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4 Settembre 2024
17:00

Eurostat, cala il reddito reale delle famiglie italiane nel 2023 e cresce il divario con l’Europa

Mentre in Ue la media dei redditi reali delle famiglie sale da 110.12 a 110.82 (pari a 100 nel 2008), in Italia cala da 94.15 a 93.74 ed è più basso che nel 2008.

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Eurostat, cala il reddito reale delle famiglie italiane nel 2023 e cresce il divario con l’Europa
Esperta in Diritto Tributario
dati Eurostat sul reddito reale delle famiglie italiane nel 2023

Nel 2023 cala il reddito disponibile reale delle famiglie italiane, più basso rispetto al 2008, attestandosi oggi a 93,74 punti. Questi i dati che emergono dalle tabelle Eurostat sul "Quadro di valutazione sociale” secondo cui rispetto alla media dell'UE, il reddito disponibile reale in Italia è inferiore di oltre 17 punti. Solo la Grecia fa peggio di noi ma se scende il reddito reale, migliorano i punteggi dell’Italia sull’occupazione, disoccupazione e povertà di chi lavora, che per la prima volta dal 2010 scende sotto il 10%.

Eurostat: cala reddito reale famiglie italiane

Andando nei dettagli delle rilevazioni dell’Eurostat emerge che il valore medio del reddito reale in Ue è salito da 110,12 a 110,82 (con il 2008 come anno base pari a 100), mentre l'Italia è scesa da 94,15 a 93,74 nello stesso periodo.

Rimanendo sul fronte del reddito l'Italia rispetto al 2008 ha fatto meglio solo della Grecia (nel 2022 il reddito lordo disponibile era al 72,1% rispetto a quello del 2008). Il paese invece resta ben lontano dalla Germania con il 112,59% nel 2023. La Francia supera il 2008 (108,75 nel 2022) mentre la Spagna è ancora indietro (95,85).

Codacons: è tsunami caro-prezzi

Secondo i dati Eurostat sul reddito disponibile reale lordo delle famiglie nel 2023 viene certificatolo tsunami caro-prezzi che si è abbattuto sulle famiglie italiane, e che ha inciso in modo sensibile sulle disponibilità economiche dei cittadini. Lo afferma il Codacons, commentando i numeri dell’Eurostat.

Mentre in Ue l’indice medio dei redditi delle famiglie sale nel 2023 a 110,82, in Italia cala a 93,74, oltre sei punti al di sotto dei livelli del 2008 – spiega il Codacons – Rispetto alla media europea, nel nostro Paese il reddito disponibile reale risulta inferiore di oltre 17 punti, a dimostrazione di come le condizioni economiche delle famiglie italiane non godano di ottima salute.

A pesare su tale quadro negativo è ancora una volta il caro-prezzi, con i listini di beni e servizi che tra il 2022 e il 2023 hanno fatto registrate rialzi abnormi, al punto che l’inflazione complessiva del biennio ha raggiunto il 13,8% – denuncia l’associazione – Un vero e proprio tsunami che si è abbattuto sui cittadini colpendo redditi e potere d’acquisto, e di cui ancora oggi le famiglie pagano le conseguenze.

Lavoro e istruzione: i due settori dove l’Italia migliora

Tuttavia, ci sono anche alcuni segnali positivi, in particolare nel mercato del lavoro e nel settore dell'istruzione. Il tasso di occupazione tra i 20 e i 64 anni è aumentato dal 64,8% nel 2022 al 66,3% nel 2023, una crescita di 1,5 punti, superiore alla media europea che ha visto un aumento di 0,7 punti. Anche il tasso di disoccupazione è sceso, passando dall'8,1% al 7,7%, mentre il tasso medio di disoccupazione nell'UE è diminuito solo dello 0,1% nello stesso periodo. Inoltre, c'è stato un significativo calo dei Neet, i giovani che non studiano, non lavorano e non sono in formazione, che sono scesi dal 19% al 16,1%, il dato più basso dall'inizio delle serie storiche nel 2009.

Anche nel campo dell'istruzione si osservano miglioramenti. La percentuale di abbandono scolastico precoce è scesa dall'11,5% al 10,5%, sebbene resti sopra la media UE. Il tasso di laureati tra i 30 e i 34 anni è cresciuto dal 27,4% al 29,2% nel 2023, ma rimane significativamente al di sotto della media UE, che è passata dal 42,8% al 43,9%.

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