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23 Agosto 2024
17:00

Le imprese cercano 699mila specialisti digitali, ma il 54,9% delle posizioni resta vacante

Crescente la difficoltà delle imprese a reperire personale qualificato con competenze digitali avanzate secondo una rilevazione di Confartigianato. All'appello ne mancano ben 362mila.

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Le imprese cercano 699mila specialisti digitali, ma il 54,9% delle posizioni resta vacante
Esperta in Diritto Tributario
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In Italia le aziende hanno necessità di 699mila lavoratori con competenze digitali avanzate 4.0, ma non riescono a trovarne più della metà (51,8%). Si tratta di 362mila lavoratori che devono essere capaci di gestire tecnologie come l’intelligenza artificiale, il cloud computing, l’Industrial Internet of Things (IoT), la data analytics, i big data, la realtà virtuale e aumentata e la blockchain.

Questi i numeri che emergono da una rilevazione di Confartigianato, secondo cui nelle micro e piccole imprese, il 54,9% delle posizioni che richiedono competenze digitali rimangono vacanti.

“Le nostre aziende – sottolinea il Presidente di Confartigianato Marco Granelli – devono poter contare su lavoratori in grado di padroneggiare le nuove tecnologie. Serve un’adeguata politica formativa e un dialogo sempre più stretto tra la scuola, il sistema dell’istruzione professionale e le imprese”.

Competenze digitali: ecco le regioni con carenze di personale

Confartigianato ha stilato anche la classifica delle regioni e delle province in cui il problema del personale introvabile è più acuto e supera la media nazionale. A livello regionale è in testa il Trentino-Alto Adige, dove il 65,8% dei posti di lavoro con e-skills offerti dalle imprese (pari a 12.070) rimane vacante. Seguono il Friuli-Venezia Giulia (7.350 le figure professionali introvabili, pari al 62,6% del totale richiesto dalle imprese della regione), l’Umbria (3.750, pari al 60,3%), le Marche (9.030, pari al 57,1%), il Veneto (31.720, pari al 56,3%) e l’Emilia-Romagna (29.760, pari al 55,8%). Mostrano percentuali superiori alla media nazionale anche la Toscana (22.550, pari al 54%), la Liguria (7.900, equivalente al 53,1%), il Piemonte (25.860, pari al 53%), la Lombardia (80.250, vale a dire il 52,3%) e l’Abruzzo (6.930, pari al 52%).

Su scala provinciale, Bolzano guida la classifica delle province con il più alto mismatch tra domanda e offerta di manodopera qualificata, con il 69,2% dei posti di lavoro altamente qualificati difficili da coprire, pari a 7.110. Seguono Trieste (1.390, pari al 68,3%), Terni (880, pari al 67,5%), Udine (3.420, pari al 66,5%) e Cuneo (4.030, pari al 66%). Anche province come Lucca (64,2%), Lodi (63,6%), Gorizia (61,9%) e Trento (61,4%) riscontrano gravi difficoltà nel trovare lavoratori con competenze digitali avanzate.

Come le aziende attraggono i lavoratori

Infine, sempre secondo il rapporto di Confartigianato, per reagire alla carenza di personale, attrarre giovani talenti e trattenere i lavoratori con più elevate skills ed esperienza, hanno adottato una serie di strategie. In particolare, il 32,6% dei piccoli imprenditori punta su aumenti salariali, il 28,5% su flessibilità degli orari di lavoro e il 24,9% sulla collaborazione con le scuole, soprattutto quelle ad indirizzo tecnico e professionale.

Secondo l'associazione per il 72% dei lavoratori necessari alle piccole imprese è richiesto un titolo secondario tecnico o con qualifica o diploma professionale o una laurea in materie scientifiche, tecnologiche ed ingegneristiche (STEM).

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