I termini tasse, imposte e contributi spesso in Italia vengono utilizzati con il medesimo significato, ovvero per indicare un'uscita di denaro dei cittadini verso lo Stato, un ente o un soggetto pubblico. Nonostante in gergo comune ci si possa riferire al termine generico "tasse", in realtà questi tre concetti sono differenti tra loro.
Rientrano infatti nella categoria più ampia di "tributo", che si riferisce al prelievo di denaro che lo Stato esegue sui cittadini, per diversi motivi. Ogni cittadino italiano si trova di fronte al pagamento di queste somme, per cui conoscere la differenza tra questi concetti è fondamentale per distinguere con esattezza cosa si sta pagando.
Differenze e analogie tra imposte, tasse e contributi
Volendo individuare ciò che hanno in comune imposte, tasse e contributi, tutti e tre i concetti si riferiscono a tributi che le persone di un determinato paese pagano, come vedremo in modo diretto oppure indiretto, allo Stato o ad un'altra realtà di tipo pubblico.
In Italia i cittadini sono obbligati a pagare alcune di queste somme, mentre per altre il pagamento è legato al servizio a cui si attinge. Il sistema tributario italiano è composto da diversi tipi di imposte, tasse e contributi, che vengono versati dai cittadini più o meno consapevolmente.
Le imposte sono definite come prestazioni di denaro corrisposte dal cittadino allo Stato o ad altri Enti Pubblici in base alla propria capacità contributiva. Tramite il versamento delle imposte nel nostro paese si copre la spesa pubblica italiana.
Le tasse invece sono spese dirette ad un servizio specifico, ovvero non concorrono alla copertura della spesa pubblica per la collettività.
I contributi infine sono legati a servizi forniti da specifici enti, ad un'opera pubblica o all'aspetto previdenziale dei lavoratori. Viste le definizioni dei diversi termini, vediamo dove si trovano nella quotidianità le tasse, le imposte e i contributi.
In sintesi, la differenza tra tasse, imposte e contributi è che le tasse sono costituite da somme dirette ad un servizio pubblico chiaro, specifico e individuale, le imposte sono importi da versare indirizzati alla spesa pubblica per la collettività generale e i contributi sono prelievi coattivi, ibridi tra tasse e imposte, in special modo destinati agli enti previdenziali.
Cosa sono le tasse e le imposte: la differenza
Prendiamo in considerazione i termini che provocano maggiormente confusione: tasse e imposte. Nel caso in cui si parli strettamente di tasse, ci si riferisce a versamenti corrisposti dai cittadini ad una pubblica amministrazione per usufruire di un servizio specifico.
Pensiamo ad esempio alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti: i cittadini pagano periodicamente una tassa, la TARI, per sostenere l'impresa che, in base alle disposizioni dei singoli Comuni, passa a raccogliere i diversi tipi di rifiuti dalle case degli italiani (e anche da aziende e luoghi di lavoro) per procedere con lo smaltimento.
In questo caso si conosce cosa si sta pagando in modo specifico, per cui si fa riferimento a servizi pubblici divisibili. Sono così definiti quelli per cui sono chiari i vantaggi per il beneficiario, che è il singolo cittadino, e c'è un'effettiva richiesta.
Quando invece si parla di imposte si fa riferimento ai servizi pubblici indivisibili: sono erogati dallo Stato o da un Ente Pubblico a tutti i cittadini, ovvero alla collettività, in modo indistinto. Le somme pagate tramite le imposte sono destinate ai pubblici esercizi accessibili a tutti e in generale alle casse dello Stato, che le utilizzerà nel modo più opportuno in base a decisioni ponderate.
Rientrano tra le imposte quelle applicate sul reddito, come l'IRPEF, l'IRES o l'IRAP. Queste somme vanno a finanziare ad esempio ospedali, scuole o i servizi di trasporto rivolti alla collettività. Si può poi distinguere tra:
- imposte dirette: colpiscono in modo diretto il patrimonio o la ricchezza del cittadino (ad esempio le imposte sui redditi o l'IMU);
- imposte indirette: colpiscono la ricchezza del cittadino quando questa viene spesa, movimentata oppure consumata (ad esempio l'IVA o le imposte di bollo).
