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29 Ottobre 2024
15:00

È possibile staccarsi dal riscaldamento centralizzato in condominio?

Staccarsi all’impianto centralizzato di riscaldamento è possibile. Per farlo non è necessario il consenso dell'assemblea di condominio ma, prima di rinunciare, serve la perizia di un termo tecnico. Ecco tutto quello che conviene sapere.

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È possibile staccarsi dal riscaldamento centralizzato in condominio?
Dottoressa in Giurisprudenza
Riscaldamento centralizzato in condominio: per staccarsi serve una perizia

È possibile staccarsi dal riscaldamento centralizzato in condominio? Sì, ma per farlo è necessaria una perizia tecnica.

L’impianto di riscaldamento centralizzato è una proprietà comune destinata all’uso di tutti i condomini (art. 1117, co. 3, c.c.). Questo significa che ogni condomino ha diritto a ricevere la distribuzione di calore in maniera omogenea grazie alla trasmissione del sistema centralizzato e, allo stesso modo, è obbligato a corrispondere il pagamento delle spese di riscaldamento suddivise secondo i millesimi.

Scegliere di staccarsi dal sistema centralizzato di riscaldamento è legittimo e la decisione può essere influenzata da diversi motivi: magari magari la bolletta condominiale è diventata troppo cara oppure si sta in casa talmente poco che sarebbe preferibile regolare il riscaldamento in maniera autonoma.

Per farlo serve, però, la perizia di un termotecnico che attesti che il distacco non arreca uno squilibrio nel funzionamento dell’impianto e non aggrava le spese per gli altri condomini.

Vediamo tutti i passaggi utili per staccarsi dal riscaldamento centralizzato condominiale.

Quando è possibile staccarsi dal riscaldamento centralizzato?

Cosa comporta staccarsi dal riscaldamento condominiale

Il riscaldamento condominiale è un sistema centralizzato di climatizzazione che svolge la funzione di riscaldamento o di condizionamento in tutto l’edificio condominiale. Questo perchè, ai sensi dell’art. 1117, co. 3, c.c., il riscaldamento centralizzato è una proprietà comune.

L’obiettivo è quello di assicurare a tutte le unità abitative una distribuzione omogenea del calore, servendosi di una caldaia o di una pompa di calore. La diffusione del calore avviene grazie a una rete di tubazioni e radiatori in ciascun appartamento.

Il sistema di riscaldamento è decisamente più diffuso e sostenibile economicamente rispetto a quello di condizionamento, che risulta essere la scelta meno frequente nei condomini.

Affidarsi al riscaldamento centralizzato significa incrementare l’efficienza energetica di tutto il complesso condominiale e permettendo di suddividere le spese tra i condomini, calcolandole in base alle tabelle millesimali.

Riscaldamento centralizzato in condominio: per staccarsi serve una perizia

Rinunciare all’impianto centralizzato di riscaldamento (ma anche di condizionamento) è possibile, lo dice l’articolo 1118, comma 3, del codice civile.

“Il condomino può rinunciare all'utilizzo dell'impianto centralizzato di riscaldamento o di condizionamento, se dal suo distacco non derivano notevoli squilibri di funzionamento o aggravi di spesa per gli altri condomini. In tal caso il rinunziante resta tenuto a concorrere al pagamento delle sole spese per la manutenzione straordinaria dell'impianto e per la sua conservazione e messa a norma”.

Distaccarsi dal sistema centralizzato è un diritto di ciascun condomino ma prima di farlo è necessario compiere delle opportune valutazioni, ovvero:

  • dal distacco non devono derivare notevoli squilibri al funzionamento;
  • la spesa per gli altri condomini non deve risultare aggravata.

Il sistema centralizzato di riscaldamento nel condominio è un servizio comune poichè se ne serve tutta la comunità condominiale ma rinunciarvi – o meglio, scegliere unilateralmente di distaccarsi – non vuol dire rinunciare alla propria quota di proprietà sullo stesso.

Non si tratta di un’iniziativa irreversibile, il condomino (oppure l’affittuario, per esempio) potrà sempre scegliere di essere riattaccato al riscaldamento centralizzato in un secondo momento.

Staccarsi dal riscaldamento centralizzato: le spese da pagare in condominio

Le spese per staccarsi dal riscaldamento centralizzato: quanto costa?

