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19 Luglio 2023
20:00

Le Zone Economiche Speciali (ZES): cosa sono e come funzionano

Con il termine “ZES” si fa riferimento a una “Zona Economica Speciale”, ovvero a una determinata area geografica nell’ambito della quale le aziende possono godere di determinati benefici economici e di una serie di semplificazioni dal punto di vista amministrativo. Vediamo nel dettaglio quali sono questi benefici.

Le Zone Economiche Speciali (ZES): cosa sono e come funzionano
Avvocato
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La ZES ovvero “Zona Economica Speciale” è un’area geografica entro la quale sono riconosciuti una serie di benefici economici e sono previste una serie di semplificazioni di tipo amministrativo a favore delle imprese.

Sono migliaia le ZES istituite in tutto il mondo, ci sono ZES in Europa, diverse sono in Italia, alcune sono concentrate anche in altri Paesi, tra questi la Polonia.

L’esperienza vissuta in Cina meridionale si contraddistingue per il particolare successo legato all’istituzione di una ZES in queste zone.

La città di Shenzhen rappresenta fiore all’occhiello di questa realtà.

Nei primi anni ’80, infatti, Shenzhen era una città la cui economia era fondata essenzialmente sulla pesca.

Con l’istituzione di una ZES, in un periodo di circa trent’anni sono stati fatti passi da gigante; attualmente Shenzhen costituisce polo di attrattiva per numerosi investitori ed è una delle città più industrializzate e popolate della Cina.

L’esempio di Shenzhen ha contribuito alla diffusione del modello in ambito globale.

La ZES, in sostanza, si è rivelata, in molti casi, uno strumento di politica economica particolarmente efficace, in grado di attirare investitori, di permettere la valorizzazione del territorio e di facilitare l’interconnessione tra le diverse aree del territorio stesso.

Cosa si intende per ZES

Con il termine “ZES” si fa riferimento a una “Zona Economica Speciale, ovvero a una determinata area geografica nell’ambito della quale le aziende possono godere di determinati benefici economici e di una serie di semplificazioni dal punto di vista amministrativo.

L’istituzione della ZES deve avvenire in relazione ad aree situate nel territorio dello Stato, e può riguardare zone non necessariamente contigue, ma che presentano un nesso funzionale, e che sono in collegamento almeno con un’area portuale.

La ZES è istituita nell’ambito di aree geografiche ove è necessario creare le premesse per favorire lo sviluppo economico.

Si tratta di zone che presentano talune criticità, e che possono trovare un’eccellente occasione di rilancio nella creazione di un’area nell’ambito della quale le imprese possano godere di una serie di agevolazioni.

Quali sono i vantaggi della ZES

L’istituzione della ZES costituisce un indubbio vantaggio per le aziende del territorio, poiché vuol dire possibilità per le imprese di usufruire di benefici dal punto di vista fiscale e di semplificazioni di tipo amministrativo.

La creazione di un’area ZES, dunque, attrae nuovi investitori favorendo la creazione di nuove aziende e lo sviluppo di imprese preesistenti.

L’istituzione delle ZES è regolamentata dall’articolo 4 del Decreto-Legge n. 91/2017 e s.m.i., come modificato dal Decreto-Legge n. 77/2021 e s.m.i..

Con l’adozione di tale ultimo Decreto-Legge sono state riorganizzate le ZES, con particolare riferimento alle funzioni del Commissario straordinario di Governo.

I principali vantaggi per gli imprenditori che decidono di investire nelle ZES sono i seguenti:

  • Semplificazioni di tipo amministrativo
  • Benefici fiscali.

Vediamoli in dettaglio.

Le semplificazioni di tipo amministrativo

1) Sono ridotti di un terzo una serie di termini procedimentali in ambito amministrativo.

Ad esempio, sono ridotti i termini procedimentali in materia di:

  • valutazione d'impatto ambientale (VIA);
  • valutazione ambientale strategica (VAS);
  • autorizzazione integrata ambientale (AIA);
  • autorizzazione unica ambientale (AUA);
  • autorizzazione paesaggistica;
  • edilizia;
  • concessioni demaniali portuali.

2) Sono ridotti a metà i tempi che riguardano le procedure relative alla concessione di eventuali autorizzazioni, licenze, permessi, concessioni o nulla osta, nell’ambito delle quali risultano coinvolte più amministrazioni.

3) Presso ogni Commissario straordinario è istituito uno sportello unico digitale presso il quale è possibile presentare il proprio progetto per ottenere l’autorizzazione unica che sostituisce la segnalazione certificata di inizio attività, in zona ZES.

Nell’autorizzazione unica confluiscono tutti gli atti di autorizzazione, assenso e nulla osta rilasciati dal Commissario straordinario della ZES.

4) Presso la Presidenza del Consiglio dei ministri è istituita la Cabina di regia ZES, presieduta dal Ministro per il Sud, Autorità politica delegata per la coesione territoriale e composta da vari Ministri, che ha il compito di verificare e monitorare gli interventi nelle ZES.

I benefici fiscali

Con Decreto-Legge n. 91/2017 e s.m.i. sono state espressamente previste misure di agevolazione fiscale per gli investimenti effettuati nelle ZES.

Il riferimento va al cosiddetto credito d’imposta ZES.

In particolare, è stata prevista l’applicazione, fino al 31 dicembre 2023, del credito d’imposta relativo all’acquisto di beni strumentali all’esercizio di impresa, che va commisurato alla quota complessiva del costo dei beni acquistati, con una maggiorazione dell’importo massimo di investimento agevolabile, pari a 100 milioni di euro.

