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19 Settembre 2024
17:00

Fonti di finanziamento: cosa sono e quali sono le principali

Reperire le risorse economiche necessarie per finanziarsi, avviare un'attività o continuarla: questo l'obiettivo del finanziamento delle imprese. Vediamo nel dettaglio cosa significa e la distinzione tra forme di finanziamento interne ed esterne.

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Fonti di finanziamento: cosa sono e quali sono le principali
Esperta in Diritto Tributario
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Avviare e sviluppare imprese richiede spesso la disponibilità di risorse finanziarie significative. Tuttavia, le entrate generate dalla vendita di prodotti o servizi non sempre bastano a garantire la stabilità e la crescita desiderata. In questi casi, rivolgersi a fonti di finanziamento diventa una strategia fondamentale. Interne o esterne, la scelta della fonte giusta dipende dalle specifiche esigenze dell’impresa, dalla fase del suo ciclo di vita e dagli obiettivi a lungo termine.

Cosa sono le fonti di finanziamento

In ambito economico, il termine "fonti di finanziamento" fa riferimento ai canali attraverso cui un'impresa può reperire le risorse economiche necessarie per sostenere le sue attività. Le necessità finanziarie di un'azienda dipendono da diversi fattori, come la tipologia dell'impresa, la sua dimensione, la struttura, il settore in cui opera, e soprattutto la fase del ciclo di vita in cui si trova, che può essere l'avvio, il consolidamento, la crescita o persino una fase di crisi.

Le fonti di finanziamento si possono suddividere in due categorie principali:

  • fonti interne: permettono di accedere al capitale proprio o “di rischio
  • fonti esterne: danno accesso al capitale di terzi o “di debito

La scelta della fonte giusta dipende dalle specifiche esigenze dell’impresa, dalla fase del suo ciclo di vita e dagli obiettivi a lungo termine.

Fonti di finanziamento interne

I finanziamenti interni rappresentano le risorse finanziarie che un’azienda può generare o ottenere al suo interno, senza dover ricorrere a finanziamenti esterni come prestiti bancari o investitori. Questa tipologia di finanziamento è particolarmente importante, soprattutto nelle fasi iniziali di un’impresa, quando l'accesso a risorse esterne può essere limitato o complesso.

Le principali fonti di finanziamento interne sono:

  • capitale proprio o “di rischio”: è costituito dai conferimenti iniziali effettuati dai titolari o dai soci dell’azienda, i quali investono direttamente nell’impresa. Questo capitale non ha una scadenza e rimane vincolato all’impresa per tutta la sua durata, senza obbligo di rimborso. Viene remunerato solo se l’azienda realizza profitti e, per questo motivo, è chiamato “di rischio” poiché gli investitori rischiano di non ottenere alcun ritorno. In alcuni casi, un’azienda può decidere di procedere con un aumento di capitale, ossia raccogliere ulteriori fondi dai soci già esistenti o da nuovi investitori.
  • Finanziamento da parte dei soci: forma di apporto finanziario diretto da parte dei soci, simile all’aumento di capitale, ma senza la necessità di modificare le quote di proprietà o l'equilibrio dell'azionariato. Si tratta di una soluzione temporanea che viene utilizzata quando l’impresa ha bisogno di liquidità per affrontare necessità immediate o straordinarie, senza doversi indebitare con terzi o modificare il capitale sociale. I soci possono decidere di concedere questi finanziamenti senza una ripartizione proporzionale rispetto alle quote possedute.
  • Autofinanziamento: consiste nell’utilizzare le risorse generate dall’impresa stessa, senza ricorrere a fonti esterne. Tra le principali forme principali di autofinanziamento ricordiamo gli Utili non distribuiti, ossia quelli che l’impresa realizza e che non vengono distribuiti ai soci sotto forma di dividendi, ma che vengono reinvestiti nell’attività aziendale e l’ammortamento, una pratica contabile che consiste nel ripartire il costo di un bene (come macchinari, attrezzature o immobili) su più esercizi, in base alla vita utile stimata del bene stesso.

Fonti di finanziamento esterne

Le forme di finanziamento esterne rappresentano tutte le fonti di capitali che un’impresa può ottenere da soggetti esterni per sostenere la propria attività. Esse offrono alle imprese numerose opzioni per ottenere liquidità e capitali per lo sviluppo, ciascuna con i propri vantaggi e svantaggi. La scelta della forma di finanziamento più adeguata dipende dalle esigenze dell’impresa, dalla sua situazione finanziaria e dalla fase del ciclo di vita in cui si trova. Tra le fonti di finanziamento esterne più frequentemente usate troviamo:

