Aprire una start up è una scelta coraggiosa. Le startup difatti rappresentano un elemento vitale dell'ecosistema economico, poiché sono spesso alla base dell'innovazione e della crescita futura. Tuttavia, le condizioni economiche avverse, come l'aumento dell'inflazione, i rincari delle materie prime e la restrizione del credito, possono rappresentare sfide significative per queste nuove imprese. Ecco una breve guida su come aprire una start up nel 2024 in Italia.
- 5.1Sviluppare un’idea di business
- 5.2Fare una ricerca di mercato
- 5.3Realizzare un business plan
- 5.4Valutare la fattibilità finanziaria
- 5.5Definire una strategia di marketing
- 5.6Sviluppare e testare il prototipo del prodotto/servizio
- 5.7Creare un team
- 5.8Scegliere la forma giuridica
- 5.9Registrare l’idea e ottenere le licenze
- 5.10Individuare i capitali necessari all’avvio
Cos’è una startup: il significato
Le startup, o start-up, sono imprese emergenti che si trovano nella fase iniziale del ciclo di vita aziendale. Queste organizzazioni temporanee puntano sull'innovazione e sono progettate per sviluppare un modello di business ripetibile e scalabile. Il contesto in cui il termine viene utilizzato può influenzare il suo significato, ma in generale, rappresenta le fasi iniziali di avviamento di impresa.
Secondo l'ultima Relazione annuale al Parlamento sullo stato di attuazione delle policy in favore delle startup e PMI innovative, nel 2022, le startup regolarmente iscritte al registro delle imprese sono aumentate del 1,4% rispetto al 2021, raggiungendo un totale di 14.264 unità. Nei primi nove mesi del 2023, si è registrato un calo del 3,6% nel numero di startup rispetto all'anno precedente. Questo rappresenta il primo arretramento dal 2018.
Una startup è una particolare tipologia di impresa che si distingue per alcune caratteristiche specifiche.
I requisiti per aprire una startup
Per essere definita tale, deve soddisfare i seguenti requisiti:
- Scalabilità sul mercato: indica la capacità di crescere rapidamente in termini di utenti, fatturato e/o espansione geografica, senza un aumento proporzionale dei costi. Questo implica che la startup possa raggiungere una vasta base di clienti e aumentare i ricavi con un incremento minimo delle spese operative.
- Replicabilità del modello di business: il modello di business deve essere facilmente replicabile, il che significa che può essere duplicato in nuovi mercati o con nuovi segmenti di clienti senza dover apportare modifiche sostanziali. Questa caratteristica è cruciale per espandersi rapidamente e raggiungere una dimensione significativa.
- Innovazione potenziale (di prodotto o di processo): la startup deve introdurre innovazioni significative, sia attraverso nuovi prodotti o servizi, sia migliorando processi esistenti. L'innovazione può riguardare la tecnologia, il modello di business, l'approccio al mercato o altri aspetti che le conferiscano un vantaggio competitivo distintivo.
- Temporaneità: la startup deve essere nata da meno di 5 anni. Questo requisito temporale aiuta a distinguere le nuove imprese in fase di crescita dalle aziende già consolidate che potrebbero comunque essere innovative ma non più considerate startup.
Questi requisiti aiutano a identificare le imprese che hanno il potenziale per crescere rapidamente e trasformare il mercato in cui operano, distinguendole dalle piccole imprese tradizionali o dalle aziende già mature.
Le tipologie di startup
Le principali tipologie di startup possono essere classificate in quattro categorie, ciascuna con caratteristiche e origini specifiche:
- Newco: si tratta di una nuova società creata dalla suddivisione delle operazioni di un’azienda più grande, spesso in difficoltà. Viene formata per gestire una parte specifica del business di un'azienda madre, solitamente quando questa si trova in una situazione di crisi o necessità di ristrutturazione.
- Spin-off: si tratta di una nuova entità creata quando un ramo di un’azienda esistente viene trasformato in un’attività separata. Spesso nasce per sfruttare un’opportunità di mercato specifica o per concentrare risorse e competenze su un’area particolare, permettendo all’entità originale di focalizzarsi sul core business.
