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12 Settembre 2024
15:00

È possibile fare testamento in favore degli animali domestici in Italia e come fare?

In Italia non è permesso fare testamento e lasciare l’eredità al proprio animale domestico. Ma c’è un modo per assicurarsi che, anche dopo la morte del proprietario, il cane o il gatto continui a essere accudito.

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È possibile fare testamento in favore degli animali domestici in Italia e come fare?
Dottoressa in Giurisprudenza
Come fare testamento a favore di animali domestici

In Italia, il sistema giuridico non consente di fare testamento lasciando il patrimonio al cane, al gatto o ad altri animali domestici che ci hanno accompagnato in vita.

La preoccupazione, quindi, è quella di assicurarsi che l’amico fedele sia sempre accudito con amore per il resto dei suoi giorni, anche quando non ci saremo più. Ma come fare? Seppure l’ordinamento non lo prevede, è possibile ricorrere ad altri strumenti giuridici.

Gli animali domestici sono parte integrante delle nostre famiglie: ci confortano nei periodi di tristezza, comprendono il nostro stress, sono presenti alle occasioni più belle e spesso aiutano a crescere i figli. Ecco perchè molti hanno il desiderio di lasciare l’eredità al cane o al gatto.

Non è raro, infatti, leggere dai giornali le storie di animali milionari grazie all’eredità lasciata dal padrone che non c’è più.

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In Italia decidere di lasciare l’eredità con testamento al cane o al gatto non è ammesso e non possono essere successori ereditari del padrone.

La ragione sta nel fatto che il nostro sistema giuridico ritiene che gli animali siano privi della “capacità di succedere” e quindi inidonei a essere eredi.

Dal momento che il cane, il gatto e qualsiasi altro animale non ha capacità giuridica, inserirlo nel testamento come beneficiario dell’eredità comporterebbe la nullità dell’atto.

È possibile fare testamento in favore degli animali domestici in Italia e come fare?

Come fare testamento a favore di animali domestici

Non è possibile indicare come propri eredi gli amici pelosi che ci hanno accompagnato per tutta la vita, a differenza di quanto avviene per esempio in altri paesi con sistemi giuridici diversi dal nostro (es. Stati Uniti d’America).

Tuttavia, per assicurarsi che l’amico fidato a quattro zampe sia sempre accudito è possibile provvedere in altro modo.

Per la legge italiana gli animali domestici sono considerati “privi della capacità giuridica” e per questo non possono essere indicati nel testamento come beneficiari dell’eredità. Questo perché gli animali sono considerati come beni mobili a tutti gli effetti, e non soggetti giuridici.

Solo le persone giuridiche e le persone fisiche possono essere eredi, come nel caso di fondazioni, enti e associazioni.

Il testamento è formato da due parti: la quota legittima (destinata esclusivamente agli eredi legittimari e che non può essere intaccata) e la quota disponibile, ovvero quella parte dell’eredità che può essere destinata a chiunque io voglia.

Il testatore, cioè chi lascia l’eredità, può disporre liberamente della quota disponibile e decidere di destinarla a chi o cosa meglio ritenga, anche se ad associazioni, amici ed altri.

Per fare testamento e lasciare l’eredità agli animali domestici è quindi possibile destinare la quota disponibile a un ente, fondazione ecc. che si occupa di animali e disporre come ultima volontà che quella parte del patrimonio venga utilizzata per l’amico di una vita.

Oppure, un’altra soluzione, è quella di disporre che parte della quota disponibile vada a un amico o un parente, così come a una persona fidata, a patto che si occupi di accudire e amare il cane o il gatto.

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Virginia Sacco
Dottoressa in Giurisprudenza
Dopo la laurea presso l'Università degli Studi di Napoli - Federico II, ho seguito le mie passioni specializzandomi prima in Sicurezza economica, Geopolitica e Intelligence presso SIOI - UN ITALY e, successivamente, in Diritto dell'Unione Europea presso il mio ateneo di origine. Ho concluso la pratica forese in ambito penale, occupandomi di reati finanziari e doganali. Nel corso degli anni ho preso parte attivamente a eventi, attività e progetti a livello europeo e internazionale, approfondendo i temi della cooperazione giudiziaria e del diritto penale internazionale. Ho scritto di cybersicurezza, minacce informatiche e sicurezza internazionale per "Agenda Digitale" e "Cyber Security 360". Su Lexplain scrivo di diritto con parole semplici e accessibili.
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