La pensione di reversibilità è una indennità di tipo economico che viene erogata dall’INPS ai familiari di una persona deceduta. In particolare l’ente previdenziale specifica che la pensione di reversibilità è riconosciuta nel caso in cui avvenga il decesso di un pensionato, mentre la pensione indiretta è destinata ai superstiti nel caso di decesso di un assicurato che stava ancora lavorando.
Hanno diritto a ricevere tale somma i familiari, che includono: il coniuge, anche se vi è una separazione o in alcuni casi di divorzio, i figli, ma anche altri familiari, come vedremo tra poco.
Per calcolare quanto spetta in termini di importo mensile, bisogna applicare una percentuale specifica sulla quota di pensione che è già stata erogata o che era spettante alla persona deceduta e in alcuni casi arriva anche al 100%.
Che cos'è la pensione di reversibilità
La pensione di reversibilità è di fatto un sostegno di tipo economico che viene corrisposto ai familiari di una persona defunta, se questa aveva versato correttamente i contributi previdenziali nel periodo in cui ha lavorato.
L’importo mensile viene accreditato ai familiari in base ad uno specifico calcolo e spetta sia nel caso di decesso di un pensionato sia di un lavoratore dipendente o autonomo. A erogare questa prestazione è la cassa previdenziale INPS, di cui vedremo qui le regole specifiche, ma anche le diverse casse professionali stabiliscono requisiti e normative intorno a questo tipo di indennità.
La pensione di reversibilità viene garantita generalmente ai familiari superstiti che erano più vicini al soggetto defunto, ma in alcuni casi può coinvolgere diverse persone, fino ai nipoti, fratelli e sorelle. La percezione di questo tipo di pensione non è automatica, questo vuol dire che i familiari devono presentare una richiesta specifica all’INPS.
Differenza tra pensione di reversibilità e indiretta
Quando si parla di pensione ai superstiti, l’INPS fa una distinzione di cosa si intende per pensione di reversibilità e pensione indiretta, concetti utili a capire quando queste indennità vengono applicate.
La pensione indiretta viene corrisposta ai familiari della persona deceduta quando questa era assicurata a livello previdenziale, ma ancora non aveva accesso ad alcun trattamento pensionistico. Vi rientrano coloro che erano ancora impegnati nel lavoro, sia di tipo dipendente che autonomo, in tutte le loro sfaccettature.
Si parla invece di pensione di reversibilità vera e propria quando la persona deceduta si trovava già a percepire una pensione, che era calcolata sulla base di specifici requisiti e la contribuzione versata durante gli anni di lavoro.
Nel momento in cui un soggetto pensionato viene a mancare, i familiari hanno diritto quindi alla pensione di reversibilità, mentre in caso di decesso di un parente che ancora lavorava, si parla di pensione indiretta.
Chi ha diritto alla pensione di reversibilità
Hanno diritto a percepire la pensione di reversibilità i familiari di persone decedute che percepivano una pensione oppure erano assicurate presso l'INPS.
Per quanto riguarda la pensione indiretta, è necessario rispettare anche dei requisiti contributivi, ovvero aver versato un tot di contributi all'INPS, come vedremo tra poco.
A ricevere la pensione di reversibilità (o quella indiretta) sono i familiari più stretti del soggetto defunto, ovvero i superstiti. Si tratta quindi prima di tutto del coniuge, anche se separato legalmente o divorziato, e i figli. Le persone unite civilmente hanno uguale diritto a questo indennizzo economico, anche se dello stesso sesso.
Se queste figure non sono presenti, la pensione di reversibilità viene corrisposta ai genitori del soggetto deceduto e anche in mancanza di questi, spetta ai fratelli e alle sorelle.
Coniuge o partner dell'unione civile
Il coniuge, o il partner dell'unione civile, è il primo soggetto ad avere diritto di accesso alla pensione di reversibilità. Cosa succede nel caso di un coniuge separato? L'INPS ha chiarito che anche l'ex coniuge ha diritto alla pensione di reversibilità (o indiretta, in base al caso).
Quando invece siamo di fronte ad un divorzio, le cose si complicano leggermente. Ci sono infatti alcuni requisiti da rispettare per poter ricevere l'importo di questa pensione, ovvero:
- il soggetto deve essere titolare dell'assegno divorzile;
- il soggetto non deve essere passato a nuove nozze;
- la data di inizio del rapporto assicurativo che aveva il defunto deve essere precedente a quella della sentenza di divorzio.
Se questi requisiti sono rispettati, anche l'ex coniuge divorziato può percepire la pensione di reversibilità. Nel caso in cui siano presenti due coniugi, come quello effettivo e quello precedente con divorzio, entrambi percepiranno la pensione in base a quote stabilite da un Tribunale apposito.
Figli
I figli sono gli altri soggetti che per primi hanno il diritto alla pensione di reversibilità alla morte di un genitore assicurato presso l'INPS. Sono inclusi i figli legittimi o legittimati, ma anche quelli adottivi, legalmente riconosciuti, anche se nati da un matrimonio precedente e vengono inclusi i figli che nascono successivamente al decesso del soggetto, entro 300 giorni.
