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7 Giugno 2024
15:00

Silenzio elettorale: cos’è, come funziona e cosa si rischia a non rispettarlo

Lo scopo del silenzio elettorale è di dare tempo ai cittadini di riflettere sulla propria preferenza di voto, senza essere influenzati da messaggi, pubblicità o dichiarazioni dei candidati o dei vari partiti politici.

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Silenzio elettorale: cos’è, come funziona e cosa si rischia a non rispettarlo
Dottoressa in Giurisprudenza
Silenzio elettorale: cos'è, come funziona e cosa si rischia a non rispettarlo
Ricostruzione generata con intelligenza artificiale

Il silenzio elettorale è quel periodo di tempo che precede il momento di inizio delle elezioni e durante il quale è fatto divieto per qualsiasi forma di propaganda o attività elettorale.

Lo scopo del silenzio elettorale è di dare tempo ai cittadini di riflettere sulla propria preferenza di voto, senza essere influenzati da messaggi, pubblicità o dichiarazioni dei candidati o dei vari partiti politici.

In occasione delle elezioni europee (6-9 giugno), i seggi italiani saranno aperti sabato 8 dalle ore 15:00 alle ore 23:00 e domenica 9 dalle ore 9:00 alle ore 23:00.

La Circolare n. 48/2024 del Ministero dell’Interno ha fissato il silenzio elettorale a partire dalla mezzanotte di venerdì 7 giugno, considerando giorno della votazione quello della domenica.

Cosa prevede e a cosa serve il silenzio elettorale

L’art. 9 della Legge 4 aprile 1956, n. 212, recante “Norme per la disciplina della propaganda elettorale stabilisce le regole del silenzio elettorale e imponendo il divieto diffondere materiale elettorale, fare comizi, manifestazioni e qualsiasi altra attività di campagna elettorale a meno di 200 metri dai seggi.

Allo stesso modo, però, vigono precise disposizioni anche per la radio e la televisione: infatti, è proibita l’attività di propaganda sulle emittenti televisive e radiofoniche, sia pubbliche (come la RAI) sia private.

Questo significa che i mezzi di comunicazione non possono trasmettere messaggi pubblicitari, dibattiti, sondaggi o qualsiasi contenuto relativo alla campagna elettorale.

Il rispetto del silenzio elettorale passa anche per il divieto di costituire riunioni dirette o indirette, così come l’affissione di manifesti oppure di stampati in genere.

Tale divieto entra in vigore a partire dalle 24 ore precedenti all’apertura ufficiale dei seggi e si estende ai giorni destinati alle votazioni.

Il silenzio elettorale vale anche sui social?

Vi è un vero e proprio vuoto normativo sul punto, la propaganda elettorale oggigiorno si avvale anche di nuove forme di comunicazione.

In particolare attraverso i social network, siti web dedicati, email e altro che non sono ancora state regolamentate dalla legge.

Il silenzio elettorale è uno strumento legale che mira a proteggere l'integrità delle elezioni, offrendo agli elettori un periodo libero da pressioni e propaganda per prendere una decisione informata.

Quando inizia il silenzio elettorale

Di prassi, il silenzio elettorale entra in vigore a partire dalle 24 ore precedenti all’apertura ufficiale dei seggi e si estende ai giorni successivi destinati alle votazioni.

Nel caso delle elezioni europee, il Ministero dell’Interno ha pubblicato la Circolare n. 48/2024 disponendo l’inizio il silenzio elettorale dalle ore 24:00 di venerdì 7 giugno.

Quindi, da sabato 8 a domenica 9 giugno 2024 sono vietati i comizi e ogni altra forma di propaganda elettorale.

Si considera giorno della votazione quello della domenica, vedendo invece il sabato come un anticipo dell’apertura delle urne.

Cosa succede se non si rispetta il silenzio elettorale e chi controlla

Chi viola il silenzio elettorale rischia una sanzione amministrativa. La Legge 212/1956 impone una pena pecuniaria che va da 103 euro fino a 1.032 euro.

L’attività di controllo sul rispetto del silenzio elettorale è riservata Direzione centrale dei servizi elettorali gestita dal Ministero dell’Interno.

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Virginia Sacco
Dottoressa in Giurisprudenza
Dopo la laurea presso l'Università degli Studi di Napoli - Federico II, ho seguito le mie passioni specializzandomi prima in Sicurezza economica, Geopolitica e Intelligence presso SIOI - UN ITALY e, successivamente, in Diritto dell'Unione Europea presso il mio ateneo di origine. Ho concluso la pratica forese in ambito penale, occupandomi di reati finanziari e doganali. Nel corso degli anni ho preso parte attivamente a eventi, attività e progetti a livello europeo e internazionale, approfondendo i temi della cooperazione giudiziaria e del diritto penale internazionale. Ho scritto di cybersicurezza, minacce informatiche e sicurezza internazionale per "Agenda Digitale" e "Cyber Security 360". Su Lexplain scrivo di diritto con parole semplici e accessibili.
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