Il Mes (Meccanismo Europeo di Stabilità) è uno strumento finanziato dagli Stati dell’Eurozona e che ha la funzione di erogare prestiti ai Paesi aderenti che dovessero necessitarne. L’obiettivo del Mes è quello di tutelare le economie dell’Eurozona da eventuali crisi economiche che potrebbero, altrimenti, portare a gravi conseguenze.
Perché è stato creato il Mes?
Il Mes è stato creato nel 2012 come risposta alla crisi del debito sovrano europeo, cioè una crisi per la quale Paesi come la Grecia non erano più in grado di sostenere il proprio debito pubblico.
Come funziona il Mes?
In concreto, tutti i Paesi dell’Eurozona devono versare dei fondi al Mes e garantire di versarne ulteriori in caso di necessità. Grazie a questi versamenti, nel caso un Paese dovesse avere problemi finanziari, potrà richiedere un prestito al Mes e fronteggiare le avversità economiche.
Per esempio, l’Italia partecipa al Mes con 14 miliardi di euro versati, il 17,8% del totale (è il Paese che ha versato di più dopo Germania e Francia).
Tuttavia, non bisogna dimenticare che l’Italia ha sottoscritto capitale per 125,3 miliardi di euro e il Mes arriva a un totale di 704,8 miliardi di euro, di cui 80,5 sono già stati versati e, di questi, 14 sono per l’appunto italiani.
Questo significa che, se ce ne fosse la necessità, l’Italia dovrà fornire al Mes fino a 125,3 miliardi di euro. Mentre, comprendendo tutti i Paesi aderenti, la cifra arriva fino a 704,8 miliardi di euro.
Ad ogni modo, per ottenere un prestito dal Mes, un Paese in crisi deve presentare la richiesta al Consiglio dei Governatori del Mes: organo che guida il Mes ed è composto dai Ministri delle finanze dei Paesi aderenti.
A questo punto, la Commissione Europea dovrà analizzare lo stato di salute dell'economia del Paese richiedente il prestito e il suo fabbisogno finanziario. Terminata questa analisi la Commissione comunicherà le proprie conclusioni al Consiglio dei Governatori che, a quel punto, potrà decidere se procedere o meno con l'erogazione del prestito.
Come si prendono le decisioni in merito al Mes?
Per prendere decisioni in merito al MES, come il decidere se concedere o meno dei prestiti a un Paese in difficoltà, occorre il benestare di almeno l’85% del capitale nei casi di urgenza. I casi di urgenza sono indicati dalla Commissione Europea e dalla BCE qualora la stabilità dell'Eurozona fosse minacciata. Questo comporta che alcuni Stati abbiano di fatto un diritto di veto: è la situazione dell’Italia.
Infatti, senza l’Italia, e vale lo stesso per Germania e Francia, l’85% del capitale non è raggiungibile. In parole più semplici, questo significa che Italia, Francia e Germania hanno la possibilità di paralizzare il Mes.
Altrimenti, a livello ordinario (senza urgenze), occorre l'unanimità del Consiglio dei Governatori per assumere decisioni relative al Mes.
Il Mes conviene all'Italia?
Il Mes ha sia dei vantaggi che degli svantaggi. Tra gli svantaggi c’è sicuramente il dover tenere molti soldi inutilizzati (ben 14 miliardi di euro). D’altro canto, però, il Mes va visto come un’assicurazione, perché è nato proprio con questo scopo, proprio come chi decide di tenere dei soldi da parte per le emergenze.
Infatti, se un giorno l’Italia dovesse averne bisogno, potrà accedere a questo fondo ed evitare (o limitare) le potenziali gravi conseguenze di una crisi economica, che potrebbero portare addirittura al fallimento se non risolte tempestivamente.
In più, l’esistenza del Mes è una sorta di garanzia verso i nostri Titoli di Stato (come i BTP), perché il Mes rende molto più difficile il fallimento dell’Italia e, di conseguenza, gli investitori pretendono interessi più bassi grazie al MES.
L’utilizzo del Mes implica la ristrutturazione del debito?
No, un prestito del Mes non implica automaticamente la ristrutturazione del debito pubblico. Inoltre, le ristrutturazioni dei debiti pubblici possono avvenire a prescindere dall’esistenza o meno del Mes e/o dal suo utilizzo.
Le condizioni del Mes sono svantaggiose per chi lo utilizza?
Occorre partire dal presupposto che un prestito al MES si può richiedere sia per situazioni non gravi che per situazioni gravi, purché il crollo dell’economia non sia irreversibile. Tuttavia, in base alla situazione cambiano le condizioni. In termini tecnici stiamo parlando delle “linee di credito”.
Se l’economia di un Paese è sana ma c’è il bisogno di un prestito, le condizioni saranno leggere e non ci saranno obblighi particolari. Invece, se l’economia è in crisi, ci sarà un cosiddetto “memorandum”. Cioè, un documento con cui saranno richieste al Paese delle misure piuttosto forti in cambio del prestito, misure per salvare l’economia ma spesso impopolari, come licenziamenti di dipendenti pubblici o il taglio di servizi come l’istruzione o la sanità.