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20 Agosto 2024
9:00

Pignoramento conto corrente e Agenzia delle Entrate: quando scatta, come funziona e quali sono i limiti

Il pignoramento del conto corrente da parte dell'Agenzia delle Entrate-Riscossione scatta quando un contribuente ha debiti non pagati, come tasse, imposte, contributi previdenziali, o multe. Vediamo come funziona e quali sono i limiti.

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Pignoramento conto corrente e Agenzia delle Entrate: quando scatta, come funziona e quali sono i limiti
Esperta in Diritto Tributario
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Il pignoramento del conto corrente è quello effettuato da parte dell’Agenzia delle Entrate  sulle somme depositate sul conto corrente, a esclusione dell’ultimo stipendio o salario che resta sempre disponibile per qualsiasi necessità del debitore.

Il pignoramento sul conto corrente è uno strumento molto efficace per i creditori, ma allo stesso tempo può avere conseguenze significative per i debitori, limitando la loro capacità di disporre delle proprie risorse finanziarie.

Vediamo nei dettagli di cosa si tratta, quali sono le fasi del pignoramento, quando scatta, quanto dura, quali sono i limiti e come evitarlo.

Cos’è il pignoramento sul conto corrente

Il pignoramento sul conto corrente è una procedura legale attraverso la quale un creditore, che ha ottenuto un titolo esecutivo (come una sentenza o un decreto ingiuntivo), può esigere il pagamento di un debito direttamente dal conto corrente del debitore. Questo avviene mediante il blocco e la successiva sottrazione delle somme presenti sul conto.

Quali sono le fasi del pignoramento sul conto corrente

Il pignoramento del conto corrente avviene su più fasi. Inizialmente il creditore, una volta ottenuto il titolo esecutivo, richiede al giudice l'emissione di un atto di pignoramento, che viene notificato sia al debitore che alla banca presso cui è detenuto il conto corrente.

Dopo la notifica, la banca è obbligata a bloccare le somme presenti sul conto corrente fino all'importo del debito. Il debitore, quindi, non può più disporre delle somme bloccate. Successivamente, si tiene un'udienza in tribunale dove il giudice decide sull'assegnazione delle somme bloccate al creditore, fino a concorrenza del debito. Se le somme sono sufficienti, il debito viene saldato.

Quando scatta il pignoramento del conto corrente da parte dell’Agenzia delle Entrate

Il pignoramento del conto corrente da parte dell'Agenzia delle Entrate-Riscossione (AdER) può scattare quando un contribuente ha debiti non pagati nei confronti dell'erario, come tasse, imposte, contributi previdenziali, o multe. La procedura è disciplinata da norme specifiche e si svolge in diverse fasi.

Inizialmente l’Agenzia delle Entrate-Riscossione invia al debitore una cartella esattoriale, che rappresenta l'atto formale di richiesta di pagamento. Questa cartella contiene l'importo dovuto, la natura del debito, e le istruzioni per il pagamento. Dopo la notifica della cartella esattoriale, il debitore ha 60 giorni di tempo per pagare spontaneamente l'importo dovuto o per richiedere una rateizzazione. Se il pagamento non avviene entro questo periodo, l'Agenzia delle Entrate può avviare le procedure di recupero coattivo. Prima di procedere con il pignoramento, l'Agenzia delle Entrate invia un preavviso di pignoramento, che di solito viene notificato al debitore. Questo preavviso concede un ulteriore termine di 30 giorni per regolarizzare la posizione debitoria.

Se il debito non viene saldato entro i termini stabiliti, l'Agenzia delle Entrate emette un ordine di pignoramento e lo notifica alla banca presso cui il debitore ha il conto corrente. Contestualmente, una copia dell'ordine viene notificata anche al debitore.

Una volta ricevuto l'ordine di pignoramento, la banca blocca immediatamente le somme presenti sul conto corrente fino all'importo del debito indicato. Il debitore non può più disporre delle somme bloccate. Dopo il blocco, l'Agenzia delle Entrate-Riscossione può procedere direttamente all'assegnazione delle somme pignorate per soddisfare il credito. Questo avviene senza bisogno di ulteriori interventi giudiziari, in virtù del titolo esecutivo rappresentato dalla cartella esattoriale.

