La pratica degli stage gratuiti sta per giungere al capolinea.
La risoluzione approvata dal Parlamento Ue nel 2023 sta approdando in queste ore davanti alla Commissione europea e dovrebbe presentare una proposta di legge per il 2024 che vieterà in tutti i Paesi membri i tirocini non retribuiti.
La decisione ha lo scopo di vietare che il meccanismo di assunzione dei giovani in azienda attraverso stage gratuiti venga utilizzato in maniera pretestuosa. L’obiettivo è quello di arginare il fenomeno dello sfruttamento dei giovani nel mercato del lavoro.
Ma quanto sono pagati i tirocini in Italia? Vediamo di seguito.
- 1.1Abruzzo
- 1.2Basilicata
- 1.3Calabria
- 1.4Campania
- 1.5Emilia Romagna
- 1.6Friuli Venezia Giulia
- 1.7Lazio
- 1.8Liguria
- 1.9Lombardia
- 1.10Marche
- 1.11Molise
- 1.12Piemonte
- 1.13Puglia
- 1.14Sardegna
- 1.15Sicilia
- 1.16Toscana
- 1.17Trentino Alto Adige
- 1.18Umbria
- 1.19Val d’Aosta
- 1.20Veneto
Quanto guadagna uno stagista in Italia
In Italia i tirocini si fondano sulle linee guida delineate dalla Riforma Fornero del 2013 e secondo cui il rimborso minimo non possa essere inferiore a 300 euro al mese.
Questo vale soltanto nel caso dei tirocini extracurriculari, vale a dire quelli che introducono la persona nel mercato del lavoro perchè quelli curriculari mirano a far acquisire delle competenze coerenti con il percorso di studi in corso.
Questa indennità minima è poi riparametrata sulla scorta della Conferenza Stato-Regioni, cosa significa? Non tutti gli stagisti in Italia guadagnano allo stesso modo.
Infatti, l'indennità di partecipazione varia in base alla Regione presso cui viene svolto il tirocinio.
Ecco quanto guadagna uno stagista Regione per Regione.
Abruzzo
L’indennità prevista per il tirocinante nella Regione Abruzzo è pari a 500 euro mensili.
Basilicata
Il compenso si aggira attorno ai 600 euro mensili.
Calabria
L’indennità mensile destinata al tirocinante nella Regione Calabria è di 400 euro, a fronte di una frequenza di almeno il 70% del monte ore.
Campania
L’indennità minima è di non meno 500 euro mensili.
Emilia Romagna
Nel caso della Regione Emilia Romagna, il tirocinante ha diritto a un compenso a titolo di indennità pari a 450 euro al mese.
Friuli Venezia Giulia
Nel caso di tirocini i cui monte ore sia pari a 30 ore settimanali, l’indennità oscilla da un minimo di 400 euro – massimo 500 euro.
Tuttavia, se il soggetto ospitante (ovvero quello che “assume” il tirocinante) fosse un ente della P.A., l’indennità è di 800 euro.
Lazio
L’indennità può essere commisurata in base al monte ore del tirocinante, in linea di massima ove la presenza fosse non inferiore al 70% l’indennità è pari a 800 euro.
Liguria
In caso di tirocinio a tempo pieno, l’indennità è di 500 euro, oppure 400 euro+rimborso spese di 100 euro.
L’importo viene corrisposto a fronte di una frequenza di almeno il 70% delle ore, in caso di presenza inferiore l’importo viene dimezzato.
Non spetta alcuna indennità qualora il monte ore raggiunto fosse inferiore del 50%.
Lombardia
L'importo minimo corrisponde a 500 euro a fronte di una frequenza non inferiore all’80% delle ore.
Tuttavia, la corresponsione dell’indennità può essere ridotta a 400 euro in caso di corresponsione di buoni pasto, oppure se fosse possibile usufruire della mensa aziendale.
Marche
L’indennità mensile minima è di 400 euro che, tuttavia, viene innalzata a 500 euro nel caso in cui le ore settimanali richieste fossero 30.
Molise
In caso di caso dei tirocini formativi part-time, l’indennità è di 300 euro e con un massimo di 20 ore a settimana. Ove le ore settimanali fossero 30, l’indennità è di 450 euro.