Hanno diritto all'erogazione tutti i soggetti minori, ovvero con età inferiore a 18 anni e tutti coloro che sono impegnati in un percorso di studi come la scuola media o superiore e che sono a carico del genitore, fino a 21 anni di età. Successivamente, possono accedere alla pensione di reversibilità coloro che frequentano un percorso universitario fino ai 26 anni.
Per ciò che riguarda i soggetti inabili, ne hanno diritto indipendentemente dall'età. Ad esclusione di quest'ultimo caso, gli studenti che sono a carico del genitore possono essere impegnati in piccole attività lavorative, con un reddito limitato rispetto a quanto stabilito dal trattamento minimo annuo di pensione previsto dal Fondo Pensioni dei lavoratori dipendenti, con il 30% di maggiorazione in base al periodo lavorato.
Altri familiari
Anche altri familiari hanno diritto alla pensione di reversibilità, ma solamente se questi erano a carico del soggetto pensionato deceduto, ovvero se non hanno una indipendenza economica. L'INPS fa riferimento al requisito della convivenza per accertarsi che effettivamente la persona specifica era a carico del defunto.
Se la persona deceduta non aveva figli o coniugi, hanno diritto alle somme i genitori, entro i seguenti limiti:
- hanno 65 anni di età;
- non percepiscono pensione diretta;
- non percepiscono pensione indiretta;
- erano a carico della persona deceduta.
In ultima istanza, in assenza anche dei genitori, percepiscono la pensione di reversibilità i fratelli o le sorelle del soggetto defunto, entro questi limiti:
- devono essere nubili;
- sono inabili al lavoro;
- non percepiscono pensione diretta;
- non percepiscono pensione indiretta;
- erano a carico della persona deceduta.
La circolare INPS numero 64 del 07-05-2024 ha chiarito, a seguito di una sentenza su tale argomento, che anche i nipoti hanno diritto a tale pensione:
"Ne consegue che, per effetto della predetta sentenza, i nipoti maggiorenni orfani riconosciuti inabili al lavoro e viventi a carico degli ascendenti sono inclusi tra i destinatari diretti e immediati della pensione ai superstiti."
Requisiti per ottenere la pensione di reversibilità
Come abbiamo visto, per poter percepire la pensione di reversibilità bisogna rientrare tra i soggetti indicati dall'INPS. Non ci sono particolari requisiti aggiuntivi nel caso in cui la persona deceduta stava già ricevendo una pensione dall'ente previdenziale.
Se invece era assicurata presso INPS ma nel periodo lavorativo, bisogna aver versato un minimo di contributi all'ente, ovvero rientrare in uno di questi casi:
- aver versato almeno 15 anni di contributi previdenziali al momento del decesso. Tali contributi non devono essere necessariamente continuativi nel tempo;
- aver versato almeno 5 anni di contributi, di cui almeno 3 devono essere stati pagati nel periodo di 5 anni precedente al momento del decesso.
Se nessuno di questi parametri viene rispettato, è possibile invece percepire l'indennità per morte, uno strumento messo a disposizione dall'INPS per chi ha versato almeno un anno di contribuzione. Questa spetta in primis al coniuge che non ha una pensione diretta e, in sua mancanza, al figlio minore o inabile, oppure studente, a carico della persona deceduta.
L'importo di questa erogazione è di 45 volte l’ammontare dei contributi IVS versati per il soggetto deceduto, e il familiare deve presentare una domanda entro un anno.
Calcolo della pensione di reversibilità
Vediamo nello specifico come si calcola la pensione di reversibilità per gli aventi diritto. Questo importo è stabilito in base a specifiche percentuali, indicate dall'INPS, applicate sulla pensione che è già stata erogata in precedenza al soggetto deceduto oppure quella che sarebbe stata corrisposta.
Di seguito vediamo quali sono le percentuali stabilite dall'INPS per i diversi beneficiari, tenendo conto che le aliquote sono molto variabili rispetto al caso specifico.
Percentuali e importi
Le percentuali sono stabilite dall'INPS come segue:
- coniuge solo: 60%;
- coniuge e un figlio: 80%;
- coniuge e due o più figli: 100%.
Se invece hanno diritto a tali somme solo i figli o altri familiari, le percentuali da considerare sono quelle indicate in tabella:
Beneficiario | Percentuale |
---|---|
Un figlio | 70% |
Due figli | 80% |
Tre o più figli | 100% |
Un genitore | 15% |
Due genitori | 30% |
Un fratello o sorella | 15% |
Due fratelli o sorelle | 30% |
Tre fratelli o sorelle | 45% |
Quattro fratelli o sorelle | 60% |
Cinque fratelli o sorelle | 75% |
Sei fratelli o sorelle | 90% |
Sette o più fratelli o sorelle | 100% |
Le somme percepite con la pensione di reversibilità si possono cumulare con i redditi dei beneficiari, in base ai limiti stabiliti dall'INPS, ma le somme vengono assoggettate a decurtazione.
