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12 Giugno 2024
9:00

Si può usare la carta di credito di un’altra persona?

Utilizzare la carta di credito, di debito, prepagata oppure il bancomat di un’altra persona è un reato e chi lo fa rischia la reclusione da 1 a 5 anni e una multa da 310 euro a 1.550 euro.

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Si può usare la carta di credito di un’altra persona?
Dottoressa in Giurisprudenza
Si può usare la carta di credito di un'altra persona?

Utilizzare la carta di credito, di debito, prepagata oppure il bancomat di un’altra persona è un reato e chi lo fa rischia la reclusione da 1 a 5 anni e una multa da 310 euro a 1.550 euro.

La carta di credito è lo strumento di pagamento elettronico di cui possono disporre i maggiorenni titolari di un conto corrente postale o bancario (anche cointestati) per fare acquisti nei negozi, ordini online oppure prelevare contanti agli sportelli.

Per questo motivo la carta può essere utilizzata esclusivamente dall’intestatario a cui, contrattualmente, l’istituto emittente conferisce il documento.

Utilizzare la carta di credito di altri è reato?

Sì, utilizzare la carta di credito di un’altra persona è un reato punito severamente all’art. 493 ter c.p., ovvero “Indebito utilizzo e falsificazione di strumenti di pagamento diversi dai contanti”.

La norma sanziona chiunque, al fine di trarne profitto per sè oppure per altri, utilizza indebitamente, non essendone titolare, la carta di credito o di pagamento, ovvero qualsiasi altro tipo di documento analogo che abiliti al prelievo di denaro o all’acquisto di beni o di servizi, con la reclusione da 1 a 5 anni e con la multa da 310 a 1.550 euro.

Il legislatore intende tutelare l’interesse pubblico a che il sistema di pagamento sia sempre utilizzato in modo corretto.

L’uso indebito della carta si realizza anche attraverso la sola disponibilità del codice PIN e del CVV/CVC, poiché non è necessario possedere materialmente la carta.

Quindi, chi usa la carta di pagamento di un’altra persona per fare compere in un negozio o ordinanza da un e-commerce commette un illecito penale.

Lo stesso discorso vale anche nel caso in cui ci si rechi allo sportello ATM per prelevare contanti con la modalità “senza carta” e utilizzando soltanto i codici di sicurezza (o altre credenziali equivalenti) della carta altrui.

Cosa si rischia a usare la carta di credito di un'altra persona

In base all’art. 493 ter c.p., chi usa la carta di pagamento o il bancomat di un’altra persona, non essendone il titolare, rischia la reclusione in carcere da un minimo di 1 anno a un massimo di 5 anni e il pagamento di una multa che va da da 310 a 1.550 euro.

Oltre a ciò, l’autore del reato sarà tenuto al risarcimento dei danni cagionati alla vittima, titolare della carta, per l’utilizzo fraudolento commesso.

Si può usare la carta di un genitore?

Spesso ci si domanda “posso usare la carta di credito di mio padre?” oppure “posso usare la carta prepagata di mia madre?”.

Infatti, può capitare che i genitori (magari anziani) chiedano ai figli di recarsi alla Posta oppure allo sportello bancario per prelevare dei contanti e per questo motivo affidano la propria carta.

Si tratta di utilizzo autorizzato della carta di pagamento a un’operazione delegata e per questo motivo non costituisce alcun illecito.

Come funziona la delega utilizzo carta di credito

Il consenso del titolare della carta non basta a legittimarne l’utilizzo da parte di terzi, sul punto la giurisprudenza è consolidata.

Per scongiurare eventuali condotte abusive, è possibile recarsi all’istituto di credito e nominare un delegato cui conferire un’apposita procura a operare in propria rappresentanza per l’uso della carta e del relativo conto associato.

Nel caso in cui il conto corrente fosse cointestato, sarà necessario il consenso di entrambi i titolati al delegato scelto.

Per delegare qualcuno all’utilizzo della carta di credito occorre recarsi in banca con la persona in questione, portando con sè il documento di identità, il codice fiscale e ogni altro documento utile.

Successivamente verrà predisposto l’atto di autorizzazione, ovvero la delega, che – una volta firmato – indicherà anche i limiti entro cui il delegato potrà compiere le operazioni.

Uso improprio della carta di credito con autorizzazione

Diverso invece è il caso in cui, oltre all’operazione delegata, chi utilizza la carta consegnatagli dal titolare compia indebitamente altre operazioni in suo favore.

Ecco un esempio: Tizio autorizza Caio all’utilizzo della propria carta di credito e chiede all’amico di recarsi all’ATM più vicino per prelevare 250 euro in contanti, consegnandogli anche i codici di sicurezza necessari.

Giunto allo sportello, Caio preleva la somma indicata da Tizio ma, contestualmente, esegue un bonifico istantaneo diretto al proprio conto personale e della cifra di 400 euro.

Effettuare transazioni e operazioni non autorizzate dal titolare integra il reato di cui all’art. 493 ter c.p.

La denuncia per uso improprio della carta di credito

Se si sospetta un uso fraudolento della propria carta di credito, è importante segnalarlo immediatamente alle autorità competenti e alla propria banca, provvedendo anche a bloccare la carta o il bancomat.

L’intestatario della carta di credito o di debito dovrà denunciare le transazioni e gli addebbiti non autorizzati recandosi presso uffici della Polizia Giudiziaria, i Carabinieri oppure presso la Procura della Repubblica.

Per denunciare l’uso improprio della carta sarà necessario portare con sè la carta di identità, i numeri identificativi della carta e l’ultimo estratto conto aggiornato da cui sia possibile evincere le transazioni fraudolente.

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Virginia Sacco
Dottoressa in Giurisprudenza
Dopo la laurea presso l'Università degli Studi di Napoli - Federico II, ho seguito le mie passioni specializzandomi prima in Sicurezza economica, Geopolitica e Intelligence presso SIOI - UN ITALY e, successivamente, in Diritto dell'Unione Europea presso il mio ateneo di origine. Ho concluso la pratica forese in ambito penale, occupandomi di reati finanziari e doganali. Nel corso degli anni ho preso parte attivamente a eventi, attività e progetti a livello europeo e internazionale, approfondendo i temi della cooperazione giudiziaria e del diritto penale internazionale. Ho scritto di cybersicurezza, minacce informatiche e sicurezza internazionale per "Agenda Digitale" e "Cyber Security 360". Su Lexplain scrivo di diritto con parole semplici e accessibili.
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