Il condomino può legittimamente rinunciare all’uso del riscaldamento centralizzato, scegliendo così di distaccare l’unità immobiliare dalla diramazione che permette la distribuzione del calore.

Il singolo condomino però è comunque obbligato al pagamento di alcune spese condominiali.

Ex art. 1118, co. 4, c.c. il condominio che rinuncia all’impianto centralizzato è tenuto a concorrere soltanto al pagamento di queste spese:

  • la manutenzione straordinaria dell'impianto;
  • le spese di conservazione e messa a norma.

Questo perché le spese di esercizio restano a carico dei condomini che effettivamente usufruiscono del riscaldamento centralizzato, le le spese di manutenzione e conservazione sono a carico di tutti in base ai millesimi.

Staccarsi dal riscaldamento centralizzato comporta alcune spese da considerare, che possono variare in base alla normativa locale e alle caratteristiche dell’impianto.

I costi principali riguardano i lavori tecnici per l'impianto autonomo e che possono oscillare tra 1.000 e 5.000 euro. A questi vanno poi aggiunti gli oneri comuni condominiali e il compenso professionale per la perizia del termotecnico.

Quando è possibile staccarsi dal riscaldamento centralizzato?

Quando è possibile staccarsi dal riscaldamento centralizzato?

Rinunciare all’impianto centralizzato nel condominio è una scelta personalissima e legittima (si pensi al fatto che la bolletta condominiale è diventata troppo cara oppure si preferisce regolare il riscaldamento in maniera autonoma).

Prima di farlo però è necessario rispettare quanto previsto all’articolo 1118 c.c.

Il condominio che decide di distaccarsi deve infatti assicurarsi che:

  • non derivino aggravi delle spese per gli altri condomini;
  • non devono discendere squilibri e malfunzionamenti al sistema centralizzato.

Ovviamente, per squilibrio termico non deve intendersi quello relativo alla differente temperatura nell’appartamento distaccato e chiaramente diminuita per effetto del distacco.

Prima di staccarsi è necessario ottenere il consenso dell’assemblea condominiale?

No, non è necessario passare per l’assemblea condominiale. Gli altri condomini, infatti, non hanno il potere di approvare o negare l’eventuale distacco dal sistema centralizzato di uno tra loro.

Quindi, non è influente né necessario richiedere il previo consenso dell'assemblea di condominio per rinunciare al riscaldamento centralizzato.

Attenzione però perchè questo non vuol dire che staccarsi dal riscaldamento centralizzato non possa incontrare degli ostacoli: potrebbe magari essere vietato dal regolamento edilizio del proprio Comune o della Regione, o magari negato all’interno del regolamento di condominio.

Riscaldamento centralizzato in condominio: per staccarsi serve una perizia

La perizia tecnica

Il condomino può distaccarsi dall’impianto termico centralizzato, a prescindere dall’approvazione dell’assemblea, purchè dimostri che sia legittimo.

Infatti, come visto, il condomino che sceglie di rinunciare al riscaldamento centralizzato deve produrre una perizia di un termotecnico che confermi:

  • l’assenza di notevoli squilibri per l’impianto centralizzato;
  • l’assenza di aggravi di spesa per gli altri abitanti del condominio.

Esclusivamente nel caso in cui non vi fossero incrementi di spese per i condomini rimanenti, chi sceglie di staccarsi dall’impianto comune potrebbe essere esonerato dalle spese per i consumi volontari.

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Virginia Sacco
Dottoressa in Giurisprudenza
Dopo la laurea presso l'Università degli Studi di Napoli - Federico II, ho seguito le mie passioni specializzandomi prima in Sicurezza economica, Geopolitica e Intelligence presso SIOI - UN ITALY e, successivamente, in Diritto dell'Unione Europea presso il mio ateneo di origine. Ho concluso la pratica forese in ambito penale, occupandomi di reati finanziari e doganali. Nel corso degli anni ho preso parte attivamente a eventi, attività e progetti a livello europeo e internazionale, approfondendo i temi della cooperazione giudiziaria e del diritto penale internazionale. Ho scritto di cybersicurezza, minacce informatiche e sicurezza internazionale per "Agenda Digitale" e "Cyber Security 360". Su Lexplain scrivo di diritto con parole semplici e accessibili.
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