  • Credito dai fornitori: quando un’impresa acquista beni o servizi dai fornitori e ottiene una dilazione di pagamento (ad esempio a 30, 60 o 90 giorni), può considerarlo una forma di finanziamento a breve termine. Questo tipo di credito aiuta a mantenere la liquidità aziendale, senza ricorrere immediatamente a prestiti o altre forme di debito.
  • Prestiti e debiti bancari: possono essere a breve, medio o lungo termine. Ad esempio, un mutuo ipotecario è un finanziamento a lungo termine utilizzato per finanziare grandi investimenti, come l'acquisto di immobili o attrezzature. I prestiti a breve termine, invece, sono usati per esigenze temporanee di liquidità.
  • Crowdfunding: trattasi di un finanziamento collettivo in cui una moltitudine di persone, attraverso piattaforme online, contribuiscono finanziariamente a un progetto o a una nuova impresa. Il crowdfunding permette di raccogliere capitali senza dover passare per canali bancari tradizionali.
  • Business Angels: investitori privati che forniscono capitale a imprese nascenti in cambio di una partecipazione azionaria. Solitamente, i business angels apportano non solo denaro, ma anche competenze e connessioni.
  • Venture Capital: si tratta di fondi di investimento specializzati nel finanziare startup con alto potenziale di crescita. In cambio dell'investimento, questi fondi acquisiscono una parte del capitale dell'impresa e ne seguono da vicino lo sviluppo.
  • Quotazione in borsa: per le aziende più grandi, un'opzione è quotarsi in borsa, emettendo azioni al pubblico per raccogliere capitali. Questo consente di ottenere finanziamenti rilevanti, ma comporta un maggiore controllo pubblico e regolamentare.
  • Leasing: trattasi di un contratto di finanziamento che consente a un’azienda di utilizzare un bene (mobile o immobile) per un periodo di tempo, pagando dei canoni periodici. Alla scadenza, l’impresa può scegliere di riscattare il bene, pagando un prezzo residuo, o restituirlo. È particolarmente utile per finanziare beni strumentali senza immobilizzare capitale.
  • Factoring: l’impresa cede i propri crediti commerciali a una società di factoring, ottenendo immediatamente liquidità. Questo può avvenire tramite l'accredito a scadenza, dove il factor si occupa dell'incasso dei crediti, o tramite l'accredito anticipato, dove il factor anticipa all’impresa parte del valore dei crediti ceduti, trattenendo una commissione.
  • Prestito obbligazionario: le società, in particolare le società di capitali, possono emettere obbligazioni per raccogliere fondi a lungo termine. Chi acquista le obbligazioni diventa un creditore dell'azienda e riceverà il rimborso del capitale alla scadenza più un interesse prestabilito.
  • Acquisizione di capitali tramite agevolazioni statali: le imprese possono accedere a prestiti agevolati o fondi a fondo perduto, erogati da istituzioni pubbliche a livello regionale, nazionale o comunitario per sostenere specifici settori economici o imprese in difficoltà. Questi finanziamenti offrono tassi di interesse bassi o non richiedono il rimborso del capitale, in particolare nel caso dei fondi a fondo perduto.
  • anticipo fatture e portafoglio salvo buon fine; si tratta di strumenti che consentono di trasformare i crediti commerciali in liquidità immediata. Nel caso dell'anticipo fatture, una banca anticipa all’azienda l’importo delle fatture non ancora scadute, mentre con il portafoglio salvo buon fine, la banca anticipa l’importo degli effetti in scadenza.Dilazioni di pagamento: forme di credito che i fornitori concedono ai clienti, permettendo di pagare i beni o servizi acquistati con una certa dilazione temporale, ad esempio 30, 60 o 90 giorni. Questo tipo di credito, noto anche come credito di funzionamento, è essenziale per gestire il ciclo finanziario aziendale.

Come si calcolano le fonti di finanziamento

Il calcolo delle fonti di finanziamento di un'impresa significa determinare le risorse finanziarie disponibili o ottenute da varie fonti, sia interne che esterne. Questo processo è fondamentale per comprendere la struttura finanziaria dell’azienda e pianificare le operazioni future.

Andando nel dettaglio, il capitale proprio o capitale di rischio è il denaro apportato dai soci o dai titolari dell’azienda. Si calcola sommando i conferimenti dei soci, ossia denaro e beni apportati al momento della costituzione dell'impresa o in seguito (es. aumento di capitale) e utili non distribuiti, ossia profitti che non vengono distribuiti agli azionisti come dividendi, ma vengono reinvestiti nella società (autofinanziamento).

Il capitale di debito invece rappresenta il denaro preso in prestito da fonti esterne (banche, istituti finanziari, fornitori, ecc.). Esso comprende, prestiti a lungo termine, ossia debiti con scadenza oltre i 12 mesi e debiti a breve termine, ossia quelli da rimborsare entro 12 mesi, come debiti verso fornitori o prestiti bancari a breve termine.

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