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13 Dicembre 2023
13:00

Docenti e Statali: tassazione alta a dicembre 2023, ecco perché

I docenti e dipendenti statali a tempo indeterminato hanno percepito lo stipendio di dicembre, la tredicesima e l'anticipo IVC 2024 maggiorato ed in unica soluzione nel cedolino di dicembre 2023. La tassazione Irpef è molto alta, anche per i precari e dipendenti a tempo determinato. Spieghiamo perché la tassazione è alta e quale è l'impatto su detrazioni per lavoro dipendente e l'esonero contributivo dell'anticipo dell'indennità di vacanza contrattuale.

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Docenti e Statali: tassazione alta a dicembre 2023, ecco perché
Direttore editoriale e Consulente del Lavoro
Docenti e Statali tassazione alta a dicembre 2023, ecco perche

Il conguaglio fiscale di fine anno è piuttosto pesante per Docenti e Statali alle prese con un cedolino di dicembre con una tassazione alta.

La motivazione sta nella combinazione tra elementi retributivi percepiti a dicembre e nella tredicesima, la tassazione Irpef di dicembre ed il conguaglio dei redditi percepiti nell'anno.

In particolare, nel cedolino di dicembre i docenti ed i dipendenti pubblici a tempo indeterminato hanno percepito:

Si tratta quindi di un "doppio" stipendio più un "terzo" stipendio dovuto all'IVC.

Se da un lato è aumentato l'imponibile lordo, quindi lo stipendio lordo, dall'altro lato queste tre retribuzioni si sommano all'imponibile previdenziale ed all'imponibile fiscale dell'anno, determinando un conguaglio fiscale tra Irpef lorda e detrazioni per lavoro dipendente, particolarmente alto.

I docenti a tempo determinato (precari scuola) ed i dipendenti Statali a tempo determinato hanno invece percepito lo stipendio di dicembre e la tredicesima, mentre percepiranno l'IVS maggiorata di 6,7 volte a partire da gennaio 2024.

E molti lavoratori pensando da un lato che era meglio percepire l'IVC ogni mese e non in unica soluzione, perché la tassazione si "mangia" l'anticipo IVC percepito.

La verità è che la normativa fiscale comunque sommerebbe le retribuzioni fiscali dell'anno, sia nel 2023 che nel 2024.

Ma vediamo come funziona la tassazione nella busta paga di dicembre dei docenti e dei dipendenti pubblici.

Anticipo IVC 2024 tassato all'aliquota Irpef più alta

La novità della busta paga di dicembre 2023 è la tanto annunciata erogazione dell'anticipazione dell'indennità di vacanza contrattuale (IVC) del 2024, in unica soluzione a dicembre 2023 e maggiorata di 6,7 volte.

L'anticipo IVC 2024 a dicembre 2023 spetta esclusivamente ai dipendenti a tempo indeterminato.

Per i docenti a tempo indeterminato e per il personale ATA a tempo indeterminato si tratta di una cifra che va da un minimo di 595,76 euro ad un massimo di 1.516,41 euro, lordi ed in unica soluzione. Ecco l'approfondimento sull'anticipo IVC 2024.

Per gli altri dipendenti Statali a tempo indeterminato, si tratta sempre di un anticipazione dell'intero importo annuale dell'IVC 2024 moltiplicato per 6,7 volte.

Il problema è che l'anticipo IVC 2024 una tantum è un emolumento lordo che si aggiunge all'imponibile previdenziale e fiscale del mese e di conseguenza, essendo il mese di dicembre, all'imponibile annuale assoggettato sia a contribuzione che a tassazione Irpef.

La motivazione per la quale sull'anticipo IVC 2024 la tassazione è più alta, così come per la tredicesima, è tutto nelle modalità di calcolo della tassazione Irpef.

Tassazione Irpef diversa durante l'anno rispetto al mese di conguaglio

Molti lavoratori non sanno che il sistema di calcolo della tassazione Irpef lorda è diverso tra i mesi dell'anno ordinari (es. gennaio-novembre) ed il mese di conguaglio fiscale (es. dicembre).

NoiPa comunica che il conguaglio fiscale di fine anno può avvenire tra dicembre e febbraio: "Il conguaglio fiscale è il risultato del calcolo complessivo delle imposte Irpef e delle addizionali dovute dal lavoratore o dal pensionato, che il datore di lavoro, e quindi il sistema NoiPA, è tenuto ad effettuare al termine dell'anno solare. NoiPA effettua il conguaglio a partire dal mese di dicembre sino al mese di febbraio.

