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12 Giugno 2024
13:00

Si può controllare il Telepass aziendale del dipendente?

No, il dispositivo Telepass installato sull’auto aziendale in uso al dipendente per ragioni del suo lavoro non può essere controllato dal datore di lavoro che intenda supervisionare gli spostamenti del lavoratore.

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Si può controllare il Telepass aziendale del dipendente?
Dottoressa in Giurisprudenza
Si può controllare il Telepass aziendale del dipendente?

No, il dispositivo Telepass installato sull’auto aziendale in uso al dipendente per ragioni del suo lavoro non può essere controllato dal datore di lavoro che intenda supervisionare gli spostamenti del lavoratore.

Il datore di lavoro è chiamato al rispetto del dovere di adeguata informazione preventiva al dipendente degli strumenti utilizzati per i controlli prevista dall’articolo 4, comma 3, dello Statuto dei lavoratori.

Sul punto è intervenuta recentemente la Corte di Cassazione.

Il fatto

Il dipendente Tizio, con mansioni di tecnico trasfertista, veniva licenziato dal datore di lavoro che registrava alcuni ritardi e mancanze nella sua prestazione.

La verifica veniva condotta acquisendo i dati di geolocalizzazione del computer in dotazione e del dispositivo di telepedaggio (Telepass) presente sulla vettura aziendale.

Nel particolare,  i dati del transito autostradale non venivano forniti direttamente alla società del datore di lavoro dal dispositivo Telepass installato sull’autovettura ma venivano ricavati dal documento cartaceo allegato alla fattura mensile, che riportava il dettaglio dei consumi dei singoli apparati.

Avverso il licenziamento irrogato per motivi disciplinari, il dipendente otteneva l’annullamento della decisione da parte della Corte d’Appello che ne accoglieva il ricorso.

Avverso la sentenza di secondo grado, il datore proponeva ricorso per cassazione sollevando, tra le argomentazione, come la normativa sulla privacy, non contiene alcun riferimento al telepass sistemato sull’autovettura in dotazione al dipendente, perché nessuna disposizione normativa, tantomeno quelle poste a tutela dei dati personali degli interessati, impone all’azienda di fornire al dipendente chiarimenti sui dispositivi che hanno la finalità di effettuare i pagamenti necessari per l’espletamento della prestazione lavorativa, trattandosi di metodo alternativo al rimborso spese a piè di lista che agevola il dipendente, evitando che debba anticipare le somme necessarie a tale scopo.

La decisione

La Corte di Cassazione, sezione lavoro, ordinanza 3 giugno 2024, n. 15391 ha escluso che il controllo a distanza compiuto sull’attività del dipendente che abbia a oggetto i dati di transito stradale registrati dal Telepass possa essere ritenuto un “controllo difensivo in senso stretto che non richiedono una previa e adeguata informativa, in quanto trovano giustificazione nella presenza di un fondato sospetto circa la commissione di un illecito al cui sorgere sono subordinati”.

Innanzitutto, sostiene la Corte, dal caso specifico non emergono circostanze specifiche che possano aver giustificato il datore ad attivare controlli tecnologici e non emerge in alcun modo che la società avesse fornito informazioni specifiche, ovvero allegando e chiedendo di provare le circostanze che avessero portato all’attivazione dei controlli.

Conclude la Corte, lo strumento del Telepass sì rientra negli effetti di cui all’art. 4 comma 2 dello Statuto dei lavoratori, ma del suo utilizzo ai fini di supervisione è necessario dare al dipendente adeguata informazione delle modalità d’uso degli strumenti e di effettuazione dei controlli, oltre che nel rispetto di quanto disposto dal decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196.

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Virginia Sacco
Dottoressa in Giurisprudenza
Dopo la laurea presso l'Università degli Studi di Napoli - Federico II, ho seguito le mie passioni specializzandomi prima in Sicurezza economica, Geopolitica e Intelligence presso SIOI - UN ITALY e, successivamente, in Diritto dell'Unione Europea presso il mio ateneo di origine. Ho concluso la pratica forese in ambito penale, occupandomi di reati finanziari e doganali. Nel corso degli anni ho preso parte attivamente a eventi, attività e progetti a livello europeo e internazionale, approfondendo i temi della cooperazione giudiziaria e del diritto penale internazionale. Ho scritto di cybersicurezza, minacce informatiche e sicurezza internazionale per "Agenda Digitale" e "Cyber Security 360". Su Lexplain scrivo di diritto con parole semplici e accessibili.
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