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20 Novembre 2023
11:00

La Convenzione sui diritti dell’infanzia

La Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia, nota anche come Convenzione di New York (ovvero, Convention on the Rights of the Child) è stata approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 ed è stata ratificata dall’Italia mediante la Legge 27 maggio 1991, n. 176. Rappresenta il primo strumento giuridicamente vincolante in tema di tutela dei bambini e degli adolescenti per tutti i Paesi che l’hanno ratificata.

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La Convenzione sui diritti dell’infanzia
Dottoressa in Giurisprudenza
La Convenzione sui diritti dell’infanzia

La Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia, nota anche come Convenzione di New York (ovvero, Convention on the Rights of the Child) è stata approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 ed è stata ratificata dall’Italia mediante la Legge 27 maggio 1991, n. 176.

Ad oggi, infatti, l’Italia rientra tra i 196 Stati che hanno ratificato la Convenzione ma di cui i “grandi assenti" sono gli Stati Uniti d’America.

Rappresenta il primo strumento giuridicamente vincolante in tema di tutela dei bambini e degli adolescenti per tutti i Paesi che l’hanno ratificata, ma anche il primo strumento normativo a carattere internazionale nel quale convergono tutti i diritti umani,  da quelli civili, economici, ma anche politici e sociali.

Ogni anno il 20 novembre viene ricordata la creazione della Convenzione sui diritti del fanciullo, grazie alla commemorazione della Giornata internazionale per i Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

Nonostante la Convenzione possa apparire piuttosto recente, compiendo “appena” 34 anni dalla sua emanazione, il lavoro normativo per garantire i diritti di tutti i bambini ha origini lontane.

Il primo strumento a tutela dei diritti dell’infanzia è stata la “Convenzione sull’età minima” dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro del 1919, la quale fissava i principi cardine in tema di lavoro minorile.

Successivamente, nel 1924 fu la volta della Dichiarazione dei diritti del bambino (ovvero, la Convenzione di Ginevra), che tuttavia non aveva valore giuridicamente vincolante.

Nel 1948, grazie alla Dichiarazione Universale dei diritti umani, la maternità e l’infanzia assumono connotati speciali, tutelando la necessità di cure e assistenza particolari.

Infine, i lavori preparatori condotti nel 1959 con la Dichiarazione dei diritti del fanciullo che ha poi aperto la strada alla Convenzione così come noi oggi la conosciamo.

La Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia si fonda su alcuni principi fondamentali, vediamo quali sono.

Quali sono i quattro principi della Convenzione sui diritti dell'infanzia del 1989?

La Convenzione è composta di 54 articoli ed è il primo documento internazionale che riconosce i bambini come individui a tutti gli effetti, nel pieno rispetto dei propri diritti e delle opinioni.

Gli articoli possono essere riassunti in 4 grandi categorie, stiamo parlando dei principi fondamentali della Convenzione sui diritti dell'infanzia del 1989:

  • Principio di non discriminazione (art. 2), nessun bambino deve essere discriminato sulla base del sesso, dell’origine, della cittadinanza, della lingua, della religione, del colore della pelle, della disabilità o delle opinioni politiche;
  • Principio dell’interesse superiore (art. 3 best interest of the child), ogni legge, provvedimento ed espressione della vita civile deve considerare gli interessi dell’infanzia come prioritari;
  • Diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo (art. 6), tutti i Paesi sono chiamati a impegnarsi al massimo per garantire tutte le risorse disponibili per il corretto sviluppo psicologico, emotivo e personale dei bambini;
  • Diritto all’ascolto e alla partecipazione (art. 12), i fanciulli hanno il diritto ad essere ascoltati e a partecipare attivamente ai processi decisionali che li riguardano all’interno di spazi sicuri di ascolto e condivisione.

Il testo della Convenzione del 1989 è suddiviso in tre parti: la prima riguarda l’enunciazione dei diritti (artt. 1-41); la seconda identifica gli organismi preposti e le modalità per il miglioramento e il monitoraggio della Convenzione (artt. 42-45), infine, la terza descrive la procedura di ratifica (artt. 46-54).

Vediamo quali sono i diritti fondamentali dell’infanzia garantiti dalla Convenzione.

I 10 diritti fondamentali dei bambini

Tra i diritti sanciti all’interno della Convenzione ONU, circa 10 assurgono al livello di veri e propri diritti fondamentali dei bambini.

Ecco quali sono:

  • Diritto a giocare;
  • Diritto all’educazione;
  • Diritto a crescere in una famiglia;
  • Diritto a non lavorare;
  • Diritto di esprimere le proprie opinioni;
  • Diritto alla salute e al benessere personale;
  • Diritto all’avere una casa;
  • Diritto a nutrirsi;
  • Diritto ad avere una nazionalità;
  • Diritto al non subire discriminazioni.

Come funziona la Convenzione sui diritti dell'infanzia?

La Convenzione ONU impone un obbligo a carico di tutti gli Stati che hanno ratificato lo strumento normativo, ovvero adempiere periodicamente a rapporti interni che raffigurano l’avanzamento degli obiettivi di tutela a favore dei bambini.

Il Comitato ONU riceve i rapporti e vigila sul corretto funzionamento. Il primo rapporto va consegnato entro 2 anni dalla ratifica, successivamente ogni 5 anni.

Perchè è importante?

La Convenzione, oltre ad essere il primo prodotto giuridicamente vincolante a livello internazionale e posto a tutela dei fanciulli, è corredato di alcuni protocolli che arricchiscono il novero di garanzie a favore dei bambini e degli adolescenti.

Il Protocollo facoltativo alla Convenzione sui diritti del fanciullo relativo alla partecipazione di fanciulli a conflitti armati, tutela i giovani coinvolti nei conflitti armati.

Il Protocollo facoltativo alla Convenzione sui diritti del fanciullo concernente la vendita di fanciulli, la prostituzione infantile e la pedopornografia, protegge i fanciulli dai rischi dello sfruttamento sessuale.

Il Protocollo facoltativo alla Convenzione sui diritti del fanciullo che istituisce una procedura per la presentazione di comunicazioni, è posto in aggiunta ai protocolli precedenti e prevede una procedura individuale di comunicazione.

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Virginia Sacco
Dottoressa in Giurisprudenza
Dopo la laurea presso l'Università degli Studi di Napoli - Federico II, ho seguito le mie passioni specializzandomi prima in Sicurezza economica, Geopolitica e Intelligence presso SIOI - UN ITALY e, successivamente, in Diritto dell'Unione Europea presso il mio ateneo di origine. Ho concluso la pratica forese in ambito penale, occupandomi di reati finanziari e doganali. Nel corso degli anni ho preso parte attivamente a eventi, attività e progetti a livello europeo e internazionale, approfondendo i temi della cooperazione giudiziaria e del diritto penale internazionale. Ho scritto di cybersicurezza, minacce informatiche e sicurezza internazionale per "Agenda Digitale" e "Cyber Security 360". Su Lexplain scrivo di diritto con parole semplici e accessibili.
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