Nei primi mesi dell'anno, infatti, il sistema NoiPA effettua il conguaglio relativo al periodo corrispondente all'anno solare precedente tra:

  • le ritenute d'acconto operate mensilmente nel corso dell'anno solare precedente;
  • l'imposta effettivamente dovuta sull'ammontare complessivo degli emolumenti erogati (somme fondamentali e accessorie) nell'anno precedente".

Sulla base di ciò va detto che nei mesi ordinari nei quali non avviene il conguaglio, il sistema di tassazione segue quanto riportiamo.

Sull'imponibile fiscale, che è quindi il lordo di stipendio meno i contributi da pagare, nei mesi ordinari senza conguaglio e sulla tredicesima erogata  a dicembre, si applica questo criterio di calcolo dell'Irpef:

REDDITO IMPONIBILE ALIQUOTA
Fino a 1.250 euro mensili 23%
da 1250,01 euro fino a 2.333,33 euro 25%
da 2.333,34 euro fino a 4.166,66 euro 35%
oltre 4.166,67 euro 43%

Sostanzialmente lo stipendio lordo mensile, trattenuti i contributi previdenziali (ed accreditato in favore del lavoratore l'eventuale esonero contributivo spettante), forma l'imponibile fiscale del mese, che viene tassato secondo gli scaglioni sopra riportati.

La tassazione Irpef lorda è determinata come una sorta di acconto rispetto al ricalcolo della tassazione Irpef lorda da effettuarsi a fine anno.

E' chiaro che se nel mese di dicembre, il lavoratore percepisce stipendio di dicembre + tredicesima + anticipo IVC, la tassazione Irpef del mese seguirà le aliquote sopra riportate, se nel mese di dicembre non è stato effettuato il conguaglio, altrimenti seguirà il calcolo nel mese di conguaglio che esporremo in seguito.

Sicuramente, la tredicesima e l'anticipo IVC, ma anche parte dello stipendio confluisce nell'aliquota Irpef almeno del 35%.

Detrazione per lavoro dipendente: durante l'anno sul reddito presunto, nel conguaglio sul reddito effettivo

La tassazione Irpef poi effettivamente pagata è al netto della detrazione per lavoro dipendente.

Esclusivamente nelle buste paga da gennaio a novembre, più conguaglio a dicembre, il calcolo della detrazione per lavoro dipendente segue queste regole:

  • Redditi fino a 15.000 euro: a) 1.880 euro, se il reddito complessivo non supera 15.000 euro. L'ammontare della detrazione effettivamente spettante non può essere inferiore a 690 euro. Per i rapporti di lavoro a tempo determinato, l'ammontare della detrazione effettivamente spettante non può essere inferiore a 1.380 euro;
  • Redditi da 15.000 a 28.000 euro: b) 1.910 euro, aumentata del prodotto tra 1.190 euro e l'importo corrispondente al rapporto tra 28.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e 13.000 euro, se l'ammontare del reddito complessivo è superiore a 15.000 euro ma non a 28.000 euro;
  • Redditi da 28.000 a 50.000 euro: c) 1.910 euro, se il reddito complessivo è superiore a 28.000 euro ma non a 50.000 euro; la detrazione spetta per la parte corrispondente al rapporto tra l'importo di 50.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e l'importo di 22.000 euro.

Nelle buste paga da gennaio a novembre, se il conguaglio è effettuato a dicembre, il reddito di riferimento è quello dell'anno precedente.

E qui che c'è la differenza rispetto al mese di conguaglio. Se è a dicembre, chiaramente avverrà il ricalcolo dell'intera detrazione per lavoro dipendente nell'anno, sulla base del reddito annuo lordo (imponibile fiscale) effettivo e definitivo.

E' chiaro che se il lavoratore percepisce stipendio di dicembre + tredicesima + anticipo IVC 2024 e questi tre emolumenti determinano un sensibile aumento del reddito imponibile fiscale annuo, è probabile che il lavoratore finisca nella fascia di calcolo delle detrazioni fiscali per redditi da 28 mila a 50 mila euro.

Ed il sistema di calcolo della detrazione fiscale per lavoro dipendente prevede appunto che la detrazione spettante scende all'aumentare del reddito.

Aliquote Irpef applicate nel mese di conguaglio

Abbiamo detto che la tassazione è diversa nel mese di conguaglio. E abbiamo anticipato che la detrazione per lavoro dipendente viene ricalcolata sul reddito annuale effettivo.

Ma anche la determinazione dell'imposta lorda Irpef segue il sistema di calcolo basato sul reddito annuale imponibile fiscale.