Quanto dura il pignoramento sul conto corrente

Il pignoramento del conto corrente si conclude in due possibili scenari:

  • Pagamento del Debito: Il pignoramento cessa nel momento in cui il debitore salda totalmente l'intero debito. Una volta che il debito è estinto, l'Agenzia delle Entrate o il creditore devono rilasciare un atto di liberazione delle somme pignorate, e la banca sblocca i fondi rimasti sul conto corrente.
  • Scadenza del Termine di 45 Giorni: Se entro 45 giorni dal pignoramento il creditore non richiede l'assegnazione delle somme pignorate o la vendita forzata dei beni pignorati (nel caso di pignoramenti su beni diversi dal denaro), il pignoramento perde efficacia. Questo significa che la banca è tenuta a sbloccare le somme pignorate e a restituirle al debitore, poiché il vincolo sul conto corrente non è più valido.

Quali sono i limiti del pignoramento sul conto corrente

Non tutte le somme sul conto corrente sono pignorabili. Ad esempio, una parte dello stipendio o della pensione accreditata può essere pignorata solo in parte, secondo limiti stabiliti dalla legge. In generale, le somme necessarie per il sostentamento del debitore e della sua famiglia non possono essere pignorate integralmente. Per le pensioni, ad esempio, una parte pari all'importo dell'assegno sociale è impignorabile.

Come sbloccare il pignoramento del conto corrente

Sbloccare un pignoramento del conto corrente può essere un processo complesso, ma ci sono diverse strade che il debitore può percorrere per ottenere lo sblocco.

Così la via più semplice è quella di saldare il debito. Una volta pagato, il creditore o l'Agenzia delle Entrate dovrà rilasciare un atto di liberazione delle somme pignorate. La banca, ricevuto l'atto, provvederà a sbloccare il conto. In alcuni casi, è possibile negoziare un pagamento parziale del debito con il creditore per ottenere lo sblocco del conto. Questo spesso avviene attraverso un accordo transattivo.

Chi non ha la liquidità necessaria per pagare, può procedere alla rateizzazione del Debito. Il debitore può richiedere una rateizzazione del debito, specialmente quando il creditore è l'Agenzia delle Entrate-Riscossione. Se l'accordo di rateizzazione viene accettato e rispettato, spesso si ottiene lo sblocco del conto corrente, almeno per le somme che eccedono l'importo dovuto a ogni rata.

Poi si può ricorrere al giudice. Chi ritiene che il pignoramento sia illegittimo o che ci siano errori nella procedura, può presentare un'opposizione al pignoramento presso il tribunale competente. Se il giudice accoglie il ricorso, può disporre lo sblocco del conto corrente.

Poi si può procedere ad una serie di accordi Stragiudiziali. È possibile cercare un accordo diretto con il creditore, magari offrendo un pagamento in unica soluzione o un piano di pagamento personalizzato in cambio dello sblocco del conto corrente. Ogni situazione è diversa, quindi è importante valutare attentamente il proprio caso, eventualmente con l'aiuto di un professionista.

Come evitare il pignoramento sul conto corrente

Evitare il pignoramento del conto corrente richiede una gestione attenta delle proprie finanze e l'adozione di alcune misure preventive. Tra cui pagamenti puntuali di tasse, mutui, prestiti e bollette. In caso di difficoltà economiche, è bene contattare tempestivamente i creditori per negoziare nuovi termini di pagamento.

E’ bene monitorare il proprio cassetto fiscale sul sito dell’Agenzia delle Entrate per verificare la presenza di cartelle esattoriali o altre pendenze fiscali. Chance imperdibile può essere quella di rottamazione delle cartelle esattoriali offerte dall'Agenzia delle Entrate, che consentono di pagare i debiti senza interessi e sanzioni.

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