Esiste però una clausola di salvaguardia da tenere in considerazione, che pone dei limiti alla decurtazione: questa non può superare il totale dei redditi aggiuntivi.
Esempio di calcolo
Facciamo qualche rapido esempio di come calcolare la pensione di reversibilità secondo le attuali regole INPS. Nel caso di decesso di un pensionato con la sola moglie a carico, la pensione di reversibilità si applica al 60% rispetto alla pensione percepita normalmente dal soggetto deceduto.
Quindi, se riceveva ad esempio 1.000 euro al mese, alla coniuge spetta il 60% di 1.000, ovvero 600 euro al mese. Bisogna però anche considerare il totale degli altri redditi prodotti dalla coniuge.
Come vedremo tra poco, se ad esempio questi superano di poco 23.345,79 euro, bisogna applicare una decurtazione del 25%. Nel caso visto prima, si toglie il 25% di 600, per ottenere con clausola di salvaguardia un importo di circa 549,68 euro.
I nuovi limiti di reddito del 2024
Sulla pensione di reversibilità per il 2024 sono stabiliti dei limiti in base al reddito aggiuntivo del familiare superstite. Per l'anno in corso le soglie sono le seguenti:
- non c'è decurtazione del trattamento pensionistico per redditi aggiuntivi entro 23.345,79 euro;
- 25% di decurtazione del trattamento pensionistico per redditi tra 23.345,79 e 31.127,72 euro;
- 40% di decurtazione del trattamento pensionistico per redditi tra 31.127,72 e 38.909,65 euro;
- 50% di decurtazione del trattamento pensionistico per redditi che superano 38.909,65 euro.
A queste decurtazioni si deve sommare la clausola di salvaguardia, che permette ai coniugi di percepire un importo effettivamente maggiore in diversi casi.
Come fare domanda per la pensione di reversibilità
La pensione di reversibilità non viene erogata in automatico, ma deve essere presentata una specifica domanda all'INPS. Ci si può rivolgere sia direttamente all'ente previdenziale, sia ad un intermediario come un CAF o un Patronato che se ne occupa.
Domanda online
Per la richiesta all'INPS si può procedere online all'apposito servizio oppure prenotare un appuntamento di persona presso un ufficio.
Per presentare la domanda online è necessario entrare nella propria area riservata con una credenziale digitale come lo SPID, la CIE o la CNS. Come comunicato dall'INPS, da ottobre 2021 è disponibile un'unica procedura per tutti i cittadini, da cui è possibile accedere ad una domanda precompilata da inviare in modo semplice.
Ci si può rivolgere all'INPS anche tramite Contact Center ai numeri:
- 803 164 da rete fissa;
- 06 164 164 da mobile.
Domanda tramite patronato
Si può chiedere anche il supporto di un intermediario nell'invio della domanda all'INPS per la pensione di reversibilità, come un Patronato o un Centro di Assistenza Fiscale (CAF) che eroga questo servizio.
Per richiedere la pensione bisogna avere con sé diversi documenti, come il certificato di morte, l'eventuale certificato di matrimonio o di separazione o di divorzio, lo stato di famiglia e altra documentazione idonea a individuare i redditi prodotti (ad esempio la dichiarazione dei redditi dell'anno precedente).
Una volta presentati questi documenti ed eventualmente altri dati richiesti dal Patronato, l'INPS ha tempo una trentina di giorni per provvedere. Va ricordato che questo tipo di pensione viene accreditato dal primo giorno del mese successivo a quello in cui è avvenuto il decesso, indipendentemente dal momento in cui è stata presentata la domanda.
Nel caso in cui si attenda più di 30 giorni, a causa ad esempio di controlli specifici, si riceveranno anche gli arretrati. In ogni caso si deve provvedere alla richiesta entro 10 anni dal decesso, per avere ancora diritto a tale somma.
Decadenza e revoca della pensione di reversibilità
In alcuni casi la pensione di reversibilità può essere revocata o decadere. In linea generale questo succede quando non vengono più rispettati i requisiti specifici per poter ricevere questa somma.
Nuove nozze del coniuge
Il primo caso, quello più semplice, riguarda le nuove nozze del coniuge. Se una coniuge infatti percepisce la pensione di reversibilità per il marito defunto, ma poi si risposa, questa somma mensile non viene più erogata.
Altre cause di cessazione
Anche in altri casi la pensione di reversibilità può essere terminata, ad esempio quando un giovane che percepisce questa somma compie la maggiore età, non rientrando più tra i beneficiari, oppure quando termina un percorso di studi e inizia a percepire redditi propri, uscendo dalla situazione precedente in cui era a carico della persona deceduta.
Anche in caso di cessazione di una determinata condizione di inabilità, la pensione può essere sospesa e terminare.
Va considerato però che l'importo può anche ridursi, tramite decurtazione, se in un determinato anno aumentano i redditi percepiti dai superstiti, superando le soglie che abbiamo visto prima.