Le aliquote Irpef per l'anno 2023 sono le seguenti:

REDDITO IMPONIBILE ALIQUOTA IMPOSTA DOVUTA SUI REDDITI INTERMEDI COMPRESI NEGLI SCAGLIONI
fino a euro 15.000,00 23% 23% sull’intero importo (= 3.450,00)
da 15.001,00 euro fino a 28.000,00 euro 25% 3.450 euro + 25% sul reddito che supera i 15.000 euro fino a 28.000 euro
da 28.001 euro fino a 50.000 euro 35% 6.700 euro + 35% sul reddito che supera i 28.000 euro fino a 50.000 euro
oltre 50.001 euro 43% 14.400 euro + 43% sul reddito che supera i 50.000 euro

Sulla base dell'imponibile fiscale definitivo, che nel caso dei docenti e dipendenti a tempo indeterminato, sale sensibilmente per la percezione dello stipendio di dicembre + tredicesima + anticipo IVC 2024, viene calcolata l'imposta lorda.

E' chiaro che il reddito percepito a titolo di stipendio di dicembre, tredicesima e anticipo IVC 2024, così come lo stipendio di dicembre, confluiscono nell'aliquota Irpef massima.

Per il semplice fatto che se un lavoratore ad esempio fino a novembre ha guadagnato 25.000 euro e percepisce ulteriori 4.000 euro a dicembre, se è il mese di conguaglio, non pagherà l'imposta Irpef seguendo lo schema che prevedeva fino a 1.250 euro l'aliquota del 23%, poi il 25% ecc. Ma pagherà si 4.000 euro, per i primi 3.000 euro il 25% direttamente (scaglione da 15 a 28 mila euro) e per l'ulteriore 1.000 euro (che si colloca nello scaglione di reddito da 28 a 50 mila euro) pagherà il 35%.

Ecco perché strutturalmente il conguaglio fiscale di fine anno è più pesante. Perché avviene il calcolo dell'imposta Irpef in maniera definitiva e perché avviene il ricalcolo della detrazione per lavoro dipendente.

E se vi sono importanti emolumenti percepiti nel mese di conguaglio, accanto alla normale tassazione applicata per questi ulteriori emolumenti percepititi (tredicesima e anticipo IVC nel caso dei dipendenti statali), vi è anche il ricalcolo della tassazione annuale.

Tredicesima tassata con aliquota Irpef più alta e senza detrazioni per lavoro dipendente

Un altro aspetto, collegato, è che la tredicesima è tassata con l'aliquota Irpef più alta, ma è anche un emolumento a tassazione piena, ossia senza diritto alla detrazione per lavoro dipendente.

Quindi strutturalmente il doppio stipendio percepito alla fine dell'anno, determina una tassazione più alta perché c'è sia l'eventuale conguaglio fiscale di fine anno tenendo conto dello stipendio del mese di dicembre e della tredicesima (+ anticipo IVC per i lavoratori a tempo indeterminato) che l'applicazione della detrazione per lavoro dipendente solo sullo stipendio di dicembre, o comunque il riconoscimento di ulteriori 31/365 della detrazione per lavoro dipendente più conguaglio della stessa in base al reddito finale.

La tredicesima è tassata con l'aliquota Irpef più alta, in riferimento allo scaglione di reddito. E il lavoratore paga l'Irpef lorda sulla tredicesima, senza detrazione per lavoro dipendente. Quindi una bella quota della cifra di Irpef della busta paga di dicembre + tredicesima, è proprio la tassazione sulla tredicesima. Ecco l'approfondimento sulla tredicesima dal lordo al netto.

Niente esonero contributivo nella busta paga dicembre

Nell'anno 2023 i lavoratori dipendenti hanno diritto all'esonero contributivo, ossia uno sconto sui contributi da pagare a carico del lavoratore.

I lavoratori hanno percepito nelle buste paga da gennaio a giugno 2023, un esonero contributivo collegato alla retribuzione imponibile previdenziale del mese. Ecco il calcolo:

  • retribuzione mensile imponibile ai fini contributivi non superiore 1.923,00 (complessiva, esclusi ratei di tredicesima mensilità): esonero contributivo del 3%;
  • retribuzione mensile imponibile ai fini contributivi da 1.923,01 e non superiore 2.692,00 (complessiva, esclusi ratei di tredicesima mensilità): esonero contributivo del 2%;
  • retribuzione mensile oltre 2.692 euro: nessun esonero contributivo.

