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25 Aprile 2024
11:00

Diritto alla riparazione: ok del Parlamento europeo alla direttiva che rende più conveniente riparare gli oggetti

Il Parlamento europeo ha approvato la direttiva sul cosiddetto "diritto alla riparazione", con lo scopo di incentivare i consumatori a optare per un consumo sostenibile dei beni che consenta di migliorare la qualità dell'ambiente e di ridurre l’impatto negativo conseguente allo smaltimento dei rifiuti, in conformità con quanto previsto dall’articolo 37 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea. Vediamo in cosa consiste il diritto alla riparazione e cosa prevede la direttiva approvata dal Parlamento.

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Diritto alla riparazione: ok del Parlamento europeo alla direttiva che rende più conveniente riparare gli oggetti
Avvocato
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Il Parlamento europeo ha approvato, con 584 voti favorevoli, 3 contrari e 14 astensioni, la direttiva sul cosiddetto "diritto alla riparazione", con lo scopo di incentivare i consumatori a optare per un consumo sostenibile dei beni che consenta di migliorare la qualità dell'ambiente e di ridurre l’impatto negativo conseguente allo smaltimento dei rifiuti, in conformità con quanto previsto dall’articolo 37 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea.

Obiettivo ulteriore della direttiva è quello di migliorare il funzionamento del mercato interno e garantire un elevato livello di protezione dei consumatori.

Al fine di ridurre lo smaltimento prematuro di beni e incoraggiare i consumatori a usare tali beni più a lungo, con l’adozione della direttiva si mira a rendere più agevole la possibilità di ottenere una riparazione a prezzi accessibili.

Quando la direttiva sarà approvata anche dal Consiglio e pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione europea, gli Stati membri avranno 24 mesi di tempo per recepirla nel diritto nazionale.

Vediamo in cosa consiste il diritto alla riparazione e cosa prevede la direttiva approvata dal Parlamento.

Obbligo di riparazione

Al fine di incentivare la riparazione, all’art. 5 della direttiva è stabilito che gli Stati membri debbano provvedere affinché, su richiesta del consumatore, il fabbricante ripari determinati beni:

  • a titolo gratuito o a un prezzo ragionevole;
  • entro un periodo di tempo ragionevole dal momento in cui il fabbricante prende fisicamente possesso del bene;

Il fabbricante può fornire in prestito al consumatore un bene sostitutivo per la durata della riparazione.

Modulo europeo standard

I riparatori potranno utilizzare il modulo europeo standard di informazioni sulla riparazione riportato nell'allegato alla direttiva da fornire al consumatore.

Il modulo europeo di informazioni conterrà indicazioni da fornire al consumatore in merito alla riparazione: ci saranno informazioni, ad esempio, sulla natura del difetto, sul prezzo della riparazione e sul termine entro il quale il riparatore si impegna a riparare il bene danneggiato.

Il modulo europeo di informazioni darà la possibilità ai consumatori di valutare i servizi di riparazione, per effettuare la scelta più conveniente e magari decidere di orientarsi per una modalità di consumo sostenibile.

Con la direttiva (UE) 2019/771 è stato sancito l'obbligo per i venditori di riparare i beni in caso di difetto di conformità presente al momento della consegna e che si rende evidente entro il periodo di responsabilità.

Il diritto alla riparazione del consumatore che trova riconoscimento in questa direttiva, invece, prescinde dal difetto di conformità del bene: i fabbricanti si occuperanno di riparare i prodotti dietro pagamento di un prezzo da parte del consumatore oppure a titolo gratuito.

La riparazione dovrà avvenire, possibilmente, nel luogo più vicino al consumatore per evitare costi di spedizione ed emissioni inutili.

Nel preambolo della direttiva viene inoltre fornita una indicazione importante: viene infatti chiarito che “le pratiche degli operatori economici che inducono i consumatori a credere che i loro beni non possano essere riparati a causa di una precedente riparazione o ispezione da parte di un riparatore indipendente, di un riparatore non professionista o di utilizzatori finali, o le false dichiarazioni secondo cui detta riparazione o ispezione genera rischi connessi alla sicurezza, inducendo così in errore i consumatori, potrebbero, se del caso, costituire pratiche commerciali sleali a norma della direttiva 2005/29/CE del Parlamento europeo e del Consiglio”.

Indurre i consumatori a credere che un bene acquistato non si possa riparare, insomma, potrebbe essere considerato al pari di una pratica commerciale sleale.

Piattaforma on line europea

Al fine di incentivare la riparazione, nella direttiva è fatto riferimento all'istituzione di una piattaforma online europea per la riparazione.

La piattaforma online europea sarà formata da sezioni nazionali basate su un'interfaccia online con link che rimandano alle piattaforme online nazionali per la riparazione.

Nella piattaforma potrebbero essere presenti i venditori di beni ricondizionati, gli acquirenti di beni difettosi a fini di ricondizionamento.

Periodo di responsabilità

Al fine di incentivare i consumatori a scegliere la riparazione, viene stabilita la necessità di modificare la direttiva (UE) 2019/771 affinché il periodo di responsabilità sia esteso di 12 mesi, che dovrebbero essere aggiunti al periodo di responsabilità restante del bene.

Gli Stati membri potrebbero tuttavia prevedere altre estensioni del periodo di responsabilità del venditore.

L'estensione del periodo di responsabilità, infatti, “incoraggerebbe il consumo sostenibile e contribuirebbe a un'economia circolare”.

Laureata con lode in giurisprudenza presso l’Università degli studi di Napoli Federico II. Ho poi conseguito la specializzazione presso la Scuola di specializzazione per le professioni legali, sono stata collaboratrice della cattedra di diritto pubblico comparato e ho svolto la professione di avvocato. Sono autrice e coautrice di numerosi manuali, alcuni tra i più noti del diritto civile e amministrativo. Sono inoltre autrice di numerosi articoli giuridici e ho esperienza pluriennale come membro di comitato di redazione. Per Lexplain sono editor per l'area "diritto" e per l'area "fisco". 
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