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3 Ottobre 2024
15:00

Posto di blocco: cosa chiedono, cosa controllano e cosa si rischia se non ci si ferma

Il posto di blocco, da non confondere con il posto di controllo, è un luogo dove i veicoli devono fermarsi per sottoporsi ai controlli delle Forze dell’ordine. Vediamo quali sono i controlli che può effettuare la polizia e cosa rischia chi non si ferma.

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Posto di blocco: cosa chiedono, cosa controllano e cosa si rischia se non ci si ferma
Avvocato
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Il posto di blocco è un’area in cui i veicoli vengono fermati obbligatoriamente per essere sottoposti ai controlli delle Forze dell’ordine (Carabinieri, Polizia di stato, Guardia di finanza, Polizia municipale). Solitamente, a tale scopo, viene creata una corsia apposita dove le auto sono invitate a confluire e sono presenti in loco diverse pattuglie.

Il posto di blocco non deve essere confuso con il posto di controllo, un’area dove la polizia invita i conducenti a fermarsi, solitamente con l’utilizzo di una paletta, ma per effettuare verifiche soltanto a campione.

Tutti coloro che passano in prossimità del posto di blocco, dunque, sono invitati a fermarsi. Non è detto, invece, che si venga fermati a un posto di controllo.

In ogni caso, sia che si venga fermati in corrispondenza di un posto di blocco, sia che si venga fermati in corrispondenza di un posto di controllo, bisogna immediatamente eseguire quanto richiesto dalle Forze dell’ordine: si tratta di verifiche che vengono effettuate per la tutela della pubblica sicurezza e che sono, dunque, nell’interesse di tutti.

Chi non si ferma in corrispondenza di un posto di blocco, inoltre, rischia di incorrere in sanzioni e altre conseguenze più gravi.

Vediamo, in dettaglio, cos’è un posto di blocco, come comportarsi in presenza di un posto di blocco e quali sono le sanzioni in caso di violazione degli obblighi prescritti dalla normativa.

Cos’è un posto di blocco

Il posto di blocco è un’area in cui le forze dell’ordine invitano gli automobilisti a fermarsi per effettuare dei controlli.

Il posto di blocco si differenzia dal posto di controllo, poiché mentre in occasione del posto di blocco vengono effettuate verifiche su tutti i conducenti in circolazione in quell’area, quando è presente un posto di controllo le forze dell’ordine effettuano verifiche a campione, quindi limitate solo ad alcuni automobilisti.

La normativa di riferimento è contenuta nel decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, all’art. 192 (Codice della strada).

L’art. 194, comma 4, del Codice della strada dispone che gli organi di polizia giudiziaria e di pubblica sicurezza possono formare posti di blocco per effettuare controlli necessari ai fini dell'espletamento del loro servizio.

In questa ipotesi, essi possono usare “mezzi atti ad assicurare, senza pericolo di incidenti, il graduale arresto dei veicoli che non si fermino nonostante l'ordine intimato con idonei segnali”.

I conducenti, qualora ci sia un posto di blocco, devono ottemperare alle segnalazioni che il personale militare impartisce per consentire la progressione del convoglio militare.

Quando si viene fermati in corrispondenza di un posto di blocco, gli agenti normalmente chiedono al conducente di esibire una serie di documenti come la patente di guida, la carta di circolazione e l’assicurazione del veicolo.

Di conseguenza, vanno mostrati questi documenti, in attesa che i controlli abbiano fine e che si possa poi procedere tranquillamente il proprio viaggio.

Contravvenire agli obblighi previsti in relazione al posto di blocco può comportare l’applicazione di una sanzione amministrativa del pagamento di una somma da € 1.362 a € 5.456.

Possono inoltre configurarsi una serie di reati per la persona che “forza” il posto di blocco come quello di resistenza al pubblico ufficiale, punito dall’art. 337 c.p. con la reclusione da sei mesi a cinque anni.

Come comportarsi al posto di blocco

Quando funzionari, ufficiali e agenti invitano a fermarsi in corrispondenza di un posto di blocco, bisogna immediatamente comportarsi di conseguenza.

Lo stabilisce a chiare lettere il primo comma dell’art. 192 del Codice della strada: “Coloro che circolano sulle strade sono tenuti a fermarsi all'invito dei funzionari, ufficiali ed agenti ai quali spetta l'espletamento dei servizi di polizia stradale, quando siano in uniforme o muniti dell'apposito segnale distintivo”.

A richiesta dei funzionari, ufficiali e agenti bisogna esibire il documento di circolazione e la patente di guida.

I funzionari, ufficiali e agenti possono effettuare una serie di controlli, ad esempio, essi possono procedere a ispezioni del veicolo per verificare che siano rispettate le norme relative all'equipaggiamento del veicolo stesso o possono chiedere di verificare il contenuto del portabagagli.

Bisogna ottemperare alle richieste delle Forze dell’ordine e collaborare per fare in modo che i controlli possano essere effettuati nel migliore dei modi e per poter riprendere successivamente, in piena serenità, il proprio viaggio.

Documenti Necessari

Nel caso in cui si venga fermati dagli agenti di pubblica sicurezza è necessario avere a portata di mano i seguenti documenti:

  • documento di circolazione;
  • patente di guida;
  • assicurazione.

Importante, dunque, che i documenti in questione siano in regola e non siano scaduti.

Cosa controllano le Forze dell'ordine ai posti di blocco

I funzionari, ufficiali e agenti possono effettuare una serie di controlli.