Nelle buste paga da luglio a dicembre 2023, un esonero contributivo collegato alla retribuzione imponibile previdenziale del mese, più elevato. Ecco il calcolo:

  • retribuzione mensile imponibile ai fini contributivi non superiore 1.923,00 (complessiva, esclusi ratei di tredicesima mensilità): esonero contributivo del 7%;
  • retribuzione mensile imponibile ai fini contributivi da 1.923,01 e non superiore 2.692,00 (complessiva, esclusi ratei di tredicesima mensilità): esonero contributivo del 6%;
  • retribuzione mensile oltre 2.692 euro: nessun esonero contributivo.

Sulla tredicesima, l'esonero contributivo è del 2% o 3%, quindi non elevato al 6%o 7% ma sempre collegato alla retribuzione imponibile previdenziale. Ecco il calcolo:

  • retribuzione tredicesima imponibile ai fini contributivi non superiore 1.923,00 (complessiva, esclusi ratei di tredicesima mensilità): esonero contributivo del 3%;
  • retribuzione tredicesima imponibile ai fini contributivi da 1.923,01 e non superiore 2.692,00 (complessiva, esclusi ratei di tredicesima mensilità): esonero contributivo del 2%;
  • retribuzione mensile oltre 2.692 euro: nessun esonero contributivo.

L'anticipo IVC 2024 in unica soluzione sull'imponibile determina che sullo stipendio di dicembre, l'imponibile contributivo supera probabilmente il limite di 2.692 euro sommando appunto stipendio di dicembre + anticipo IVC 2024.

A quel punto, il lavoratore in questione avrà perso lo sconto contributivo del 6%.

Mentre sulla tredicesima, se l'imponibile è nei limiti previsti spetta il 2% o 3%. Che è comunque ridotto rispetto al mese di novembre, quindi anche in questo caso c'è un impatto sul netto percepito dal lavoratore, perché paga sensibilmente più contributi a carico del lavoratore.

Meglio anticipo IVC in unica soluzione o era meglio a rate?

A questo punto il lavoratore dipendente pubblico a tempo indeterminato  potrebbe sostenere che sarebbe stato meglio percepire l'anticipo IVC 2024 ogni mese come avverrà per i lavoratori a tempo determinato. Perché alla fine si pagano un ammontare di "tasse" pari all'anticipo IVC percepito.

La risposta è che l'anticipo IVC in unica soluzione determina un aumento importante dell'imponibile previdenziale e fiscale dell'anno 2023, che ha un immediato impatto sulla tassazione. E che determina la perdita nel mese di dicembre dell'eventuale esonero contributivo spettante.

Ma a livello fiscale, anche nel 2024, coloro che percepiranno tutti i mesi l'anticipo IVC (dipendenti a tempo determinato), che si sostanzia nella stessa cifra ma percepita in 13 rate, si troveranno a pagare l'esatto conguaglio fiscale e tassazione Irpef dei lavoratori che hanno percepito l'anticipo IVC 2024 a dicembre 2023. Perché comunque gli emolumenti lordi percepiti sono gli stessi.

La differenza è che i lavoratori a tempo indeterminato percepiscono tutta la cifra nel 2023 da un lato e dall'altro lato pagano tutta l'Irpef nel 2023.

Mentre i lavoratori a tempo determinato percepiranno tutta la cifra spalmata in un anno intero, pagheranno una Irpef da definire provvisoria per tutti i mesi dell'anno e poi a dicembre ci sarà il conguaglio che comunque equiparerà l'impatto fiscale dell'anticipo IVC, a dicembre 2024.

E' chiaro che in alcuni casi dei lavoratori a tempo determinato, l'anticipo IVC mensile potrebbe evitare la perdita dell'esonero contributivo, dello sconto sui contributi.

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Antonio Barbato
Direttore editoriale e Consulente del Lavoro
Mi occupo di consulenza del lavoro e giornalismo giuslavoristico, previdenziale e fiscale. Iscritto all’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Napoli e fondatore di uno studio professionale specializzato nel mondo del web e dell’editoria. Sono tra i soci fondatori e Vice Presidente dell’Associazione giovani Consulenti del Lavoro di Napoli. Tra i primissimi redattori di Fanpage.it, ho ricoperto, sin dalla fondazione del giornale, il ruolo di Responsabile dell’area Lavoro (Job), dal 2011 al 2022. Autore di numerose guide esplicative, dal 2023 ricopro il ruolo di Direttore editoriale di Lexplain, verticale del gruppo Ciaopeople dedicato al mondo della legislazione, del fisco, dell'economia e della finanza.
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