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16 Marzo 2024
15:00

Le omissioni nei confronti dei figli possono integrare il reato di maltrattamenti in famiglia

La Corte di Cassazione, sezione 6, penale, con sentenza n. 8617 del 27 febbraio 2024 ha ritenuto integrato il reato di maltrattamenti in famiglia (572 c.p.) nel caso dei comportamenti del genitore espressione di disinteresse e trascuratezza nei confronti dei minori.

Le omissioni nei confronti dei figli possono integrare il reato di maltrattamenti in famiglia
Dottoressa in Giurisprudenza
Il disinteresse e le omissioni nei confronti dei figli possono integrare il reato di maltrattamenti in famiglia

La Suprema Corte di Cassazione si è espressa a proposito delle omissioni da parte del genitore nei confronti dei figli minori, ritenendo configurabile il reato di maltrattamenti in famiglia.

Secondo la Corte, i comportamenti del genitori che siano espressione di disinteresse e trascuratezza possono ledere lo sviluppo psicofisico del minore.

Il fatto

La Corte d’Appello sceglie di riformare la sentenza assolutoria resa nel corso del giudizio abbreviato di primo grado, e condannava l’imputata Tizia per il reato di maltrattamenti in famiglia (art. 572 c.p.) commesso ai danni dei figli minori, Sempronio e Mevio.

Valutando le complessive dichiarazioni rese dai due figli minori, così come le annotazioni di servizio redatte in occasione dell’intervento degli agenti di polizia, ma anche gli accertamenti svolti dagli assistenti sociali da cui discendeva la sospensione della potestà genitoriale per Tizia, la condotta della donna dimostrava la configurabilità del reato di maltrattamenti.

Infatti, Sempronio e Mevio avevo riferito di essere stati frequentemente picchiati dalla madre, di essere stati costretti a dormire nel pomeriggio per poi seguirla fino a tarda notte in locali notturni.

Sovente, inoltre, si verificava che la madre – per effetto dell’abuso di sostanze alcoliche – non fosse in grado di occuparsi di sè, al punto tale che i figli minori rimanessero totalmente privi di assistenza, vivendo in uno stato di trascuratezza e abbandono.

Avverso la decisione, Tizia proponeva ricorso per Cassazione lamentando l'erronea valutazione della sua condotta, facendo leva esclusivamente sul disagio familiare profondo e dovuto alla sua dipendenza dall’alcool.

La decisione

La Corte di Cassazione, sezione 6, penale, con sentenza n. 8617 del 27 febbraio 2024, riteneva il ricorso inammissibile.

Innanzitutto, secondo i giudici della Suprema Corte, il reato di cui all’art. 572 c.p. ben può essere integrato imponendo ai figli (specie se minori) uno stile di vita inadatto all’età e allo sviluppo della personalità, connotato non solo dalle soventi violenze fisiche ma anche da un generale disinteresse verso l’accudimento.

In secondo luogo, abbracciando l’orientamento consolidato, gli Ermellini ritengono che il reato di maltrattamenti in famiglia possa essere integrato anche alla luce di omissioni da parte del genitori, tali da non provvedere all’assistenza e alla protezione del minore.

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Virginia Sacco
Dottoressa in Giurisprudenza
Dopo la laurea presso l'Università degli Studi di Napoli - Federico II, ho seguito le mie passioni specializzandomi prima in Sicurezza economica, Geopolitica e Intelligence presso SIOI - UN ITALY e, successivamente, in Diritto dell'Unione Europea presso il mio ateneo di origine. Ho concluso la pratica forese in ambito penale, occupandomi di reati finanziari e doganali. Nel corso degli anni ho preso parte attivamente a eventi, attività e progetti a livello europeo e internazionale, approfondendo i temi della cooperazione giudiziaria e del diritto penale internazionale. Ho scritto di cybersicurezza, minacce informatiche e sicurezza internazionale per "Agenda Digitale" e "Cyber Security 360". Su Lexplain scrivo di diritto con parole semplici e accessibili.
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