Cosa sono i contributi e la differenza con tasse e imposte
Una volta chiarita la differenza tra tasse e imposte, vediamo cosa sono i contributi e come agiscono nel sistema tributario italiano. Come per le tasse, anche i contributi sono indirizzati a finanziare un servizio pubblico specifico o un ente.
I contributi più conosciuti sono quelli che vengono versati per la previdenza obbligatoria, ovvero per accantonare la pensione tramite INPS o una cassa specifica legata ad un Ordine Professionale. Ma ci sono anche altri tipi di contributi, come quelli previsti per il pagamento di operazioni legali.
Hanno in comune con le tasse proprio l'aspetto legato al servizio specifico, mentre con le imposte hanno in comune il tipo di prelievo delle somme, che è coattivo, come accade ad esempio per l'IRPEF. I contributi si trovano a metà tra tasse e imposte e molto spesso sono obbligatori per legge.
Come funziona il sistema tributario italiano
Tasse, imposte e contributi rientrano nel sistema tributario italiano, che in linea generale è di tipo progressivo (anche se esistono delle eccezioni per particolari regimi fiscali). A stabilire il funzionamento di questo sistema è in primis l'articolo 53 della costituzione italiana, che recita:
"Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività."
Da qui si può facilmente dedurre che in un sistema tributario progressivo, i tributi aumentano con l'aumentare della capacità contributiva, legata al reddito, al patrimonio e alla capacità di consumo.
Per fare un esempio molto pratico di come viene applicata la progressività fiscale, pensiamo alle aliquote IRPEF in riferimento al 2024, che cambiano in relazione al reddito imponibile annuo del lavoratore:
- reddito imponibile annuo fino a 28.000 euro: aliquota Irpef al 23%;
- reddito imponibile annuo da 28.000,01 a 50.000 euro: aliquota Irpef al 35%;
- reddito imponibile annuo superiore a 50.000 euro: aliquota Irpef al 43%.
Va ricordato che queste aliquote non sono definitive: negli ultimi anni sono state sottoposte a diverse revisioni da parte dei governi e queste potrebbero cambiare anche in futuro.
Quando si parla invece di pressione fiscale si fa riferimento al rapporto tra i tributi versati dai contribuenti e il reddito percepito e numericamente si indica questo valore in termini percentuali.
Tra i principi fondamentali dietro al sistema tributario italiano troviamo anche quello di uguaglianza, per cui le imposte devono essere applicate in egual modo tra le persone senza discriminazioni, quello di legalità, per cui i tributi devono seguire la legge e quello di capacità contributiva, per cui le imposte devono essere proporzionate al patrimonio e al reddito dei cittadini.
Esistono poi particolari deduzioni o detrazioni fiscali a cui si ha diritto in relazione a diversi fattori, ad esempio in correlazione con le spese sostenute durante l'anno per la sanità, oppure per i familiari fiscalmente a carico. Queste permettono di abbattere la base imponibile oppure di risparmiare direttamente sulle imposte.
Imposte, tasse e contributi: schema riassuntivo
Che si tratti di imposte, tasse o contributi, si parla sempre di somme di denaro che il cittadino versa per usufruire di determinati servizi pubblici. Indichiamo in tabella quali sono le principali differenze tra i tre tipi di tributi visti qui, ovvero tasse, imposte e contributi:
IMPOSTE | TASSE | CONTRIBUTI | |
---|---|---|---|
Tipologia prelievo | Coattivo | Non coattivo | Coattivo |
Cosa finanziano | Opere o servizi pubblici per la collettività | Opere o servizi pubblici specifici | Opere o servizi pubblici specifici |
A cosa si riferiscono | Servizi pubblici indivisibili | Servizi pubblici divisibili | Servizi pubblici divisibili |
Esempi | Irpef, Ires, Irap, IMU, IVA | Tari, Tasse per l'occupazione del suolo pubblico, Tassa di Registro | Contributi previdenziali, Contributo Unificato |