Con l’adozione del decreto-legge n. 77/2021 e s.m.i., tale agevolazione è stata ulteriormente rafforzata attraverso la sua estensione all’acquisto di immobili strumentali agli investimenti e attraverso l’incremento, da 50 a 100 milioni di euro, dell’importo massimo di investimento agevolabile.

Il credito di imposta, quindi, è stato esteso all'acquisto di terreni e all’acquisizione, alla realizzazione ovvero all'ampliamento di immobili strumentali agli investimenti.

Un'altra agevolazione fiscale riguarda la riduzione al 50% dell'imposta sui redditi per le imprese che intraprendono una nuova iniziativa economica nelle Zes, prevista dall'art. 1 commi 173-176 della L. 178/2020 (legge di bilancio 2021):

"Per le imprese che intraprendono una nuova iniziativa economica nelle Zone economiche speciali (ZES) istituite ai sensi del decreto-legge 20 giugno 2017, n. 91, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2017, n. 123, l'imposta sul reddito derivante dallo svolgimento dell'attività nella ZES è ridotta del 50 per cento a decorrere dal periodo d'imposta nel corso del quale è stata intrapresa la nuova attività e per i sei periodi d'imposta successivi”.

I benefici fiscali vengono concessi alle seguenti condizioni:

  • le imprese devono mantenere la loro attività nell’area ZES per almeno sette anni dopo il completamento dell'investimento che è oggetto delle agevolazioni;
  • le imprese beneficiarie non devono essere in stato di liquidazione o di scioglimento.

Cos’è il credito d’imposta?

Il credito d’imposta è un credito che un soggetto vanta nei confronti del fisco.

I crediti d’imposta previsti dall’ordinamento sono di vario genere.

Esistono crediti d’imposta legati ad agevolazioni fiscali che, di fatto, si traducono nel riconoscimento di una certa liquidità alle imprese e sono riconosciuti a fronte di particolari investimenti.

Esistono crediti d’imposta attribuiti per rimediare a fenomeni di doppia imposizione.

Un esempio è rappresentato dai crediti d’imposta che vengono riconosciuti ai soggetti che percepiscono redditi che derivano da fonte estera.

Tali soggetti, qualora non fosse riconosciuto loro il credito d’imposta, si ritroverebbero a pagare un’imposta all’estero e una al fisco italiano.

Vi sono poi crediti d’imposta che vengono riconosciuti per motivi extrafiscali, e che in concreto sono dei finanziamenti, che compensano i debiti d’imposta.

I crediti d’imposta si distinguono in rimborsabili e non rimborsabili.

I crediti non rimborsabili sono riconosciuti, infatti, soltanto per compensare un debito d’imposta.

Quante ZES ci sono nel mondo?

Nel mondo sono stimate oltre 4000 ZES in diversi Paesi, tra cui la Cina, le Filippine, la Corea del Nord, la Russia.

Anche in Europa sono presenti diverse aree ZES.

Vi sono ZES in Irlanda, in Portogallo, in Polonia.

Quali sono le zone ZES in Italia

Con Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 25 gennaio 2018, n. 12, sono stati indicati i valori massimi di istituzione ZES per ciascuna Regione.

Attualmente sono varie le ZES presenti in Italia.

Ci sono ZES, ad esempio, in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

Come si istituisce una ZES

La durata della ZES non può essere inferiore a sette anni e superiore a quattordici anni.

Tale durata è prorogabile fino a un massimo di ulteriori sette anni.

La proposta relativa all’istituzione di un’area ZES può essere presentata da una Regione meno sviluppata e in transizione, così come disposto dalla normativa europea.

Ciascuna Regione può presentare una proposta per l’istituzione di un’area ZES nel proprio territorio, o al massimo due proposte qualora siano presenti più aree portuali.

Qualora una Regione non presenti un’area portuale può comunque proporre un’istanza di istituzione di una ZES ma solo in forma associativa, qualora sia contigua ad altro territorio con area portuale.

L’area ZES è istituita con Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la coesione territoriale e il Mezzogiorno, se nominato, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, su proposta  delle Regioni interessate.

La proposta presentata dalla Regione deve essere corredata da un piano di sviluppo strategico.

Le zone ZES possono rilanciare la produzione del Mezzogiorno?

Le zone ZES possono sicuramente costituire un’occasione importante di rilancio per il Mezzogiorno.

Lo snellimento delle procedure amministrative e la concessione di benefici fiscali possono rappresentare un importante motivo di attrattiva per gli investitori.

Il caso Shenzhen, sul punto, fornisce un’indicazione illuminante.

Sarà da verificare, nei prossimi anni, l’impatto dell’istituzione delle aree ZES nel nostro Paese.

Laureata con lode in giurisprudenza presso l’Università degli studi di Napoli Federico II. Ho poi conseguito la specializzazione presso la Scuola di specializzazione per le professioni legali, sono stata collaboratrice della cattedra di diritto pubblico comparato e ho svolto la professione di avvocato. Sono autrice e coautrice di numerosi manuali, alcuni tra i più noti del diritto civile e amministrativo. Sono inoltre autrice di numerosi articoli giuridici e ho esperienza pluriennale come membro di comitato di redazione. Per Lexplain sono editor per l'area "diritto" e per l'area "fisco". 
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