La Giornata Internazionale della Donna, nota anche come Festa della Donna, viene celebrata l’8 marzo con l’obiettivo di rendere omaggio all'importanza dell’emancipazione femminile in ambito politico, culturale ed economico, così come alle lotte sociali che quotidianamente permettono di fare passi avanti nel discorso della parità di genere.
La Festa della Donna si ispira quindi al principio che vieta qualunque forma di stereotipia e disuguaglianza che possano creare una forma di discriminazione e violenza di genere.
L’empowerment femminile, inteso come il rafforzamento e la presa di consapevolezza delle potenzialità delle donne, svolge un ruolo cruciale per l’intera comunità che passa per lo sviluppo educativo e culturale della società.
Si pensi infatti che stando al Report Istat 2024 realizzato dalla Commissione Parlamentare d’inchiesta sul femminicidio nonchè su ogni violenza di genere,
“Le donne in Italia sono più istruite degli uomini: nel 2022, il 65,7% delle 25-64enni ha almeno un diploma (60,3% tra gli uomini) e le laureate arrivano al 23,5% (17,1% tra gli uomini); le differenze di genere sono in aumento e più marcate di quelle osservate nella media Ue, dove le quote salgono rispettivamente all’80,4% (78,6% per gli uomini) e al 37,1% (31,4%)”.
Ecco perché l’8 marzo non è solo l’occasione per regalare le mimose, ma è un invito a riflettere sulle sfide e le conquiste che ogni giorno le donne sono chiamate a fronteggiare.
Perché l’8 marzo?
La celebrazione della Giornata Internazionale della donna intende riconoscere la partecipazione politica-economica e i successi riconosciuti alle donne, così come sostenuti dalle quattro conferenze delle Nazioni Unite a favore del movimento internazionale delle donne.
La data dell’8 marzo è stata ufficialmente riconosciuta dalle Nazioni Unite nel 1977, sebbene ispiratasi alle attività dei movimenti sindacali del XX secolo portate avanti in Europa e in Nord America.
Tuttavia, la commemorazione della figura della donna nel mondo ha origini ben precedenti, tra cui:
- 1909, si tenne la prima Giornata Nazionale della Donna negli Stati Uniti, in onore dello sciopero delle operaie, che protestarono contro le condizioni di lavoro. Tuttavia, già nel 1948 nacque un movimento, poiché alle donne fu impedito di parlare durante un congresso antischiavista;
- 1910, l’Internazionale Socialista, riunitosi a Copenaghen, stabilì una Giornata della Donna a carattere internazionale, che mirava al raggiungimento del suffragio universale;
- 1911, la Giornata, celebrata il 19 marzo, costituì il mezzo per richiedere anche i diritti delle donne al lavoro e alla formazione professionale, oltre quello di voto;
- 1913, la Giornata divenne un meccanismo di protesta contro la Prima Guerra Mondiale;
- 1915, si tenne un raduno di oltre 1300 donne a L’Aia, provenienti da oltre 12 Paesi;
- 1917, il 23 febbraio, le donne, in Russia, protestarono e scioperarono di nuovo per “Pane e Pace”. Quattro giorni dopo, lo zar si dimise e concesse alle donne il diritto al voto.
E’ solo dopo la Seconda Guerra mondiale che l’8 marzo ha cominciato ad assumere una portata internazionale, cominciando a diffondersi come tradizione in molti Paesi, sino poi alla consacrazione da parte delle Nazioni Unite, grazie alla Risoluzione 32/142,
di una Giornata per i diritti delle donne e la pace internazionale da osservare tutti i giorni dell’anno.
Da allora, nessun Paese ha ancora toccato la vetta della parità di genere e ancora molto resta da percorrere sul cammino tracciato anche dall’Obiettivo 5 dell’Agenda 2030
UN Women, ovvero l’agenzia delle Nazioni Unite per l’uguaglianza di genere e l’empowerment femminile, ha annunciato come tema della Giornata per l’anno 2024 “Investire nelle donne: accelerare il progresso” con lo scopo di sostenere i promotori del cambiamento femminista e implementare i finanziamenti attenti al genere.
La Convenzione per l'eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne
La Convenzione sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne (CEDAW) è un trattato internazionale adottato dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1979.
Spesso definita come la Carta internazionale dei diritti delle donne ed è uno dei principali documenti che promuovono l'uguaglianza di genere e i diritti delle donne a livello globale.
