Fare i conti con un tradimento del partner non è mai semplice, tanto per gli strascichi emotivi quanto per le ripercussioni legali che questo può avere.
Basti pensare al fatto che l’infedeltà coniugale è una tra le cause più frequenti da cui scaturiscono le richieste di separazione e divorzio con addebito, con il risultato per il fedifrago di dover di corrispondere il mantenimento al coniuge.
Secondo la legge, infatti, una volta contratto il matrimonio, i coniugi sono chiamati al rispetto di reciproci diritti e doveri, le cui violazioni devono essere provate in Tribunale.
Vediamo quindi come dimostrare un tradimento, quali prove sono ammesse e quali invece sono escluse.
Come provare in tribunale l’infedeltà coniugale
Per provare in tribunale l'infedeltà coniugale del marito oppure della moglie è necessario produrre tutti gli elementi utili sui quali il giudice possa basare la propria valutazione e quindi configurare il tradimento come il motivo esclusivo dal quale far discendere la pronuncia di addebito.
La fedeltà è un aspetto fondamentale del matrimonio, poichè in grado di assicurare la stabilità della relazione ma anche il benessere psicologico della coppia e non è raro sentir parlare del cd. dovere reciproco di fedeltà coniugale.
Per questo motivo il tradimento è a tutti gli effetti una grave violazione del vincolo matrimoniale che può arrivare a varcare le porte del Tribunale. Non basta infatti sapere dell’infedeltà del partner, ma è necessario provarlo nel processo.
Vediamo quindi che prove servono per dimostrare un tradimento.
Le testimonianze
La testimonianza è una tra le principali prove tipiche ammesse nel corso del processo civile, così come nel caso delle udienze di divorzio.
E’ importante ricordare che il testimone è chiamato a deporre esclusivamente sui fatti e le circostanze avvenute in sua presenza o di cui abbia avuto conoscenza diretta.
Il testimone non potrà, quindi, riferire per “sentito dire” e cioè riportando pettegolezzi o voci provenienti da terzi
Possono essere testimoni gli amici, i conoscenti, i familiari e anche l’amante stesso.
Ma i figli possono testimoniare il tradimento del coniuge? La risposta è sì, ma con alcune precisazioni fondamentali.
I figli minorenni non possono mai assumere l’ufficio di testimone, sebbene la legge dica che possono sempre essere sentiti nei giudizi che lo riguardano (come nel caso della separazione o dell’affidamento) proprio perché è nel suo interesse poter coltivare un rapporto sereno con entrambi i genitori.
Gli articoli 315 bis, 336 bis e 337 octies del Codice Civile dispongono il diritto del minore che abbia compiuto 12 anni, o anche di età inferiore e capace di discernimento, a essere ascoltato nei processi che possono influire sulla sua vita.
L’audizione è incompatibile con la testimonianza e intende perseguire uno scopo diverso.
Diverso discorso invece nel caso di figli maggiorenni che, in quanto tali, hanno la piena capacità di testimoniare e quindi possono intervenire nel giudizio.
Sms, email e chat
Gli SMS, lo scambio di e-mail, ma anche chat e audio WhatsApp o Telegram e addirittura botta e risposta sulle app di incontri (come Tinder e altri) possono entrare nel processo finché la controparte non ne disconosca la veridicità.
Secondo la Corte di Cassazione, sentenza n. 9348/2018 anche il tradimento in rete configura una violazione del dovere di fedeltà e ciò vale anche nel caso in cui il tradimento non venga consumato e resti solo platonico, purchè appunto il coniuge fedifrago manifesti la volontà di avere un'altra relazione (Cass sent. 8929/2013).
I messaggi scambiati tra la moglie o il marito infedele e l’amante non sono espressamente previsti dalla legge come prova, ma sono ricompresi in via interpretativa come prove atipiche. e che quindi possono contribuire a formare il convincimento del Giudice.
Perchè SMS, email e chat vengano valutati nel processo occorre che siano riprodotti con una fotografia stampata, con uno screenshot oppure con una trascrizione e questo perché l’originale è presente solo sul dispositivo.
Lo screenshot anche di chat privata non viola il diritto alla riservatezza (così come regolato dal GDPR) e può essere utilizzato come prova, dal momento che rappresenta la copia di un documento scritto e quindi disciplinato dall’art. 2719 c.c.
Fotografie e investigatori privati
Nelle cause di separazione è molto frequente che il coniuge tradito ricorra alla consulenza di investigatori privati.
La relazione investigativa è una prova atipica che può essere impiegata e valutata liberamente dal Giudice ai fini dell’accertamento della violazione dell’obbligo di fedeltà, a ribadirlo è la Corte di Cassazione, sezione 1, con ordinanza n. 4038 del 14 febbraio 2024.
La confessione del traditore
Ottenere una “confessione” da parte del coniuge fedifrago non è facile, dal momento che spesso chi intende consumare un tradimento si guarda bene dal venire allo scoperto.
Tuttavia, l’ammissione del rapporto extraconiugale non è impossibile da ottenere ma non è sufficiente a giungere alla pronuncia di addebito se non è resa nel corso del procedimento e non accompagnata da altre prove.
Il marito (oppure la moglie) che ammetta di aver tradito e quindi di aver violato i doveri coniugali non può essere paragonato a una vera e propria confessione che, da un punto di vista strettamente legale, attiene solo ai diritti indisponibili.
Secondo la Corte di Cassazione, sentenza del 4 aprile 2014, n. 7998, l’ammissione di colpa di uno dei coniugi non è una prova in sé, ma può essere valutata dal Giudice assieme alle altre prove.
Quali prove del tradimento non sono ammesse nel processo
Vediamo adesso quali prove ed elementi non possono essere utilizzati nel processo di separazione per dimostrare il tradimento del coniuge.
In Tribunale non sono ammesse tutte quelle prove del tradimento ottenute violando la privacy e interferendo illecitamente nella vita del partner o dell’amante.
Non è quindi possibile spiare con una telecamera nascosta in casa per sorprendere il fedifrago (neppure se si venga a propria volta ripresi).
Lasciare un registratore nell’ufficio del coniuge per poter origliare le conversazioni, non può essere ammesso nel processo.
Le conseguenze legali del tradimento
Il tradimento nel corso del matrimonio può avere conseguenze nella sfera giudico-patrimoniale della coppia, con la conseguenza di giungere alla separazione o divorzio con addebito.
In questo caso, in sostanza, il partner traditore avrà la responsabilità di corrispondere il mantenimento all’altro coniuge ma solo se l’infedeltà sia il motivo specifico della rottura di coppia.
Nel corso del processo sarà necessario dimostrare un vero e proprio nesso causale tra la fine del matrimonio e il tradimento, dando prova del fatto che sia stata l’infedeltà a ad aver interrotto il legame tra i coniuge.
La fine del matrimonio non deve quindi essere la conseguenza di una preesistente crisi irrimediabilmente già in atto e solo aggravata dal tradimento, ma deve essere a tutti gli effetti causata da un rapporto extraconiugale e che possa aver generato anche l’abbandono del tetto coniugale.