La Corte Internazionale di Giustizia, ovvero il Tribunale de l’Aja, quest’oggi si è espressa con una sentenza provvisoria a proposito dell’accusa di genocidio da parte di Israele promossa dal Sudafrica.
Si tratta di una valutazione parziale sulle circostanze ancora in corso ma che per il momento respingono la richiesta di archiviazione di Israele rispetto alla denuncia mossa da Pretoria.
Joan Donoghue, giudice chiamato a valutare il procedimento, ha confermato che il numero di prove raccolte è considerevole e sufficiente a valutare le accuse contro lo Stato israeliano.
Ma andiamo con ordine e vediamo cosa ha deciso la CIG e cosa comporta la violazione della Convenzione sul genocidio.
Le accuse di genocidio contro Israele
La Corte Internazionale di Giustizia con sede a l’Aja è stata chiamata a pronunciarsi sui tragici avvenimenti che si stanno consumando a Gaza per mano dello Stato di Israele e che, secondo le accuse mosse dal Sudafrica, rappresentano “un modello di condotta genocida”.
La denuncia presentata innanzi al tribunale cardine delle Nazioni Unite è stato sorretto da un fascicolo di 84 pagine in cui sono state raccolte, secondo gli avvocati di pretoria, tutti i mezzi di prova idonei a dimostrare l’obiettivo di Israele, ovvero lo sterminio del popolo palestinese.
Secondo il Sudafrica quanto compiuto avrebbe “carattere genocidiario perché hanno l’obiettivo di perpetrare la distruzione di una parte sostanziale del gruppo nazionale, razziale ed etnico dei palestinesi”.
Si pensi che, allo stato in cui si scrive, il bilancio dei morti nella Striscia di Gaza è di circa 25.900 e di 64.110 feriti.
A sostegno del caso presentato da Pretoria seguono altri 50 Paesi (per lo più del mondo arabo), ma non manca una spaccatura globale tra chi invece si schiera a favore di Israele (come nel caso degli Stati Uniti) e chi invece resta in silenzio.
Quanto sta avvenendo nella Striscia di Gaza, secondo le accuse, violerebbe gli obblighi imposti a livello internazionale da parte della Convenzione sul genocidio.
Gli obblighi della Convenzione sul genocidio
La Convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio, siglata a New York nel 1948, inquadra il genocidio come uno tra i crimini più gravi del diritto internazionale.
Perpetrare atti genocidiari comporta la perseguibilità a livello internazionale dello Stato nazionale colpevole, così come degli individui autori e coinvolti nella perpetrazione-
Secondo la Convenzione, affinchè l’atto di aggressione nei confronti di un territorio o una popolazione possa considerarsi genocidio, occorre la sussistenza di alcuni elementi fondamentali:
- il compimento di uno tra i vari atti come l’uccisione di un gruppo o l’adozione di misure di nascite ecc;
- prendere di mira gruppi nazionali, etnici, razziali o religiosi;
- l’intenzione di distruggere in tutto o in parte il gruppo preso di mira, ovvero il dolo specifico.
A tutela dei diritti della popolazione colpita, la Convenzione fissa diversi meccanismi di garanzia, tra cui l'istituzione di procedimenti giudiziari, il ricorso agli organismi delle Nazioni Unite, la possibilità che uno Stato denunci al Tribunale Internazionale lo Stato colpevole.Le misure cautelari decise dalla Corte dell’Aja.
Le misure provvisorie della CIG
I 17 giudici della Corte Internazionale di Giustizia (CIG) quest’oggi hanno emesso la sentenza provvisoria riguardo l’accusa mossa dal Sudafrica.
Si tratta di un passo importante poichè non viene escluso l’intento genocidiario da parte di Israele nei confronti del popolo palestinese.
La pronuncia resa dai giudici tuttavia non menziona apertamente una condanna in tal senso, ovvero di violazione degli obblighi fissati dalla Convenzione sul genocidio da parte di Tel Aviv, perchè la complessità della vicenda richiederà anni prima che si possa giungere a una sentenza definitiva.
Per il momento, il Tribunale dell’Aja ha ordinato a Israele di intraprendere e applicare tutte le misure idonee a impedire il genocidio a Gaza, confermando così che l’accusa da parte del Sudafrica è quantomeno fondata.
Non mancano però critiche da parte della comunità diplomatica che censura la decisione intrapresa dai giudici, ritenendola non ancora incisiva dal momento che non è stata ordinata anche l’interruzione immediata delle operazioni militari a Gaza, ma soltanto di applicare sedutastante tutte le misure volte a garantire che l’esercito di Israele non violi la Convenzione sul genocidio.
Ulteriore criticità poi è dato dal fatto che, la decisione emessa dai giudici de l'Aja ha sì carattere vincolante, ma starà ai Paesi appartenenti alla comunità internazionale applicare l'uso delle sanzioni contro Israele.
Nei prossimi mesi, quindi, per giungere alla sentenza di condanna internazionale per il crimine di genocidio e quindi di violazione degli obblighi della Convenzione, bisognerà prima di tutto accertare il dolo, cioè la volontà precipua di Israele di sterminare il gruppo preso di mira.