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12 Marzo 2024
17:17

Risarcimento per danni causati da prodotti difettosi: cosa cambia

Il Parlamento europeo ha adottato definitivamente un intervento di revisione delle norme in tema di tutela dei consumatori, rispondendo alla necessità di provvedere al risarcimento danni cagionati dai prodotti difettosi.

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Risarcimento per danni causati da prodotti difettosi: cosa cambia
Dottoressa in Giurisprudenza
Parlamento europeo e tutela dei consumatori: ecco le nuove norme per i danni causati da prodotti difettosi

Il Parlamento europeo ha adottato definitivamente un intervento di revisione delle norme in tema di tutela dei consumatori, rispondendo alla necessità di provvedere al risarcimento danni cagionati dai prodotti difettosi.

L’intervento intende rispondere alle prerogative dei cittadini europei che sono sempre più inclini a fare shopping online anche al di fuori dell'Europa, ma anche all’utilizzo di tecnologie emergenti come l’AI.

L’assetto normativo attualmente in vigore in materia di responsabilità del venditore per i difetti dei prodotti risale a 40 anni fa. Per questa ragione, già nel 2022 la Commissione europea aveva proposto un lavoro di aggiornamento legislativo che avrebbe dovuto abrogare la preesistente Direttiva 85/374/CEE.

Lo scopo della revisione è poter adottare un modello di economia circolare che possa soddisfare la necessità di una transizione green, assicurando ai consumatori dell’Unione europea un livello di tutela che possa andare oltre i confini comunitari.

Risarcimento per i danni dei prodotti difettosi più facile per i consumatori

L’aggiornamento della Direttiva approvata definitivamente intende semplificare l’onere probatorio in capo al consumatore e annullare la soglia minima di 500 euro prevista per la quantificazione del danno risarcibile.

Questo significa che le nuove norme consentiranno al ricorrente di andare oltre il dovere di provare che il prodotto fosse difettoso e che questo difetto abbia causato il danno, poichè l’Autorità giudiziaria potrà basare la propria valutazione sulla presunzione del difetto della merce.

Inoltre, il Tribunale potrà ordinare al produttore di rivelare tutte le informazioninecessarie e proporzionate” concernenti il prodotto e utili alla quantificazione del danno causato alla vittima.

Alla stregua di ciò, i consumatori potranno adire in giudizio per il risarcimento dei danni materiali e immateriali, come nel caso della perdita dei dati cancellati da un software installato oppure i danni medici con ripercussioni sulla salute psicologica.

Maggiore tutela ai consumatori che acquistano online fuori UE

Stando alla nuova Direttiva, il produttore, l’importatore oppure un suo rappresentante extra-Ue dediti alla vendita nell’Unione europea di prodotti, dovrà sempre indicare un’impresa con sede presso uno degli Stati membri.

La ratio è quella di poter individuare semplicemente entro i confini comunitari il responsabile dei danni causati dai prodotti difettosi. Per questa ragione, la norma sarà valida anche nel caso delle piattaforme di e-commerce poste al di fuori dell’Unione europea.

Estesa la responsabilità nel caso di danni lenti a emergere

Nel corso del tempo i beni acquistati possono subire un deterioramento che può rivelare dei danni al funzionamento e utilizzo.

Si parla infatti di danni lenti a emergere, riferendosi a quei difetti che possono mostrarsi solo molti anni più tardi dall’immissione nel mercato del prodotto.

Per non negare irragionevolmente la possibilità di chiedere un risarcimento per i danni causati da un prodotto difettoso, la Direttiva provvede a estendere il cd. periodo di scadenza che, attualmente fissato a 10 anni dalla commercializzazione del bene, viene portato a 25 anni.

Prossime tappe

La revisione al quadro normativo attualmente applicato a tutela dei consumatori che subiscono i danni di un prodotto difettoso dovrà ora essere approvata anche dal Consiglio.

Entrerà poi in vigore 20 giorni dopo la sua pubblicazione nella G.U. dell’Unione europea con il risultato di rendere le nuove norme applicabili anche ai prodotti immessi nel mercato 24 mesi dopo l’entrata in vigore della Direttiva.

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Virginia Sacco
Dottoressa in Giurisprudenza
Dopo la laurea presso l'Università degli Studi di Napoli - Federico II, ho seguito le mie passioni specializzandomi prima in Sicurezza economica, Geopolitica e Intelligence presso SIOI - UN ITALY e, successivamente, in Diritto dell'Unione Europea presso il mio ateneo di origine. Ho concluso la pratica forese in ambito penale, occupandomi di reati finanziari e doganali. Nel corso degli anni ho preso parte attivamente a eventi, attività e progetti a livello europeo e internazionale, approfondendo i temi della cooperazione giudiziaria e del diritto penale internazionale. Ho scritto di cybersicurezza, minacce informatiche e sicurezza internazionale per "Agenda Digitale" e "Cyber Security 360". Su Lexplain scrivo di diritto con parole semplici e accessibili.
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