In particolare essi possono (art. 192, comma 3 del Codice della strada):

– “procedere ad ispezioni del veicolo al fine di verificare l'osservanza delle norme relative alle caratteristiche e all'equipaggiamento del veicolo medesimo”;

– “ordinare di non proseguire la marcia al conducente di un veicolo, qualora i dispositivi di segnalazione visiva e di illuminazione o i pneumatici presentino difetti o irregolarità tali da determinare grave pericolo per la propria e altrui sicurezza, tenuto anche conto delle condizioni atmosferiche o della strada”;

– “ordinare ai conducenti dei veicoli sprovvisti di mezzi antisdrucciolevoli, quando questi siano prescritti, di fermarsi o di proseguire la marcia con l'osservanza di specifiche cautele”.

Se si trasportano carichi, si può essere fermati e scortati alla pesa pubblica o convenzionata più vicina ove l'apparecchiatura predisposta emette un documento in cui è indicato il peso trasportato che viene confrontato con quello presente sulla carta di circolazione.

In ipotesi di violazione delle norme in materia si è soggetti a una sanzione amministrativa che va da € 87 a € 344.

Il conducente, prima di proseguire il viaggio, inoltre, dovrà sistemare il bagaglio in maniera conforme a quanto disposto dal Codice della strada.

L'organo accertatore ritira la carta di circolazione e la patente di guida, e fa in modo che il veicolo venga condotto in luogo idoneo per la  sistemazione.

Una volta sistemato il carico, i documenti sono restituiti all'avente diritto.

Le Forze dell’ordine hanno la responsabilità di tutelare la pubblica sicurezza, per questo motivo effettuano le verifiche e i controlli dovuti ed è necessario attenersi alle loro indicazioni.

Limiti e Poteri

Le Forze dell’ordine, in corrispondenza di un posto di blocco o di controllo, possono chiedere al conducente di esibire una serie di documenti come la patente o la carta di circolazione e possono eventualmente procedere a ispezionare il veicolo, ad esempio chiedendo di aprire il portabagagli per verificare cosa si trova all’interno.

Si tratta di verifiche consentite dalla legge: il testo dell’art. 192 del Codice della strada è chiaro sul punto.

Cosa succede a chi non si ferma a un posto di blocco?

Se non ci si ferma a un posto di blocco si può incorrere nell’applicazione di una sanzione amministrativa che va da € 1.362 a € 5.456.

Non fermarsi a un posto di blocco è un comportamento grave: si può anche commettere il reato di resistenza al pubblico ufficiale, che è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni.

Nel caso, invece, si violino le disposizioni previste in tema di posto di controllo, si può incorrere nella sanzione amministrativa che va da € 87 a € 344.

Sanzioni applicabili a un posto di blocco

Chi non si ferma a un posto di blocco può essere tenuto al pagamento di una sanzione amministrativa che va da € 1.362 a € 5.456.

Non fermarsi a un posto di blocco è un comportamento grave: si può anche commettere il reato di resistenza al pubblico ufficiale, che è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni.

Sul punto la Corte di Cassazione, sezione VI penale, con sentenza dell’11 febbraio 2020, n. 5459 ha chiarito che: “In tema di resistenza a pubblico ufficiale, non è necessario, ai fini dell'integrazione del delitto, che sia concretamente impedita la libertà di azione del pubblico ufficiale, essendo sufficiente che si usi violenza o minaccia per opporsi al compimento di un atto dell'ufficio o del servizio, indipendentemente dall'esito, positivo o negativo, di tale azione e dall'effettivo verificarsi di un ostacolo al compimento degli atti indicati. (Fattispecie relativa a un imputato che aveva tentato di fuggire durante un controllo dei carabinieri, rivolgendo inoltre ai predetti minacce di morte per indurli a lasciarlo andare e cercando di forzare con la propria auto il posto di blocco)”.

La Cassazione adotta, dunque, un’interpretazione rigorosa sul tema, in quanto è sufficiente che sia concretamente impedita la libertà del pubblico ufficiale, al di là dell’esito del controllo, ai fini dell’integrazione del reato.

Fuggire da un posto di blocco può comportare conseguenze ancora più drammatiche.

La Corte di Cassazione, sezione VI penale, con sentenza del 17 febbraio 2014, n. 7389 ha infatti stabilito che “Integra l'elemento psicologico del delitto di lesioni volontarie anche il dolo eventuale, ossia la mera accettazione del rischio che la propria azione derivino o possano derivare danni fisici alla vittima. (Fattispecie relativa all'investimento di un poliziotto da parte dell'agente, intenzionato a forzare il posto di blocco con il proprio ciclomotore)”.

Nell’atto di forzare un posto di blocco, infatti, si può rischiare di investire i pubblici ufficiali con conseguenze particolarmente gravi.

Per tutte queste ragioni, bisogna attenersi alle regole, fermarsi in corrispondenza di un posto di blocco e collaborare con le Forze dell’ordine: in breve tempo, al termine dei controlli, si potrà riprendere tranquillamente il proprio cammino.

Laureata con lode in giurisprudenza presso l’Università degli studi di Napoli Federico II. Ho poi conseguito la specializzazione presso la Scuola di specializzazione per le professioni legali, sono stata collaboratrice della cattedra di diritto pubblico comparato e ho svolto la professione di avvocato. Sono autrice e coautrice di numerosi manuali, alcuni tra i più noti del diritto civile e amministrativo. Sono inoltre autrice di numerosi articoli giuridici e ho esperienza pluriennale come membro di comitato di redazione. Per Lexplain sono editor per l'area "diritto" e per l'area "fisco". 
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