Con l’espressione “tampon tax” si fa riferimento all'IVA su assorbenti e tamponi femminili, che, secondo quanto indicato nella bozza di legge di bilancio, passa dal 5% al 10%.
Alla tabella A allegata al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, sono apportate le seguenti modificazioni.
Tra i prodotti sottoposti all’IVA del 10% sono inseriti:
“prodotti assorbenti e tamponi destinati alla protezione dell'igiene femminile; coppette mestruali”.
L’Iva al 10%, inoltre, andrà a colpire prodotti per l’infanzia, fino a ora soggetti all’IVA del 5%, ovvero:
“latte in polvere o liquido per l'alimentazione dei lattanti o dei bambini nella prima infanzia, condizionato per la vendita al minuto; estratti di malto; preparazioni per l'alimentazione dei fanciulli, per usi dietetici o di cucina, a base di farine, semolini, amidi, fecole o estratti di malto, anche addizionate di cacao in misura inferiore al 50 per cento in peso”.
Cos’è l’IVA
Con l’espressione “IVA” si indica “l’imposta sul valore aggiunto”.
Tutti noi paghiamo l’IVA quando acquistiamo un bene oppure quando usufruiamo di un servizio. L’IVA, dunque, serve a rimpinguare le casse dello Stato: si tratta, cioè, di denaro che serve a sostenere il costo della spesa pubblica.
L’IVA è un’imposta indiretta, è cioè un’imposta che va a colpire i consumi e non la capacità reddituale del singolo.
Per questo motivo, le imposte indirette vanno distinte dalle imposte dirette che colpiscono la ricchezza dell’individuo in quanto gravano sui redditi e sulle proprietà.
L’IVA, inoltre, non è un’imposta progressiva, poiché non si applica in relazione alla fascia di reddito del singolo individuo, ma si applica allo stesso modo a tutti.
Se, dunque, su un prodotto graverà l’IVA al 22%, allora quel 22% sarà uguale per tutti, a prescindere dalla capacità reddituale di ciascuno.
Con riguardo all’IVA, si fa riferimento al “valore aggiunto”, poiché ciò che paghiamo è l’aumento di valore del bene che si verifica nelle varie fasi del ciclo di produzione.
L’IVA grava sul consumatore finale.
Il fornitore, quando acquista un bene o un servizio, paga l'IVA. Tuttavia, quando lo rivende, addebita l'IVA al cliente.
Il consumatore finale è, dunque, l’unico soggetto che è tenuto a pagare l’IVA.
Le aliquote IVA
L'ammontare dell’IVA dipende dal prezzo del bene e dall'aliquota.
L’aliquota ordinaria è fissata al 22% mentre, avuto riguardo a determinati prodotti, l’aliquota è ridotta al 10%, al 5% e al 4%:
Le aliquote ridotte sono contenute nella tabella A del Decreto del Presidente della Repubblica del 26/10/1972 n. 633:
- L’IVA è al 4%, per esempio, per alcuni prodotti alimentari e alcune bevande.
- L’IVA è al 5%, per esempio, per alcuni alimenti e, fino a oggi, per assorbenti e prodotti alimentari per lattanti (con la bozza della legge di bilancio l'IVA sale al 10%).
- L’IVA è al 10%, per esempio, per la fornitura di energia elettrica e del gas per usi domestici e per le medicine (con la bozza della legge di bilancio l'IVA è al 10% anche per assorbenti e latte in polvere).
L’aliquota su assorbenti femminili e latte in polvere
Fino a ora, dunque, gli assorbenti e i tamponi destinati alla protezione dell'igiene femminile e le coppette mestruali sono stati soggetti all’imposta del 5%.
Lo stesso vale per il latte in polvere e per le preparazioni per gli alimenti per i fanciulli.
Cosa cambia con la bozza della legge di bilancio per assorbenti e alimenti per lattanti
Il passaggio da un’aliquota del 5% a un’aliquota del 10% determinerà, come si può dedurre, un aumento dei prezzi per i consumatori che vorranno acquistare assorbenti oppure alimenti per lattanti.
Come visto in precedenza, infatti, l’IVA è un’imposta che grava sul consumatore finale: saranno i consumatori, dunque, ad avvertire il peso di questo aumento.