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12 Settembre 2024
11:00

Obbligo scolastico in Italia, quando finisce e a quanti anni si può lasciare la scuola

L’obbligo scolastico è un dritto-dovere riconosciuto dalla Costituzione a tutti i cittadini, vale a dire che tutti hanno il diritto all’istruzione e che è obbligatorio frequentare la scuola per un periodo specifico di tempo.

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Obbligo scolastico in Italia, quando finisce e a quanti anni si può lasciare la scuola
Dottoressa in Giurisprudenza
Obbligo scolastico in Italia, quando finisce e a quanti anni si può lasciare la scuola

La scuola dell’obbligo (dai 6 ai 16 anni) è quel periodo di istruzione che, istituita per dalla Legge 296 del 2006, è obbligatoria almeno per 10 anni.

Questo significa che i giovani hanno l’obbligo di frequentare le lezioni della scuola primaria fino agli 11 anni, della scuola media fino ai 14 anni e della scuola superiore fino al compimento dei 16 anni. Dopo quel momento, è facoltà degli studenti decidere come proseguire l’istruzione purchè questo comprenda attività formative o professionali fino ai 18 anni.

L’obbligo scolastico ha lo scopo di assicurare a tutti i bambini e le ragazze un adeguato livello di scolarizzazione, ovvero l’apprendimento di nozioni, principi e competenze in diverse discipline.

In Italia il sistema di istruzione obbligatoria era già stato introdotto in epoca napoleonica, quando nel 1810 venne decretato da Gioacchino Murat l’obbligo formativo per la scuola primaria. Ma è grazie all’unità d’Italia che vennero approvati i primi provvedimenti idonei a promuovere l’alfabetizzazione e l’identità nazionale.

Frequentare la scuola è un momento fondamentale nella vita di ciascuno, consentendo di sviluppare le abilità civiche e sociali necessarie alla partecipazione attiva.

La scuola dell’obbligo in Italia: come funziona

L’obbligo scolastico è un dritto-dovere riconosciuto dalla Costituzione a tutti i cittadini, vale a dire che tutti hanno il diritto all’istruzione e che è obbligatorio frequentare la scuola per un periodo specifico di tempo.

Il sistema di istruzione è quindi articolato per livelli:

  • la scuola primaria, ovvero la scuola elementare, che dura cinque anni per gli studenti dai 6 agli 11 anni;
  • la scuola secondaria di primo grado, cioè la scuola media, la cui durata è triennale e comprende la fascia d’età 11-14 anni;
  • la scuola secondaria di secondo grado, ovvero la scuola superiore, fino ai 19 anni.

Tutti i giovani hanno il diritto di andare a scuola e imparare, accedendo al sistema educativo di istruzione e di formazione italiano.

La scuola dell’infanzia, come nel caso dell’asilo e del nido, e dell’Università sono a discrezione personale.

Quindi, gli studenti e le studentesse hanno anche il dovere di assolvere l’obbligo scolastico fino ai 16 anni, quindi almeno per i primi 2 anni dell’istruzione secondaria di secondo grado che comprende:

  • il liceo: prepara agli studi universitari, con approccio scientifico, classico, linguistico, artistico, scienze umane, musicale o coreutico;
  • gli istituti tecnici: formazione tecnico-teorica in ambiti come economica, turismo, agraria, tecnologia e altri;
  • gli istituti professionali: la formazione è orientata al pronto inserimento nel mondo del lavoro grazie a percorsi specifici nel mondo dell'hospitality, dell’artigianato, del commercio oppure dell’industria.

L'obbligo fino ai 16 anni garantisce un livello minimo di istruzione per tutti, ma da parte delle istituzioni vi è un forte incentivo a completare tra i 18 e i 19 anni il ciclo di istruzione superiore o il completamento di attività professionalizzanti che portino il conseguimento del diploma per accedere a maggiori opportunità di crescita personale e professionale.

Quando finisce l'obbligo scolastico: l’età minima

L’età minima contemplata dall’ordinamento per ritenere concluso l’obbligo di istruzione è il compimento dei 16 anni.

Ovvero, i giovani devono quanto meno aver completato i primi due anni dell’istruzione superiore di 2° grado.

Questo significa che, per legge, tutti i ragazzi devono frequentare la scuola o un percorso di formazione professionale almeno fino a questa età e che, dopo i 16 anni, gli studenti possono scegliere se continuare gli studi per conseguire un diploma di scuola superiore o seguire altri percorsi formativi o professionali.

È sempre fortemente raccomandato proseguire l'istruzione oltre l'età dell'obbligo per acquisire competenze utili per il mondo del lavoro o per ulteriori studi.

