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16 Settembre 2024
11:00

Lasciare il cane legato sotto il sole è reato: lo dice la Cassazione

La condotta di cui al reato di abbandono di animale (art. 727 c.p.) non fa solo riferimento alle sevizie, alle torture o alle crudeltà commesse con dolo, ma anche a tutti quei comportamenti ulteriori e connotati da colposità che, per incuria, offendono lo stato psico-fisico degli animali, trascurandone la natura di esseri viventi autonomi.

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Lasciare il cane legato sotto il sole è reato: lo dice la Cassazione
Dottoressa in Giurisprudenza
Lasciare il cane legato sotto il sole è reato: lo dice la Cassazione

Chi lega il cane alla ringhiera lasciandolo sotto il sole per due ore, senza acqua o un riparo all’ombra, commette un illecito penale.

Diversi regolamenti regionali e comunali vietano di tenere legati gli animali domestici, ma la condotta può anche configurare un illecito penale.

La Corte di Cassazione è recentemente intervenuta sul punto, affermando che lasciare il cane legato sotto il sole fa scattare il reato di abbandono di animale (art. 727 c.p.).

I fatti

Il Tribunale di primo grado condannava Sempronio al pagamento dell’ammenda pari a 700 euro per il reato di cui all’art. 727 c.p. e al risarcimento in favore della costituitasi parte civile, Mevia, da liquidarsi in separato giudizio e a cui ha anche assegnato una provvisionale immediatamente esecutiva dell'ammontare di 300 euro.

Secondo i giudici di prime cure, infatti, Sempronio avrebbe sottoposto a sevizie il proprio cane pastore tedesco, legandolo alla ringhiera di un portone ed esponendolo al forte caldo senza lasciargli da bere, tanto che l'animale andava in ipotermia.

Avverso tale sentenza, Sempronio, ha proposto appello che tuttavia veniva dichiarato inammissibile dalla Corte e che lo qualificava come ricorso per cassazione, disponendone la trasmissione, dal momento che si trattava di sentenza non appellabile.

Nel contestare la configurabilità del reato di abbandono di animale (art. 727 c.p.) ascrittogli, Sempronio deduceva i seguenti motivi:

  1. il cane, di proprietà della parte civile, era stato lasciato in un luogo noto sia al proprietario che ad altri e diversi condomini presenti nello stabile;
  2.  il veterinario che aveva visitato il pastore tedesco dopo l’episodio, aveva accertato che il cane fosse accaldato ma non in precarie condizioni di salute, né tantomeno disidratato.

Per questi motivi, secondo Sempronio, la ricostruzione secondo cui il cane avesse patito delle sofferenze era errata.

La decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, sezione 3, sentenza 29 agosto 2024, n. 33276 si è pronunciata in tema di abbandono di animale e ritenendo inammissibile il ricorso proposto.

Secondo la Suprema Corte, il ricorrente aveva ricevuto dalla parte civile il cane pastore tedesco, affinchè lo accudisse temporaneamente.

Il ricorrente, tuttavia, aveva legato alla ringhiera dello stabile in cui viveva il cane, lasciandolo per circa due ore sotto il sole, senza accertarsi della presenza di altri affinchè potesse prendersene cura in attesa dell’arrivo del proprietario.

Per questo motivo, il cane veniva ritrovato in uno stato di ipertermia e con la frequenza respiratoria alterata, quale causa di uno stato di sofferenza subìto dall’abbandono e correndo il rischio di serie conseguenze per l’esposizione al calore.

Conclude la Corte, la condotta descritta dal reato di abbandono di animale (art. 727 c.p.) non fa solo riferimento alle sevizie, alle torture o alle crudeltà commesse con dolo, ma anche a tutti quei comportamenti ulteriori e connotati da colposità che, per incuria, offendono lo stato psico-fisico degli animali, trascurandone la natura di esseri viventi autonomi.

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Virginia Sacco
Dottoressa in Giurisprudenza
Dopo la laurea presso l'Università degli Studi di Napoli - Federico II, ho seguito le mie passioni specializzandomi prima in Sicurezza economica, Geopolitica e Intelligence presso SIOI - UN ITALY e, successivamente, in Diritto dell'Unione Europea presso il mio ateneo di origine. Ho concluso la pratica forese in ambito penale, occupandomi di reati finanziari e doganali. Nel corso degli anni ho preso parte attivamente a eventi, attività e progetti a livello europeo e internazionale, approfondendo i temi della cooperazione giudiziaria e del diritto penale internazionale. Ho scritto di cybersicurezza, minacce informatiche e sicurezza internazionale per "Agenda Digitale" e "Cyber Security 360". Su Lexplain scrivo di diritto con parole semplici e accessibili.
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