Un pacchetto di sigarette potrebbe aumentare di 5 euro per scopi benefici. Nuova stangata in arrivo per i fumatori. Questa la richiesta avanzata in Senato dall’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom). Si tratta dell'introduzione così di una “tassa di scopo” con l’obiettivo di arrivare a 13,8 miliardi da destinare al Servizio Sanitario Nazionale.
Ad appoggiare la proposta la vicepresidente del Senato Maria Domenica Castellone, che ha annunciato che presenterà un emendamento in questa direzione nella prossima legge di bilancio.
"Chiediamo alle Istituzioni di approvare una tassa di scopo. L'obiettivo – ha spiegato il presidente Aiom Francesco Perrone – è ridurre il consumo di tabacco e disporre di ulteriori risorse, fino a 13,8 miliardi, da destinare al finanziamento del Ssn. Il tabagismo è un fattore di rischio anche per altre neoplasie, per malattie cardiovascolari e respiratorie". "Come rappresentante delle Istituzioni e soprattutto come ricercatrice oncologica ho presentato la scorsa settimana in Senato il mio emendamento per elevare il costo delle sigarette e dei prodotti da fumo, così come già accaduto in altri Paesi – afferma Castellone -. Potremmo in tal modo generare oltre 13 miliardi di euro di ricavi da investire nel potenziamento del Servizio Sanitario Nazionale, oltre che in campagne pubblicitarie mirate a far conoscere soprattutto ai più giovani tutti i rischi legati al consumo di sigarette. La tutela della salute dei cittadini è sancita dalla nostra Costituzione, e occorre fare di tutto affinché essa si realizzi pienamente".
La campagna #SostenereSsn vedrà la nascita di un sito dedicato, di un opuscolo scaricabile e di uno spot, con il coinvolgimento di istituzioni e testimonial pronti a spiegare a tutti i benefici di uno stile di vita sano e libero dal fumo.
All’iniziativa hanno già aderito, fra gli altri, anche Fondazione Airc, Istituto Mario Negri, Cittadinanzattiva, Alleanza Contro il Cancro, Ordine dei Medici di Roma e Pmi sanità.
In Italia calano i fumatori negli ultimi 15 anni
In Italia sono pari a quasi 40mila i nuovi casi di tumore al polmone nel 2023. Il 24,5% degli adulti (18-69enni) fuma.
Negli ultimi 15 anni, l'Italia ha registrato un calo significativo del numero di fumatori, passando dal 30% del 2008 al 24% del 2023. Nonostante questo progresso, una percentuale rilevante della popolazione continua a lottare per smettere di fumare. Attualmente, il 59% degli adulti tra i 18 e i 69 anni non fuma, mentre il 17% ha smesso di farlo, ma un quarto della popolazione (24%) è ancora fumatore.
Questo fenomeno è particolarmente preoccupante tra i giovani, dove il 30,2% fa uso di almeno un prodotto a base di tabacco, che può essere sigaretta tradizionale, tabacco riscaldato o sigaretta elettronica. Tra i giovani aumenta anche il fenomeno del policonsumo, ossia l'uso contemporaneo di più prodotti. Questo comportamento rischia di aggravare ulteriormente le problematiche legate alla dipendenza dal fumo.
I dati sono stati diffusi dall'Istituto superiore di sanità (ISS) in occasione della Giornata Mondiale senza Tabacco del 31 maggio, e mettono in evidenza la persistenza del problema, soprattutto tra le generazioni più giovani.
Quanto costano oggi le sigarette
Le sigarette sono considerate tabacchi lavorati insieme a:
- Sigari
- Tabacco trinciato a taglio fino da usarsi per arrotolare le sigarette
- Tabacco da fiuto e da mastico
- Altri tabacchi da fumo (tabacco da pipa, tabacco per pipa ad acqua, prodotti da fumo a base di piante, erbe o frutta, ossia melassa per narghilè)
- Tabacchi da inalazione senza combustione e prodotti ad essi assimilati (prodotti da inalazione senza combustione a base di erbe, con e senza nicotina).
Il prezzo di vendita al pubblico dei tabacchi lavorati è composto da singole voci, ossia:
- Accisa
- IVA
- Aggio
- Quota al fornitore.
Tutte le categorie sono assoggettate all’IVA, nella misura del 22% del prezzo di vendita al pubblico, al netto dell'IVA stessa, all’aggio spettante al rivenditore al dettaglio (tabaccaio), pari al 10% del prezzo di vendita al pubblico.
Il compenso del produttore, su cui gravano anche le spese di distribuzione, è dato dalla differenza fra il prezzo di vendita al pubblico e gli importi risultanti da accisa, IVA e aggio. L’accisa in particolare corrisponde alla somma di una componente fissa, che dal 1° gennaio 2024 è pari a euro 29,30 per 1.000 sigarette, e di un elemento proporzionale, costituito dal 49,50% del prezzo di vendita al pubblico. È, altresì, previsto un onere fiscale minimo (IVA + accisa), che, pari a euro 202,23 per chilogrammo convenzionale (1000 sigarette) dal 1° gennaio 2024, a seguito della variazione del prezzo medio ponderato, è rideterminato, dal 1° febbraio 2024, in euro 204,23 per chilogrammo convenzionale (1000 sigarette).
Ecco i prezzi delle sigarette in Italia aggiornati al 1 ottobre 2024.