiunque sia cittadino di uno Stato membro dell’UE, è anche cittadino europeo e in quanto tale destinatario dei diritti europei.
Ecco quali sono:
- il diritto di elettorato attivo e passivo, sia alle elezioni europee che a quelle comunali nello Stato di residenza;
- il diritto di sporgere denuncia al mediatore europeo;
- il diritto di petizione al Parlamento europeo;
- il diritto alla tutela da parte delle autorità diplomatiche degli altri Stati membri se in difficoltà nel territorio di un Paese extra-UE presso cui non sia presente il proprio Stato di cittadinanza;
- il diritto di libera circolazione e residenza.
I tre pilastri del Trattato di Maastricht
Le innovazioni più importanti apportate dal Trattato di Maastricht sono sicuramente i cd. tre pilastri, ovvero le nuove linee di azione e intervento della politica dell’Unione europea.
Stiamo parlando della Comunità europea, della politica estera e di sicurezza comune, infine della cooperazione di giustizia e affari interni. Cerchiamo di fare chiarezza.
La Comunità europea
Il primo pilastro istituito dal Trattato sull’Unione Europea è rappresentato dall’avvento della Comunità europea (CE) e rappresenta il momento fondamentale di evoluzione dalla pregressa Comunità economica europea (CEE).
Rientrano tra gli obiettivi perseguiti dalla Comunità europee:
- l’unione doganale;
- il mercato unico;
- la politica agricola comune;
- la comune della pesca;
- l’antitrust;
- l’unione economica e monetaria;
- la cittadinanza UE;
- le reti trans-europee;
- la tutela del consumatore;
- l’assistenza sanitaria;
- la ricerca scientifica;
- il diritto all’ambiente;
- il welfare state;
- l’asilo politico;
- gli accordi di Schengen;
- la politica dell’immigrazione.
Le politiche vengono proposte su iniziativa del Consiglio e del Parlamento UE, alla luce del rispetto del diritto comunitario condotto dalla Corte di Giustizia.
La politica estera e di sicurezza comune (PESC)
Il secondo pilastro è rappresentato dal perseguimento della politica estera e di sicurezza comune (detto anche PESC), ovvero l’adozione di politiche convergenti e frutto della cooperazione intergovernativa tra gli Stati membri, in tema di:
- diritti umani;
- aiuti umanitari;
- democrazia;
- Politica europea di sicurezza e difesa, i cui lavori preparatori ancora in corso auspicano il suo avvento come una forma di rafforzamento delle politiche UE in tema di prevenzione dei conflitti e gestioni delle crisi internazionali.
La PESC, di cui al Titolo V del TUE, prevede l’adozione di un processo decisionale fondato sul carattere intergovernativo e basato sul ricorso dell’unanimità. Le materie non sono oggetto della competenza giurisdizionale della Corte di Giustizia dell’UE.
Giustizia e affari interni (GAI)
Il terzo pilastro, concernente il lavoro congiunto di tutti gli Stati membri in tema di giustizia e affari interni, è anche noto come cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale.
La cooperazione si fonda sul principio di mutuo riconoscimento delle decisioni giudiziarie intraprese negli Stati membri, con particolare rilevanza rispetto ai temi di:
- traffico di droga;
- contrabbando di armi;
- terrorismo;
- traffico di esseri umani;
- organizzazione criminale;
- corruzione e truffa.
L’Unione Europea si prefigge, quindi, di elevare la tutela dei cittadini, assicurando loro uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia.
Le modifiche apportate al TUE
Nel corso del tempo, il Trattato di Maastricht è stato oggetto di modificazioni che ne hanno esteso la portata e ne hanno consolidato le misure.
Dapprima, ad opera del Trattato di Amsterdam del 1997, i poteri dell’UE sono stati incrementati e semplificati, delegando cioè alcune materie alla cooperazione di cui al secondo e al terzo pilastro. Tra le innovazioni vi è anche la cd. cooperazione rafforzata, ovvero una procedura attivata su richiesta proveniente nel minimo da 9 Paesi membri e riguardante l’adozione di una politica intergovernativa su una materia specifica.
In un secondo momento poi, dal Trattato di Nizza del 2001, attraverso il quale è stato semplificato il sistema giurisdizionale.
Infine, si ricordano le modificazioni apportate dal Trattato di Lisbona del 2007, con cui è stata messa la parola “fine” alla Comunità europea, ha ridimensionato le competenze comunitarie abolendo i tre pilastri.