La benzina costa oltre i 2,5€ al litro: questa è la denuncia fatta recentemente da Assoutenti. Inoltre, il prezzo medio annuale è passato da circa 1€ del 2000 a oltre 1,8€ nel 2022. E nel 2023, in certi casi, ha addirittura superato i 2€ al litro. Vediamo insieme perché il prezzo della benzina sale e scende, cosa sono le accise e perché benzina e gasolio costano così tanto. Il prezzo al distributore della benzina e del gasolio che i consumatori pagano alla pompa sta raggiungendo livelli molto elevati. Le ragioni per le quali il prezzo alla pompa può variare sono più di una, ma tra le principali c’è sicuramente il variare del prezzo del petrolio. Tuttavia, a impattare enormemente sul prezzo finale ci sono anche le imposte, e in particolare le accise.
Perché il prezzo della benzina è in aumento?
La benzina e il gasolio si producono con il petrolio, di conseguenza, il prezzo di questi prodotti dipende necessariamente dal prezzo di questa materia prima. La ragione sta nel concetto di “domanda e offerta”. Infatti, se diminuisce l’offerta, il prezzo di un bene o servizio sale e viceversa. Questa oscillazione del prezzo del petrolio è il principale motivo per cui il prezzo stesso del carburante alla pompa può variare. Tuttavia, la materia prima (in questo caso il petrolio) non è l’unico elemento che compone il prezzo finale che si paga alla pompa. Infatti, a determinare il prezzo ci sono anche le imposte, i costi di trasporto e gli altri costi legati alla produzione.
Cosa sono le accise sui carburanti?
Le accise sono imposte indirette, incidono notevolmente sul prezzo finale che si paga alla pompa e funzionano in modo differente rispetto alle imposte “classiche”, infatti, non sono calcolate in funzione del prezzo ma in funzione della quantità del prodotto venduta. Quindi, se aumenta il costo di altre componenti del prezzo della benzina, come il petrolio, le accise rimarranno comunque invariate. Perché aumenterà il prezzo, ma non la quantità.
Quanto pesano le accise sul prezzo del carburante al distributore?
In Italia le accise sulla benzina sono di circa 73 centesimi al litro, mentre, sul fronte del gasolio abbiamo accise per circa 62 centesimi. Se pensiamo che il prezzo medio della benzina per il secondo trimestre del 2023 è stato di circa 1,84€ al litro, possiamo dire che le accise impattano enormemente sul prezzo alla pompa.
Quali sono le accise sui carburanti in Italia e cosa finanziano?
Tendenzialmente le accise sono state introdotte per affrontare spese grosse e impreviste, come per esempio in conseguenza di disastri come quello del Vajont o dell’alluvione di Firenze. Il problema è che solitamente queste accise non vengono tolte. Per essere più precisi, dal 1995 le accise sono state accorpate tutte in un’unica imposta: ogni 1000 litri di benzina si pagano 728,40€. Inoltre, mentre prima il gettito derivante dalle accise serviva per finanziare obiettivi specifici, oggi può essere impiegato per finanziare qualunque voce della spesa pubblica. È anche necessario tenere presente che le accise non sono l’unica imposta da pagare su benzina e gasolio. Infatti, si paga anche l’IVA, cioè l’Imposta sul Valore Aggiunto, pari al 22%.
Perché oggi si parla così tanto degli aumenti della benzina?
Il motivo è che Assoutenti, cioè l’Associazione Nazionale Utenti Servizi Pubblici, ha denunciato prezzi superiori ai 2,5€ al litro. Questi casi estremi si riferiscono a prezzi registrati in alcune autostrade italiane.
Perché non si tagliano le accise per abbassare il prezzo della benzina e del gasolio?
Per lo Stato il gettito dato dalle accise sui carburanti è molto importante in termini di numeri. Inoltre, quantomeno in teoria, più il carburante costa e più le persone saranno scoraggiate dall’utilizzare combustibili fossili, incentivando spostamenti alternativi e con minore impatto ambientale.