Diversamente, per i tirocini extracurriculari, l’importo oscilla tra 400 per il part-time e 600 euro per il full-time.
Piemonte
L’indennità è di 600 euro per un impegno orario massimo di 40 ore.
Puglia
Il tirocinante ha diritto a un’indennità di 450 euro.
Sardegna
L’indennità mensile destinata al tirocinante nella Regione Sardegna è di 600 euro.
Sicilia
L’indennità mensile massima è di 500 euro.
Toscana
L’indennità mensile destinata al tirocinante nella Regione Toscana è di 500 euro.
Trentino Alto Adige
Per la Provincia autonoma di Trento l’indennità va da un minimo di 300 a un massimo di 600 euro.
Per la Provincia autonoma di Bolzano, per ogni ora svolta spetta:
- in caso di almeno 40 ore di effettiva presenza, l’indennità di 4 euro per i maggiorenni, 3 euro per i minorenni;
-
una maggiorazione di 1,50€ l’ora quando la sede del tirocinio si trova al di fuori del Comune di residenza o domicilio.
Umbria
L’indennità mensile minima è di 450 euro.
Val d’Aosta
L’indennità mensile minima va dal massimo di 600 euro al minimo di 300 euro.
Veneto
Nel caso della Regione Veneto, il tirocinante ha diritto a un compenso a titolo di indennità pari a 450 euro in caso di frequenza non inferiore al 70%.
In caso sia prevista la corresponsione dei buoni pasto, o l’erogazione del servizio mensa, l’indennità può scendere a 350 euro.
Quanto costano ai giovani gli stage gratuiti
Per i giovani gli stage gratuiti costano caro, e non è solo un modo di dire.
Secondo un’indagine dell’European Youth Forum, il costo da doversi sobbarcare per sostenere la quotidianità può arrivare oltre i 1.000 euro al mese e basti pensare alle spese di:
- alloggio, da pagare in caso di pendolare o “fuori-sede” senza un reddito stabile;
- trasporti, utili per andare e tornare dal luogo di lavoro;
- alimentazione e vita quotidiana, potendosi permettere uno stile di vita dignitoso che non limiti le spese essenziali.
La proposta del Parlamento europeo sui tirocini
La proposta del Parlamento Ue è già stata approvata lo scorso giugno 2023 e, a propria volta, perseguiva la raccomandazione europea del 2014 che auspicava un quadro normativo omogeneo in tema di tirocini, in modo da assicurare un equo compenso agli stagisti.
Solo tutelando la posizione dei tirocinanti è possibile assicurare che questi ricevano una giusta retribuzione per il lavoro svolto, così come stabilire una durata massima dello stage, evitando meccanismi dilatori e pretestuosi.
Tra gli obiettivi anche la possibilità di aiutare i datori di lavoro e le imprese dalle difficoltà generate dal turn over in azienda, prevenendo che i tirocini prolungati nel tempo sostituiscono posti di lavoro regolari o siano un motivo deterrente per abbandonare la propria posizione per maggiori prospettive di crescita.
La proposta si articola in due parti fondamentali, a seconda che si tratti di tirocini curriculari e quelli extra-curriculari.
Per quanto riguarda gli stage curriculari, ovvero quelli che vengono svolti in concomitanza di un percorso di studi per l’acquisizione di specifiche competenze, l’obiettivo è di poter adottare un cd. standard europeo mediante l’introduzione di un certificato comune che attesti le competenze acquisite e incrementate dal tirocinante durante il suo percorso.
Diverso discorso invece è quello riguardante gli stage extracurriculari e che offrono il trampolino di lancio per il mercato del lavoro.
Per questi è infatti richiesto l’obbligo di retribuzione, adeguato e allineata al minimo salariale di ogni Paese membro.
Nel caso dell’Italia, dove non è possibile parlare di un minimo fissato, occorrerà rifarsi ai minimi stabiliti dai contratti collettivi nazionali.
Come cambieranno i tirocini
Non resta che aspettare la proposta di legge per il 2024 della Commissione europea e i suoi sviluppi, per poter avere più chiara l’inversione di rotta che l'Unione europea vuole adottare in tema di stage.
I lavori preparatori al momento lasciano intendere che gli stage post lauream e successivi al diploma diventeranno retribuiti e che questo salario dovrà essere parametrato agli standard nazionali della contrattazione collettiva.