- Startup autentiche: trattasi di attività innovative nate nei settori dell’elettronica e dell’informatica nel loro momento di massimo sviluppo. Queste startup emergono con idee e tecnologie rivoluzionarie, spesso con l’obiettivo di creare nuovi mercati o trasformare radicalmente quelli esistenti. Storicamente, molte di queste startup sono state lanciate durante i boom tecnologici degli anni '80 e '90.
- Startup innovative: si tratta di aziende di nuova costituzione che vendono prodotti o servizi ad alto contenuto tecnologico. Si concentrano sull’innovazione e sull’applicazione di nuove tecnologie per risolvere problemi esistenti o creare nuovi servizi e prodotti. Queste startup sono spesso orientate alla crescita rapida e alla scalabilità, operando in settori come la biotecnologia, l’intelligenza artificiale, la fintech, ecc.
Queste categorie riflettono le diverse origini e obiettivi delle startup, evidenziando come ciascuna di esse possa emergere e prosperare in contesti differenti del panorama economico e tecnologico.
Le startup innovative
Come definisce il Mise, ossia il Ministero dello sviluppo economico, la startup innovativa è un’impresa giovane, ad alto contenuto tecnologico, con forti potenzialità di crescita e rappresenta per questo uno dei punti chiave della politica industriale italiana.
Il D.L. 179/2012 ha introdotto alcune misure specifiche a sostegno di tale tipologia di impresa per supportarle durante il loro ciclo di vita (nascita, crescita, maturità). In particolare le imprese in possesso dei requisiti possono accedere allo status di startup innovativa tramite autocertificazione sottoscritta dal legale rappresentante e godere delle agevolazioni registrandosi nella sezione speciale dedicata del Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio della propria provincia.
Come creare una startup da zero: i passaggi fondamentali
Avviare una startup richiede impegno, determinazione e una pianificazione accurata. Ecco i 10 passaggi fondamentali per avviare una startup, con qualche dettaglio aggiuntivo per ogni fase:
Sviluppare un’idea di business
Identifica un’idea innovativa o una soluzione per un problema esistente. Pensa a come il tuo prodotto o servizio possa offrire un valore aggiunto rispetto a ciò che è attualmente disponibile sul mercato.
Fare una ricerca di mercato
Conduci un’analisi approfondita del mercato per comprendere il potenziale del tuo prodotto, identificare il pubblico di riferimento e studiare i tuoi concorrenti. Utilizza sondaggi, interviste, focus group e strumenti di analisi di mercato.
Realizzare un business plan
Scrivi un business plan dettagliato che includa la descrizione dell’idea, il modello di business, il piano di marketing, le previsioni finanziarie e gli obiettivi a breve e lungo termine. Questo documento sarà essenziale anche per attrarre potenziali investitori.
Valutare la fattibilità finanziaria
Definisci un budget dettagliato che copra tutte le spese necessarie per avviare e far crescere la startup. Considera i costi per il personale, lo sviluppo del prodotto, il marketing, l’affitto, le licenze e altri aspetti critici. Stima le entrate previste e valuta le diverse fonti di finanziamento disponibili.
Definire una strategia di marketing
Elabora una strategia di marketing che includa sia canali online (social media, SEO, content marketing, email marketing) che offline (eventi, partnership, PR). Prevedi attività specifiche per aumentare la visibilità della tua startup e attrarre clienti.
Sviluppare e testare il prototipo del prodotto/servizio
Crea un prototipo del tuo prodotto o servizio e testalo con un gruppo di potenziali clienti. Utilizza metodi come lo "smoke test" per validare l’interesse del mercato. Una landing page, ad esempio, può aiutare a raccogliere feedback e creare una lista di potenziali clienti interessati.
Creare un team
Assembla un team con competenze complementari e una passione condivisa per il progetto. Definisci chiaramente i ruoli e le responsabilità di ciascun membro per garantire una collaborazione efficace.
