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4 Ottobre 2023
15:00

La politica di bilancio

La politica di bilancio assume un ruolo fondamentale nell’attività di Governo, poiché riguarda una serie di settori particolarmente delicati quali la crescita economica del Paese e il risanamento dei conti pubblici.

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La politica di bilancio
Avvocato
la politica di bilancio

La politica di bilancio occupa un ruolo centrale nell’attività di Governo, poiché riguarda una serie di settori particolarmente delicati quali la crescita economica del Paese e il risanamento dei conti pubblici.

Nella Costituzione viene effettuato riferimento espresso alla legge di bilancio, ai sensi dell’art. 81, ove è stabilito il dovere per il Parlamento di approvare con legge, ogni anno, il bilancio e il rendiconto consuntivo presentati dal Governo.

L’eventuale esercizio provvisorio del bilancio può essere concesso soltanto con legge e per un periodo mai superiore ai quattro mesi.

Viene inoltre stabilito, all’art. 81 della Costituzione, che la legge di bilancio, le norme e i criteri che mirano ad assicurare l’equilibrio tra entrate e spese e la sostenibilità del debito pubblico devono essere previsti con legge approvata a maggioranza assoluta.

Cos'è la politica di bilancio e a cosa serve

Con l’espressione “politica di bilancio” si fa riferimento a  quell’insieme di misure assunte dal Governo che sono volte al raggiungimento di una serie di obiettivi di tipo economico, che si sostanziano, in linea di massima, nella crescita economica del Paese e nel risanamento dei conti pubblici.

Nell’ambito della politica di bilancio, la politica fiscale riguarda l’adozione di misure in materia fiscale volte ad agire, ad esempio, in termini di contrasto all’evasione oppure volte alla semplificazione complessiva del sistema tributario.

Con la modifica eventuale della politica fiscale lo Stato può incidere sui consumi e sugli investimenti.

Quali sono gli strumenti della programmazione di bilancio

Gli strumenti della programmazione di bilancio sono i seguenti:

  • Il Documento di Economia e Finanza (DEF);
  • la Nota di Aggiornamento del DEF (NADEF);
  • il Bilancio dello Stato;
  • il Bilancio di Assestamento;
  • i documenti che vengono inviati alle istituzioni europee, come il Programma di Stabilità, il Programma Nazionale di Riforma o Il Documento Programmatico di Bilancio.
  • i documenti che riportano i risultati della gestione del bilancio dello Stato come il Rendiconto Generale dello Stato o il Rapporto sulle entrate tributarie e contributive.

Quale documento rappresenta la politica di bilancio

Il Documento di economia e finanza (Def) è il documento che rappresenta la politica di bilancio.

Il semestre europeo

Il coordinamento delle politiche economiche e di bilancio dei vari Paesi appartenenti all’Unione europea viene realizzato nell’ambito del semestre europeo e si svolge da novembre a luglio.

Con il coordinamento delle politiche economiche e di bilancio realizzato nell’ambito del semestre europeo, si ambisce a realizzare una politica economica stabile nell’Unione europea, una crescita economica uniforme e ad attuare piani nazionali di ripresa e resilienza.

Con riguardo alle politiche di bilancio, in particolare, si mira  a garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche così come stabilito dal patto di stabilità e crescita.

Il semestre europeo è articolato in una serie di appuntamenti calendarizzati, in occasione dei quali i Paesi membri ricevono consulenza dall’Unione e raccomandazioni individuali inerenti alle politiche di bilancio da adottare.

Politica di bilancio espansiva e restrittiva

Con l’adozione di una politica monetaria espansiva si tende a favorire la crescita dell’occupazione e dei redditi, si agisce sulla spesa pubblica aumentandola, vengono diminuiti i tassi di interesse. Una politica fiscale espansiva, ad esempio, va a diminuire le imposte. Una delle conseguenze possibili di queste manovre è costituita dal tendenziale aumento dei consumi.

Con l’adozione di una politica monetaria restrittiva, invece, si tende a realizzare un risanamento dei conti pubblici. Si va a incidere sulle spese pubbliche, diminuendole. Una politica fiscale restrittiva, ad esempio, può implicare un aumento delle imposte sui redditi.

Quali sono i principali obiettivi di una politica di bilancio?

I principali obiettivi di una politica di bilancio riguardano la crescita del Paese e il risanamento dei conti pubblici.

Nel Def del 2023 sono indicati i seguenti quattro obiettivi:

  • Primo obiettivo: superamento graduale di alcune delle misure straordinarie di politica fiscale degli ultimi tre anni, e individuazione di nuovi interventi per il sostegno ai soggetti più vulnerabili e per il rilancio dell’economia.
  • Secondo obiettivo: riduzione graduale ma sostenuta del deficit e del debito della PA in rapporto al PIL.
  • Terzo obiettivo: sostegno alla ripresa economica e al conseguimento di tassi di crescita del PIL e del benessere economico dei cittadini più elevati di quelli comuni ai due decenni scorsi.
  • Quarto obiettivo: riduzione dell’inflazione e recupero del potere d’acquisto delle retribuzioni.

La regola del bilancio in pareggio

Il pareggio di bilancio si verifica quando le uscite eguagliano le entrate e non vi è, dunque, un’esposizione debitoria.

Va specificato che nella nostra Costituzione, il riferimento espresso è all’equilibrio dei bilanci che lo Stato deve assicurare.

La norma di cui all’art. 81 della Costituzione dispone, infatti, che: “Lo Stato assicura l’equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico”.

Viene inoltre stabilito che: “Il ricorso all’indebitamento è consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e, previa autorizzazione delle Camere adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, al verificarsi di eventi eccezionali”.

Questa previsione costituisce il frutto degli impegni assunti nell’ambito dell’Unione europea.

Va ricordato che con il Patto europlus, adottato nel marzo del 2011, gli Stati dell’area euro e alcuni altri Stati membri dell’UE si sono impegnati espressamente a recepire nelle Costituzioni o nella legislazione nazionale le regole del Patto di stabilità e crescita.

Con il Trattato sulla stabilità, il coordinamento e la governance nell'Unione economica e monetaria (il cosiddetto Fiscal compact) firmato il 2 marzo del 2012, i Paesi si sono impegnati, in particolare, a fare in modo che: “La posizione di bilancio della pubblica amministrazione di una parte contraente è in pareggio o in avanzo” (art. 3, comma 1, lett.a).

Viene inoltre specificato che tale obiettivo si considera rispettato “se il saldo strutturale annuo della pubblica amministrazione è pari all'obiettivo di medio termine specifico per il paese, quale definito nel patto di stabilità e crescita rivisto, con il limite inferiore di un disavanzo strutturale dello 0,5% del prodotto interno lordo ai prezzi di mercato”.

In ipotesi di deviazione da tale obiettivo, i Paesi devono attivarsi per correggere la situazione entro un preciso termine.

Laureata con lode in giurisprudenza presso l’Università degli studi di Napoli Federico II. Ho poi conseguito la specializzazione presso la Scuola di specializzazione per le professioni legali, sono stata collaboratrice della cattedra di diritto pubblico comparato e ho svolto la professione di avvocato. Sono autrice e coautrice di numerosi manuali, alcuni tra i più noti del diritto civile e amministrativo. Sono inoltre autrice di numerosi articoli giuridici e ho esperienza pluriennale come membro di comitato di redazione. Per Lexplain sono editor per l'area "diritto" e per l'area "fisco". 
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