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15 Ottobre 2024
15:00

Taglio cuneo fiscale contributivo in busta paga: come potrebbero cambiare importi e requisiti nel 2025

Il taglio del cuneo fiscale in busta paga potrebbe diventare strutturale dal 2025 ma anche cambiare volto a seconda delle fasce di reddito e diventare per alcuni uno sconto sui contributi, per altri uno sconto sulle tasse, annullandosi per chi ha redditi abbastanza alti.

Taglio cuneo fiscale contributivo in busta paga: come potrebbero cambiare importi e requisiti nel 2025
Esperta in Diritto Tributario
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Possibile restyling del taglio al cuneo fiscale-contributivo in busta paga dal 2025.  Oggi lo sgravio contributivo per le buste paga è del 7% nel caso di reddito non superiore a 1.923 euro lordi, al 6% per la busta paga tra  1.923 e 2.692 euro.

Dal prossimo anno il taglio potrebbe diventare sì strutturale ma anche cambiare volto e diventare un po' sconto contributivo e un po' detrazione Irpef. In particolare per i redditi fino a 20mila euro, il taglio al cuneo rimarrebbero invariato, mentre per i redditi da 20mila a 35mila euro si concretizzerebbe un risparmio sulle tasse fino ad un decalage che annullerebbe l'agevolazione per i redditi sopra i 40mila euro.

Cominciano a prendere forma le ipotesi di modifiche da inserire nella prossima legge di bilancio allo studio del governo. E tra i vari capitoli che potrebbero veder la luce abbiamo quello riguardante il taglio del cuneo fiscale che, secondo le indiscrezioni, cambierà.

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti difatti ha confermato più volte che il taglio del cuneo fiscale verrà rinnovato anche nella prossima legge di Bilancio e anzi, l’intento è di renderlo strutturale ma cambiandone i connotati.

Vediamo nel dettaglio cos’è il taglio al cuneo fiscale come lo conosciamo oggi e le ipotesi di riforma allo studio.

Cuneo fiscale-contributivo: cos'è in parole semplici

Si parla di cuneo fiscale-contributivo per indicare la somma delle imposte (dirette, indirette e contribuiti previdenziali). Si tratta in sostanza della differenza tra il costo del lavoro sostenuto dall'impresa e la retribuzione netta che resta a disposizione del lavoratore. È costituito dalle imposte e dai contributi commisurati alla retribuzione, che sono pagati dal datore di lavoro e dal lavoratore.

È quindi formato da un insieme di componenti che gravano su soggetti diversi.

Taglio cuneo fiscale in busta paga 2024: cosa vuol dire e come funziona

Nel 2024 ben 10 miliardi di euro son stati destinati al taglio del cuneo fiscale-contributivo, ossia una riduzione del 7% dei contributi previdenziali per i redditi fino a 25 mila euro, del 6% per i redditi fino a 35 mila euro.

Si parla nel gergo comune di taglio al cuneo fiscale in busta paga 2024 ma è un esonero contributivo in busta paga, non un vero e proprio bonus ma uno sconto sui contributi da versare, a parità di contribuzione previdenziale datoriale e di pensione futura percepita dal lavoratore.

Ai lavoratori dipendenti con un reddito imponibile fiscale fino a 2.692 euro spetta un esonero contributivo nell'anno 2024, una riduzione dei contributi da pagare che, al netto della maggiore tassazione Irpef da pagare, comporta, come vedremo, un aumento del netto in tasca dei lavoratori interessati.

La durata dell’esonero, come indicato dalla legge di bilancio 2024, è in riferimento all’applicazione della riduzione contributiva in trattazione ai periodi di paga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2024.

Taglio cuneo fiscale: come potrebbe cambiare nel 2025

L’intento del governo è quindi confermare il taglio al cuneo fiscale anche nel 2025, rendendo tale misura strutturale ma cambiando pelle.

Il restyling del taglio del cuneo fiscale in busta paga potrebbe consistere in una combinazione tra uno sconto contributivo e un aumento delle detrazioni IRPEF per i lavoratori dipendenti.

Per capire come funziona il taglio al cuneo fiscale in busta paga nel 2024 si fanno tre diverse ipotesi:

  • Redditi fino a 20.000 euro: il taglio del cuneo fiscale resterebbe invariato per questa fascia, con un beneficio sostanziale derivante dalla riduzione dei contributi previdenziali. In questo modo, i lavoratori con redditi bassi continuerebbero a beneficiare di un incremento netto della retribuzione.
  • Redditi tra 20.000 e 35.000 euro: per questa fascia di reddito, l'idea è di recuperare parte del taglio attraverso un aumento delle detrazioni da lavoro dipendente. Ciò significa che l'agevolazione si concretizzerebbe sotto forma di una riduzione dell'IRPEF, quindi attraverso un risparmio sulle tasse
  • Estensione fino a 40.000 euro: il beneficio potrebbe essere parzialmente esteso anche a coloro con redditi fino a 40.000 euro, ma con una riduzione progressiva dell'agevolazione tra i 35.000 e i 40.000 euro di RAL, applicando una sorta di decalage. Al di sopra di questa soglia, l'agevolazione si annullerebbe.

Come cambia lo stipendio netto dei lavoratori

Se dovessero essere confermate le indiscrezioni, lo sgravio contributivo per i redditi fino a 20mila euro sarebbe come quello attuale con la conseguenza che sullo stipendio netto, i lavoratori dovrebbero continuare a trovarsi gli stessi aumenti già riconosciuti quest’anno.

Di quanto importo parliamo? Vediamo di quanto è l'aumento che si riceve in busta paga con e senza lo sgravio contributivo.

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Per ora si tratta solo di ipotesi e per capire quando e come verranno introdotte non resta che seguire i lavori della legge di bilancio 2025.

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