Scegliere la forma giuridica
Decidi la forma giuridica più adatta alla tua startup (s.r.l., s.p.a., impresa individuale, ecc.). Consulta un avvocato o un consulente fiscale per ottenere consigli sulla scelta migliore in base alle tue esigenze e alla natura del tuo business.
Registrare l’idea e ottenere le licenze
Registra la tua startup presso gli enti competenti e ottieni tutte le licenze e le autorizzazioni necessarie per operare legalmente. Assicurati di proteggere la tua proprietà intellettuale, se applicabile.
Individuare i capitali necessari all’avvio
Trova i capitali necessari per avviare la tua impresa. Questo può includere risparmi personali, finanziamenti da amici e familiari, investitori angel, venture capital, crowdfunding, prestiti bancari o grant. Presenta il tuo business plan agli investitori per convincerli del potenziale del tuo progetto.
Che costi prevede l'apertura di una start up
L’apertura di una startup in Italia prevede una serie di costi e adempimenti burocratici, simili a quelli necessari per aprire una società di capitali come Srl e Srls tradizionali. Nel dettaglio i principali costi associati all’apertura di una startup in Italia sono:
- Imposta di registro: ammonta a 200 euro
- Tassa di concessione governativa: necessaria per la vidimazione dei libri sociali, la tassa di concessione governativa è pari a 309,87 euro, a cui vanno aggiunti 16 euro per la marca da bollo.
- Diritti camerali: tributi da pagare annualmente alla Camera di Commercio. Il costo per la costituzione dell’impresa è di 130 euro, ma può variare a seconda della Camera di Commercio locale, con possibilità di maggiorazioni fino al 20%.
- Costi notarili: variano tra 1.000 e 1.700 euro, più IVA al 22%. L’onorario può variare in base alla provincia e alla città. Le Srls innovative non hanno costi notarili.
- Partita IVA: è necessario aprire una partita IVA entro 30 giorni dall’inizio dell’attività, scegliendo il corretto codice ATECO per la gestione fiscale dell’impresa. Questo passaggio richiede l’assistenza dell’Agenzia delle Entrate o di un consulente.
Come aprire una startup senza soldi: i finanziamenti
Aprire una start up e quindi in genere avviare una propria attività imprenditoriale richiede tempo e denaro. Ma ci sono dei finanziamenti a cui si può accedere rispettando precisi requisiti.
In particolare per recuperare finanziamenti per aprire una start up ci si può rivolgere a:
- Investitori Angel: Individui benestanti che forniscono capitale per le startup in cambio di partecipazioni azionarie.
- Venture Capital: Fondi di investimento che finanziano startup con alto potenziale di crescita.
- Crowdfunding: Raccolta di fondi attraverso piattaforme online dove molte persone contribuiscono con piccole somme.
- Grant e Premi: Sovvenzioni e premi messi a disposizione da enti pubblici, organizzazioni e competizioni per startup.
- Prestiti Bancari: Finanziamenti tradizionali ottenuti attraverso banche e istituti di credito.
Poi c’è Invitalia, l’Agenzia nazionale per lo sviluppo, di proprietà del Ministero dell’Economia che periodicamente indice bandi a cui poter partecipare.
Qualche esempio?
Smart&Start Italia: incentivo ad alto contenuto tecnologico, a sportello, senza quindi graduatorie né scadenze, finanziabili progetti con spese tra 100mila e 1,5 milioni di euro. Le domande sono esaminate entro 60 giorni, in base all’ordine di arrivo
Cdp Venture Capital Sgr: il Fondo nazionale innovazione di CDP Venture Capital effettua investimenti attraverso fondi diretti e fondi di fondi, tra cui Fondo acceleratori che finanzia le migliori startup nel percorso di accelerazione e nei round successivi; Fondo Boost Innovation – supporta, nella fase di avvio e finanziamento, le startup con forte impatto innovativo per il business delle corporate stesse e per lo sviluppo dei mercati nei quali operano.