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23 Gennaio 2024
18:03

IT-Alert è legale?

IT-Alert è il sistema di allarme pubblico italiano e ha lo scopo di comunicare tempestivamente ai cittadini le situazioni imminenti di emergenza e catastrofe.

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IT-Alert è legale?
Dottoressa in Giurisprudenza
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IT-Alert, ovvero il nuovo sistema di allarme pubblico con informazione diretta alla popolazione con il controllo della Protezione Civile, scatterà a breve in alcune Regioni.

L'sms è già stato inviato inviato in Piemonte e Toscana, ma nelle prossime ore è atteso anche in Valle d’Aosta, Piemonte, Provincia Autonoma di Bolzano, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Liguria, Toscana, Lazio, Abruzzo, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna.

Non mancano però le teorie complottiste e infondate che, senza alcuna base, diffondono false informazioni da cui è bene tenersi alla larga: “uomo avvisato mezzo salvato” dice il proverbio, eppure nonostante le avvisaglie che vorrebbero scongiurare un disastro c’è ancora chi dubita dell’allerta diramata in caso di pericolo all’incolumità.

Ma è vero che IT-Alert è illegale? La risposta è no, ecco perchè.

Cos’è IT-ALERT e come funziona?

IT-Alert è il sistema di allarme pubblico italiano e ha lo scopo di comunicare tempestivamente ai cittadini le situazioni imminenti di emergenza e catastrofe.

Sotto l’egida del Dipartimento della Protezione Civile l’iniziativa è ancora in fase di rodaggio ma, una volta terminata la sperimentazione, consentirà l’adozione di importanti misure di autoprotezione in relazione alla tipologia di rischio annunciata.

Sostanzialmente, le persone geolocalizzate nell’area colpita dall’emergenza o dall’imminente pericolosità ricevono sul proprio smartphone un segnale acustico che annuncia l’arrivo del messaggio: la notifica comunica le istruzioni da seguire e la descrizione dell’evento.

IT-Alert risponde quindi all’esigenza di rapida diramazione dell’allerta e di interoperabilità negli scenari di rischio tra Forze dell’Ordine e sistemi di pronto intervento.

Si tratta di eventi eccezionali e straordinari che, proprio per questa ragione, hanno lo scopo di organizzare prontamente i servizi di protezione civile nell’area target.

L’Italia ha introdotto per la prima volta il sistema di allarme pubblico attraverso il decreto-legge del 18 aprile 2019 n. 32 e successivamente ha descritto le modalità di attivazione e gli aspetti tecnico-operativi mediante il DPCM 19 giugno 2020, n. 110, per cui il sistema di allerta è coadiuvato dagli apparati tecnologici di ciascun operatore telefonico.

Ecco quali sono le emergenze e le catastrofi che vengono comunicate da IT-Alert:

  • maremoto generato da un sisma;
  • collasso di una grande diga;
  • attività vulcanica, relativamente ai vulcani Vesuvio, Campi Flegrei, Vulcano e Stromboli;
  • incidenti nucleari o situazione di emergenza radiologica;
  • incidenti rilevanti in stabilimenti soggetti al decreto legislativo 26 giugno 2015, n. 105 (Direttiva Seveso);
  • precipitazioni intense.

Alla fine della fase di sperimentazione, l’elenco potrà essere ampliato.

L’utente riceve in via automatica la notifica sul proprio cellulare, purché sia acceso e connesso con connessioni dati: non basta la connessione alla rete Wi-Fi, né il credito telefonico.

Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Avviso di emergenza wireless IT–Alert –Messaggio di Test Creative Commons Attribution–Share Alike 4.0 International

Lo standard internazionale e il sistema di allarme pubblico europeo

Il Sistema di allarme pubblico IT-Alert è stato istituito con lo scopo di assicurare l’interoperabilità tra sistemi di allarmi e pronto intervento nazionale, abbracciando così lo standard internazionale di sicurezza Common Alerting Protocol.

Il Common Alerting Protocol (CAP) è promosso dall’Ufficio delle Nazioni Unite per la riduzione del rischio di catastrofi, dalla Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, dall’Organizzazione meteorologica mondiale e dal World Broadcasting Unions e nasce con l’obiettivo di raggiungere il maggior numero possibile di persone presenti nelle aree critiche e in situazioni di emergenza, al fine di allertare lo stato di pericolo e promuoverne la sicurezza.

Sulla stessa scia, anche a livello europeo è stato poi adottato lo standard europeo di sicurezza (EU-Alert) a seguito della Direttiva UE 2018/1972 del Parlamento europeo e del Consiglio e che ha stabilito in quali situazioni il sistema di allarme possa essere attivato, ma anche come identificare le aree a rischio e in che modo promuovere l’interoperabilità per l’intervento e messa in sicurezza.

Il consenso informato e gli aspetti privacy

Nonostante le fake news e le varie bufale delle teorie complottiste, non occorre allarmarsi rispetto agli aspetti privacy di IT-Alert.

Il sistema “salva vita” che allerta i cittadini in presenza di eventi eccezionali e pericolosi, ha ricevuto l’ok già nel 2019 da parte del Garante Privacy e che aveva rilevato come “le modalità di trasmissione dei messaggi prevista dal Sistema di allerta non comportano la conoscenza dei numeri di telefono dei terminali mobili e, conseguentemente, nemmeno dell’identità dei contraenti o utenti delle reti di comunicazione mobile cellulare”.

La tecnologia cell-broadcast adottata da IT-Alert e che consente così di raggiungere tutti quelli che si trovino nell’area colpita dalla situazione di rischio, consente sì di geolocalizzare il dispositivo che si ha in tasca, ma non identificare il possessore del cellulare.

Questo significa che gli operatori telefonici hanno accesso soltanto a un sistema unidirezionale, che consente solo di ricevere la posizione del telefono ma non di ricevere alcun dato, né il numero di cellulare e neppure l’identità del contraente o utente della rete di telefonia mobile.

Ulteriormente, il Garante Privacy ha accolto positivamente il sistema IT-Alert poichè permette all’utente di poter disattivare autonomamente la ricezione dei messaggi di pericolo lieve, ma mantiene invece quelli di rischio severo e emergenza grave.

Ricordiamo quindi che è assolutamente falso e infondato ritenere che il sistema “salva-vita” IT-alert traccia gli utenti, poiché la sua funzionalità è il linea con gli aspetti privacy e inoltre intende tutelare l’incolumità delle persone in presenza di fenomeni e avvenimenti straordinariamente nocivi.

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Virginia Sacco
Dottoressa in Giurisprudenza
Dopo la laurea presso l'Università degli Studi di Napoli - Federico II, ho seguito le mie passioni specializzandomi prima in Sicurezza economica, Geopolitica e Intelligence presso SIOI - UN ITALY e, successivamente, in Diritto dell'Unione Europea presso il mio ateneo di origine. Ho concluso la pratica forese in ambito penale, occupandomi di reati finanziari e doganali. Nel corso degli anni ho preso parte attivamente a eventi, attività e progetti a livello europeo e internazionale, approfondendo i temi della cooperazione giudiziaria e del diritto penale internazionale. Ho scritto di cybersicurezza, minacce informatiche e sicurezza internazionale per "Agenda Digitale" e "Cyber Security 360". Su Lexplain scrivo di diritto con parole semplici e accessibili.
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