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5 Ottobre 2024
13:00

Diseredare per testamento

La diseredazione è una clausola negativa contenuta all’interno del testamento e mediante la quale il testatore manifesta la sua intenzione di escludere dalla disposizione successoria determinati eredi legittimi.

Diseredare per testamento
Dottoressa in Giurisprudenza
Diseredare per testamento

La diseredazione è una clausola negativa contenuta all’interno del testamento e mediante la quale il testatore manifesta la sua intenzione di escludere dalla disposizione successoria determinati eredi legittimi.

A differenza di quanto avviene con l’indegnità, la diseredazione è un’espressione della volontà del de cuius all’estromissione.

Le origini storiche

La diseredazione è un istituto che trae origine già dal diritto romano e che riconosceva al pater familias il potere di escludere dalla successione alcuni discendenti: una vera e propria sanzione civile utilizzata a seguito di un risentimento o di un torto subito.

Successivamente, con l’avvento del Codice napoleonico (code Napoléon) la diseredazione venne abolita, lasciando in vigore la sola indegnità a succedere come causa di esclusione testamentaria e solo per fatti particolarmente gravi.

Nel Codice Albertino, diseredazione e indegnità erano previsti come due istituti distinti.

L’indegnità, infatti, si applicava automaticamente (ipso iure) a chi commetteva atti particolarmente gravi, indipendentemente dal suo legame familiare con il defunto. Invece, per comportamenti di minore gravità, il testatore aveva la facoltà di escludere dall’eredità tanto i disc

Gli orientamenti della dottrina

Per lungo tempo la dottrina ha dibattuto circa la qualificazione della diseredazione, in virtà del rapporto tra successione testamentaria e legittima.

Se infatti la scelta di diseredare taluni mina a eliminare dal novero dei successibili coloro i quali non siano legittimari, al contempo non preclude ai soggetti esclusi di dare avvio all’apertura della successione legittima.

Un primo orientamento della dottrina, ha sostenuto per lungo tempo la necessaria prevalenza della successione legittima. In quest’ottica, quindi, l’espressione del disponente assume l’estrinsecazione di un interesse preminente rispetto alla successione testamentaria.

Altro orientamento, invece, ha ritenuto prevalente il criterio della successione testamentaria, acuendo la volontà del testatore rispetto alla volontà normativa.

Una terza corrente di pensiero, infine, ha espresso l’equilibrio della successione legittima e testamentaria, ponendo entrambe sul medesimo piano.

In linea generale, però, questi tre orientamenti sono stati poi successivamente ristretti a due macro categorie: un primo orientamento “negativo” e un secondo “positivo”.

L’orientamento negativa, teso a escludere l’ammissibilità della diseredazione espressa, si basa sulla lettura dell’art. 587 c.c. e secondo cui il testatore debba attribuire precisamente il contenuto del testamento.

L’orientamento positivo, al contrario, ha invece legato la libera volontà testamentaria all’ammissibilità di esprimere la diseredazione e per questo decidere liberamente del proprio patrimonio.

L’ammissibilità della diseredazione

Attualmente, l’orientamento predominante assolve l’ammissibilità della diseredazione sebbene sul pinto sia anche intervenuto la storica pronuncia della Corte di Cassazione, sezione 2, sentenza 25 maggio 2012, n. 8352 e che ha affermato il principio secondo il quale “è valida la clausola del testamento con la quale il testatore manifesti la propria volontà di escludere dalla propria successione alcuni dei successibili”.

La Suprema Corte, ha inteso “sostituire la propria interpretazione a quella del giudice di merito”, ovvero risalente al 1967.

In primo luogo, è stata confermata la validità di un testamento che contenga esclusivamente una clausola di diseredazione. In secondo luogo, è stato chiarito che la diseredazione può essere valida a favore degli eredi legittimi, ma non nei confronti dei legittimari.

I legittimari, infatti, in quanto titolari di una quota di riserva sul patrimonio, non possono essere esclusi dalla successione tramite diseredazione.

Cosa succede quando l’erede viene escluso dal testamento?

Se un testamento esclude un legittimario, è possibile impugnare il testamento.

Può essere escluso l’erede legittimo quando lo si ritenga opportuno, (ad esempio perché si è in cattivi rapporti) inserendo nel testamento la clausola di diseredazione.

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Virginia Sacco
Dottoressa in Giurisprudenza
Dopo la laurea presso l'Università degli Studi di Napoli - Federico II, ho seguito le mie passioni specializzandomi prima in Sicurezza economica, Geopolitica e Intelligence presso SIOI - UN ITALY e, successivamente, in Diritto dell'Unione Europea presso il mio ateneo di origine. Ho concluso la pratica forese in ambito penale, occupandomi di reati finanziari e doganali. Nel corso degli anni ho preso parte attivamente a eventi, attività e progetti a livello europeo e internazionale, approfondendo i temi della cooperazione giudiziaria e del diritto penale internazionale. Ho scritto di cybersicurezza, minacce informatiche e sicurezza internazionale per "Agenda Digitale" e "Cyber Security 360". Su Lexplain scrivo di diritto con parole semplici e accessibili.
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