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17 Dicembre 2023
13:00

Puzza di cucina in condominio: quando è reato?

Gli odori insopportabili di cibo e cucina provenienti dai vicini di casa oppure dal ristorante adiacente, possono compromettere i rapporti di buon vicinato sino a conseguenze legali.

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Puzza di cucina in condominio: quando è reato?
Dottoressa in Giurisprudenza
Puzza di cucina in condominio: quando è reato?

Tra le controversie condominiali non è raro vedere la civile convivenza messa a dura prova da odori sgradevoli e fastidiosi.

Si tratta di vere e proprie molestie olfattive che, quando vadano al di là della normale tollerabilità, possono compromettere i rapporti nel condominio e sfociare anche verso conseguenze legali.

Il vicino esasperato dalla puzza persistente di cibo può arrivare sino al punto di querelare, con la conseguenza di ritrovarsi la fedina penale macchiata.

Odori sgradevoli in condominio: quando è reato

Gli odori molesti di cibo e cucina arrivati al punto di essere insopportabili all’interno del condominio, possono portare i vicini ad accese discussioni trascinate anche in tribunale.

Non è sicuramente il caso della semplice cotoletta fritta, quanto piuttosto di puzze sistematicamente invadenti e persistenti che costringono a vivere con porte e finestre sbarrate.

Spezie pungenti usate in quantità abbondanti, fumo, ma anche aglio e cipolla sfrigolanti tutto il giorno tutti i giorni, possono essere tra le cause che spingono il condomino a querelare il vicino di casa che, indefesso, appesti l’edificio e impregni la tappezzeria di casa.

L’articolo 674 del Codice Penale, rubricato come "Getto pericoloso di cose", configura gli olezzi intollerabili come illeciti penali che possono costare al responsabile l’arresto fino a 1 mese oppure l’ammenda fino a 206 euro.

A dirlo è anche la giurisprudenza (Corte di Cassazione n. 14467/2017), la quale ha affermato come le “emissioni moleste olfattive che superino il limite della normale tollerabilità, ex art. 844 c.c., sono configurabili alla stregua della contravvenzione di cui all’art. 674 c.p.”.

Cattivo odore dal ristorante

Può accadere che il condominio sia invaso dai cattivi odori provenienti dai locali cucina del ristorante, della pizzeria oppure della tavola calda nelle immediate vicinanze.

E’ il caso di stoviglie ancora da lavare, pentole sobbollenti, preparazione di pietanze particolarmente pungenti che possono arrivare sino ai balconi dell’edificio condominiale circostante e impedire agli abitanti di poter sostare fuori.

Una situazione davvero spiacevole che, tuttavia, impone al giudice di valutare le circostanze portate alla sua attenzione con elasticità.

Infatti, a differenza di quanto avviene tra privati, il Tribunale ha il dovere di analizzare gli episodi e di pronunciarsi in virtù di un necessario bilanciamento delle esigenze produttive della ristorazione.

Certo è che quanto la puzza sia intollerabile, occorrerà nominare un consulente tecnico d’ufficio (ovvero CTU) che dovrà redigere una specifica perizia circa la tollerabilità o meno delle esalazioni fastidiose.

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Virginia Sacco
Dottoressa in Giurisprudenza
Dopo la laurea presso l'Università degli Studi di Napoli - Federico II, ho seguito le mie passioni specializzandomi prima in Sicurezza economica, Geopolitica e Intelligence presso SIOI - UN ITALY e, successivamente, in Diritto dell'Unione Europea presso il mio ateneo di origine. Ho concluso la pratica forese in ambito penale, occupandomi di reati finanziari e doganali. Nel corso degli anni ho preso parte attivamente a eventi, attività e progetti a livello europeo e internazionale, approfondendo i temi della cooperazione giudiziaria e del diritto penale internazionale. Ho scritto di cybersicurezza, minacce informatiche e sicurezza internazionale per "Agenda Digitale" e "Cyber Security 360". Su Lexplain scrivo di diritto con parole semplici e accessibili.
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