La CEDAW stabilisce una serie di principi fondamentali che gli Stati firmatari sono tenuti a rispettare e promuovere per eliminare la discriminazione contro le donne. Alcuni dei diritti sanciti dalla CEDAW includono:
- il diritto alla non discriminazione;
- il diritto alla parità di opportunità nel lavoro e nell'occupazione;
- il diritto all'istruzione;
- il diritto alla salute;
- il diritto alla partecipazione politica;
- il diritto alla protezione contro la violenza di genere.
Gli Stati che ratificano la CEDAW sono tenuti a presentare rapporti periodici sulle misure adottate per attuare i principi della Convenzione e per affrontare le disparità di genere nel loro paese.
Il Comitato per l'eliminazione della discriminazione contro le donne, composto da esperti indipendenti, esamina questi rapporti e fornisce raccomandazioni agli Stati per migliorare la situazione dei diritti delle donne.
L'Italia ha ratificato la CEDAW nel 1985, impegnandosi così a rispettare i principi e gli obblighi stabiliti dalla convenzione. Tuttavia, il grado di attuazione e rispetto dei diritti delle donne può variare da paese a paese e possono essere necessarie ulteriori azioni per garantire una piena uguaglianza di genere in tutti gli ambiti della società.
Le donne nell’Agenda 2030
La parità di genere non è solo un diritto umano fondamentale, ma la condizione necessaria per un mondo prospero, sostenibile e in pace.
L'Obiettivo 5 dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite si concentra sulla parità di genere. Questo obiettivo mira a raggiungere l'uguaglianza di genere e l'empowerment di tutte le donne e le ragazze.
Questo obiettivo sottolinea l'importanza di eliminare tutte le forme di discriminazione e violenza di genere, garantire pari opportunità in campo politico, economico e sociale, e promuovere l'accesso alle risorse e ai servizi per le donne e le ragazze.
Per raggiungere questo obiettivo, l'Agenda 2030 stabilisce una serie di target specifici, che includono:
- Porre fine a tutte le forme di discriminazione e violenza di genere contro le donne e le ragazze.
- Eliminare tutte le pratiche nocive, come il matrimonio infantile e il matrimonio forzato.
- Riconoscere e valorizzare i lavori di cura non retribuiti e promuovere la condivisione equa delle responsabilità domestiche e di cura.
- Garantire la partecipazione piena ed efficace delle donne e il pari accesso alle leadership decisionali a tutti i livelli.
- Garantire l'accesso universale ai servizi sanitari, compresi quelli riguardanti la salute sessuale e riproduttiva, così come l'accesso all'istruzione di qualità per tutte le ragazze.
L'Obiettivo 5 è essenziale per la realizzazione di un mondo più equo, sostenibile e inclusivo e rappresenta un impegno globale per promuovere i diritti delle donne e delle ragazze in tutto il mondo.
Le madri costituenti italiane
Le "madri costituenti" in Italia sono le donne che hanno partecipato attivamente alla stesura della Costituzione italiana dopo la Seconda Guerra Mondiale.
La Costituzione italiana è stata promulgata il 27 dicembre 1947 ed è entrata in vigore il 1º gennaio 1948. Durante quel periodo, ci sono state diverse donne che hanno svolto un ruolo significativo nel processo costituente.
Tra le donne più note coinvolte nella stesura della Costituzione italiana ci sono:
Nilde Iotti, una politica italiana, membro del Partito Comunista Italiano (PCI) e la prima donna a presiedere la Camera dei deputati in Italia. Ha contribuito in modo significativo alla stesura della Costituzione e alla promozione dei diritti delle donne.
Teresa Mattei, fu un'altra figura importante, membro del Partito Socialista Italiano (PSI) e attiva sostenitrice dei diritti delle donne. Contribuì alla redazione di articoli relativi ai diritti sociali e all'uguaglianza di genere.
Maria Federici, giurista italiana che svolse un ruolo cruciale nella redazione degli articoli della Costituzione riguardanti la famiglia e i diritti delle donne.
Queste sono solo alcune delle donne che hanno partecipato al processo costituente e hanno contribuito alla creazione della Costituzione italiana.
Le loro idee e il loro impegno hanno lasciato un segno indelebile nella storia del nostro Paese, contribuendo a stabilire i principi fondamentali di uguaglianza, giustizia sociale e diritti civili in Italia.