Tra le controversie condominiali non è raro vedere la civile convivenza messa a dura prova da odori sgradevoli e fastidiosi.
Si tratta di vere e proprie molestie olfattive che, quando vadano al di là della normale tollerabilità, possono compromettere i rapporti nel condominio e sfociare anche verso conseguenze legali.
Il vicino esasperato dalla puzza persistente di cibo può arrivare sino al punto di querelare, con la conseguenza di ritrovarsi la fedina penale macchiata.
Odori sgradevoli in condominio: quando è reato
Gli odori molesti di cibo e cucina arrivati al punto di essere insopportabili all’interno del condominio, possono portare i vicini ad accese discussioni trascinate anche in tribunale.
Non è sicuramente il caso della semplice cotoletta fritta, quanto piuttosto di puzze sistematicamente invadenti e persistenti che costringono a vivere con porte e finestre sbarrate.
Spezie pungenti usate in quantità abbondanti, fumo, ma anche aglio e cipolla sfrigolanti tutto il giorno tutti i giorni, possono essere tra le cause che spingono il condomino a querelare il vicino di casa che, indefesso, appesti l’edificio e impregni la tappezzeria di casa.
L’articolo 674 del Codice Penale, rubricato come "Getto pericoloso di cose", configura gli olezzi intollerabili come illeciti penali che possono costare al responsabile l’arresto fino a 1 mese oppure l’ammenda fino a 206 euro.
A dirlo è anche la giurisprudenza (Corte di Cassazione n. 14467/2017), la quale ha affermato come le “emissioni moleste olfattive che superino il limite della normale tollerabilità, ex art. 844 c.c., sono configurabili alla stregua della contravvenzione di cui all’art. 674 c.p.”.
Cattivo odore dal ristorante
Può accadere che il condominio sia invaso dai cattivi odori provenienti dai locali cucina del ristorante, della pizzeria oppure della tavola calda nelle immediate vicinanze.
E’ il caso di stoviglie ancora da lavare, pentole sobbollenti, preparazione di pietanze particolarmente pungenti che possono arrivare sino ai balconi dell’edificio condominiale circostante e impedire agli abitanti di poter sostare fuori.
Una situazione davvero spiacevole che, tuttavia, impone al giudice di valutare le circostanze portate alla sua attenzione con elasticità.
Infatti, a differenza di quanto avviene tra privati, il Tribunale ha il dovere di analizzare gli episodi e di pronunciarsi in virtù di un necessario bilanciamento delle esigenze produttive della ristorazione.
Certo è che quanto la puzza sia intollerabile, occorrerà nominare un consulente tecnico d’ufficio (ovvero CTU) che dovrà redigere una specifica perizia circa la tollerabilità o meno delle esalazioni fastidiose.