La legge sull’obbligo formativo in Italia

Dopo l'Unità d'Italia uno degli obiettivi principali del nuovo Stato italiano era l'unificazione non solo politica, ma anche culturale e sociale del Paese, che all'epoca era caratterizzato da una forte frammentazione regionale.

L'istruzione era uno strumento fondamentale per creare un'identità nazionale e promuovere l'alfabetizzazione.

I primi provvedimenti in tema di obbligo formativo furono:

  • Legge Casati del 1859: sebbene promulgata prima dell'Unità d'Italia, questa legge fu estesa a tutto il Regno d'Italia dopo il 1861. La Legge Casati introdusse l'obbligo scolastico per i bambini dai 6 ai 9 anni e stabilì le basi per un sistema di istruzione pubblica uniforme. Tuttavia, la sua applicazione pratica fu limitata e disomogenea, soprattutto nelle regioni più povere del Sud.
  • Legge Coppino del 1877: rappresentò un significativo passo avanti verso l'estensione dell'obbligo scolastico. Aumentò l'obbligo scolastico dai 6 ai 9 anni fino ai 12 anni e introdusse sanzioni per i genitori che non mandavano i figli a scuola. L'obiettivo era combattere l'analfabetismo, molto diffuso in Italia, specialmente nelle aree rurali e meridionali.
  • Legge Daneo-Credaro del 1911: trasferì la gestione delle scuole elementari dallo Stato ai comuni e aiutò a migliorare l'accesso e la qualità dell'istruzione elementare, rendendo l'obbligo scolastico più effettivo.

Successivamente,  l'obbligo scolastico venne progressivamente esteso.

Dapprima, nel 1948 con l’entrata in vigore della Costituzione della Repubblica Italiana, l'articolo 34 stabiliva che l'istruzione inferiore deve essere obbligatoria e gratuita per almeno otto anni.

Nel 1962, con l'introduzione della scuola media unificata, l'obbligo scolastico fu esteso fino ai 14 anni, includendo tutta la scuola primaria (elementare) e secondaria di primo grado (media).

Infine, l’obbligo scolastico fu esteso fino ai 16 solo nel 2003, come parte di una riforma che includeva anche percorsi di istruzione e formazione professionale. Sebbene, per tutti i giovani si applica  il diritto/dovere di istruzione e formazione per almeno 12 anni o, comunque, sino al conseguimento di una qualifica professionale triennale entro i 18 anni.

Cosa succede se non si rispetta l’obbligo scolastico

La famiglia assolve un ruolo fondamentale nel rispetto dell’obbligo scolastico dal momento che i genitori, e chi ne fa le veci, hanno la responsabilità di provvedere all’istruzione dei figli e di vigilare sugli stessi.

Se l’obbligo scolastico non viene rispettato possono essere applicate diverse misure sanzionatorie sia per i genitori o tutori legali, sia per gli studenti.

Innanzitutto, i Comuni di residenza e i dirigenti scolastici svolgono un’attività di supervisione sui nuclei familiari, attivandosi con controlli e richiami in presa di assenze ingiustificate e frequenti. In alcuni casi, la scuola può adottare un piano di formativo personalizzato per aiutare lo studente a rientrare nel percorso scolastico, offrendo attività di recupero, supporto psicologico o tutoraggio.

Se lo studente accumula un numero eccessivo di assenze, tale da non comprovare il raggiungimento del livello di apprendimento e quindi il poter essere ammesso all'anno successivo, dovrà ripetere l'anno scolastico in corso.

Alla stregua di ciò, l’articolo 570 ter del codice penale prevede delle pene specifiche in caso di inosservanza dell'obbligo dell'istruzione dei minori.

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Virginia Sacco
Dottoressa in Giurisprudenza
Dopo la laurea presso l'Università degli Studi di Napoli - Federico II, ho seguito le mie passioni specializzandomi prima in Sicurezza economica, Geopolitica e Intelligence presso SIOI - UN ITALY e, successivamente, in Diritto dell'Unione Europea presso il mio ateneo di origine. Ho concluso la pratica forese in ambito penale, occupandomi di reati finanziari e doganali. Nel corso degli anni ho preso parte attivamente a eventi, attività e progetti a livello europeo e internazionale, approfondendo i temi della cooperazione giudiziaria e del diritto penale internazionale. Ho scritto di cybersicurezza, minacce informatiche e sicurezza internazionale per "Agenda Digitale" e "Cyber Security 360". Su Lexplain scrivo di diritto con parole semplici e accessibili.
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