Gli eredi non devono pagare le multe del defunto, lo stabilisce la legge a chiare lettere.
Con il termine colloquiale “multa” si intende, in questo caso, la sanzione amministrativa che viene comminata in caso di violazione del Codice della strada.
Il termine, è bene chiarire, nel gergo colloquiale è usato impropriamente, poiché nel diritto con il termine “multa” si fa riferimento alla pena pecuniaria comminata in caso di commissione di un delitto.
Il principio di intrasmissibilità agli eredi delle sanzioni amministrative è stabilito a chiare lettere dallo stesso Codice della strada (d.lgs. n. 285/1992) all’art. 199: “L'obbligazione di pagamento a titolo di sanzione amministrativa pecuniaria non si trasmette agli eredi”.
Lo stesso principio è tracciato dalla legge 24 novembre 1981, n. 689, all’art. 7, ove è stabilito che “L'obbligazione di pagare la somma dovuta per la violazione non si trasmette agli eredi” e dal decreto legislativo n. 472 del 1997, in materia di sanzioni amministrative per le violazioni di norme tributarie ove è stabilito, all’art.8, che: “L'obbligazione al pagamento della sanzione non si trasmette agli eredi”.
Gli eredi devono pagare le multe stradali di una persona deceduta?
No, gli eredi non devono pagare le multe stradali di una persona deceduta, lo chiarisce lo stesso Codice della strada.
Le sanzioni amministrative comminate in caso di violazione del Codice della strada, infatti, costituiscono una delle ipotesi in cui i debiti non si trasmettono agli eredi.
Lo stesso discorso vale, ad esempio, per l’assegno di mantenimento, al cui pagamento non possono essere tenuti gli eredi dell’ex coniuge.
Gli eredi non sono tenuti, inoltre, al pagamento di cifre che derivano da impegni assunti contrattualmente dal defunto a titolo personale.
Auto in comproprietà con il defunto: l’erede deve pagare le multe?
Se l'erede ha un auto in comproprietà con il defunto deve pagare la multa ricevuta, in quanto responsabile in solido con l'autore dell'infrazione.
Lo stabilisce il Codice della strada, all’art. 196: “Per le violazioni punibili con la sanzione amministrativa pecuniaria il proprietario del veicolo ovvero del rimorchio, nel caso di complesso di veicoli, o, in sua vece, l'usufruttuario, l'acquirente con patto di riservato dominio o l'utilizzatore a titolo di locazione finanziaria, è obbligato in solido con l'autore della violazione al pagamento della somma da questi dovuta, se non prova che la circolazione del veicolo è avvenuta contro la sua volontà”.
Nel caso in cui l’auto sia cointestata, dunque, per l’erede non sarà possibile contestare la multa ricevuta.
Come chiedere l’annullamento di una multa intestata a un defunto
Per chiedere l’annullamento della multa intestata a un defunto si può fare apposita istanza in autotutela all’amministrazione e allegare copia del certificato di morte o autocertificazione relativa, e il verbale di cui si chiede l’annullamento.
Gli eredi devono pagare le cartelle esattoriali del defunto?
Gli eredi devono pagare le cartelle esattoriali relative a debiti tributari del defunto, ma non sono tenuti, invece, al pagamento delle sanzioni.
La Corte di cassazione, sez. tributaria, con ordinanza del 20 ottobre 2022, n. 31013 ha infatti chiarito che “Tale regola appare espressiva del principio della responsabilità personale, specificamente codificato nel Decreto Legislativo n. 472 del 1997, articolo 2; e, a tale riguardo, questa Corte ha ripetutamente affermato che essa afferma un principio di ordine generale, che opera indipendentemente dal fatto che la sanzione sia stata già irrogata con provvedimento definitivo, avendo il legislatore stabilito in modo chiaro che il credito erariale nascente da una violazione delle leggi tributarie riferibile a persona fisica si estingue con la morte dell'autore della violazione, alla quale consegue il venir meno dell'interesse dell'Amministrazione finanziaria a resistere all'eventuale ricorso proposto sul punto dal contribuente”.
Se l’eredità è accettata, dunque, i debiti tributari, a differenza delle sanzioni, vanno pagati.
Per ciò che concerne la responsabilità per i debiti tributari degli eredi, la Corte di cassazione, sez. tributaria, con sentenza del 22 ottobre 2014, n. 22426 ha chiarito che “In tema di responsabilità per i debiti ereditari tributari, in mancanza di norme speciali che vi deroghino, si applica la disciplina comune di cui agli artt. 752 e 1295 cod. civ., in base alla quale gli eredi rispondono dei debiti in proporzione delle loro rispettive quote ereditarie”.
Quando sono presenti più eredi, dunque, ciascuno risponde dei debiti tributari in proporzione della rispettiva quota.
Il Tribunale di Modena, con sentenza del 23 gennaio 2023, n. 107 ha chiarito che chi accetta l'eredità con beneficio d'inventario, è erede ma il patrimonio del defunto è tenuto distinto da quello dell'erede.
Per questo motivo, l'accettazione dell'eredità con beneficio d'inventario, non determina, in automatico, il venir meno della responsabilità patrimoniale dell'erede per i debiti, anche tributari, ma fa solo sorgere il diritto di questo a non rispondere ultra vires hereditatis, ovvero al di là dei beni lasciati dal de cuius.
L'erede è tenuto al pagamento solo con i beni ereditari: pertanto, succede nei debiti ereditari, ma ne risponde, non solo nei limiti dei beni a lui pervenuti, ma altresì solo con gli stessi e non anche con i suoi beni personali.
Colui che rinuncia all’eredità, dunque, non è tenuto al pagamento dei debiti ereditari.
La Corte di cassazione, sez. tributaria, con sentenza del 19 dicembre 2022, n. 37064 ha inoltre precisato che chi rinunzia all'eredità è considerato come se non vi fosse mai stato chiamato con la conseguenza che, per effetto della rinuncia, viene impedita retroattivamente l'assunzione di responsabilità per i debiti facenti parte del compendio ereditario.
Inoltre, ha continuato la Cassazione: “non è sostenibile che la notifica di un avviso di accertamento al chiamato all'eredità, che, non avendo ancora accettato l'eredità, è ancora legittimato a rinunciarvi, possa avere l'effetto di precludergli questa possibilità che gli è riconosciuta direttamente dalla legge. La notifica dell'avviso di accertamento costituisce pur sempre un atto amministrativo, inidoneo ad incidere sul presupposto impositivo, che quindi non può acquistare il valore vincolante tipico della definitività nei confronti di un soggetto, solo potenzialmente legittimato passivo dell'imposta, nel momento in cui venga accertato che tale potenzialità sia rimasta tale ed anzi sia definitivamente venuta meno”.
Gli eredi devono pagare le sanzioni penali del defunto?
Gli eredi non devono pagare le sanzioni penali del defunto.
Principio cardine nel nostro ordinamento, infatti, è quello della personalità della responsabilità penale, per cui un soggetto diverso dal reo non può rispondere delle conseguenze derivanti dal reato commesso da altri.