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19 Ottobre 2024
9:00

Diritto alla disconnessione: cos’è e come funziona in Italia e in UE

In Italia si è iniziato a parlare di diritto alla disconnessione con la legge sullo smart working e oggi il nostro paese tenta di adeguarsi all'Ue presentando una proposta di legge che regola il diritto all'equilibrio tra vita privata e personale, ponendo il divieto di reperibilità tranne in casi di necessità e urgenza, del lavoratore fuori dall'orario di lavoro.

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Diritto alla disconnessione: cos’è e come funziona in Italia e in UE
Esperta in Diritto Tributario
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Stop a messaggi, mail, anche su whtasapp e riunioni dopo aver timbrato il cartellino d’uscita e anche in smartworking: è questo in sintesi il diritto alla disconnessione, un principio che tutela il benessere dei lavoratori, garantendo loro il diritto di separare la vita lavorativa da quella personale con i lavoratori che hanno il diritto di concludere la giornata lavorativa al momento di chiusura del turno.

In Italia si sta attualmente discutendo una proposta di legge depositata dal PD alla Camera, che intende tutelare il diritto a non essere sempre reperibili per il datore e i colleghi, salvo che non si tratti di situazioni urgenti. Fuori dall’orario di lavoro e per almeno 12 ore dalla fine del turno nessuna comunicazione lavorativa deve essere inoltrata al lavoratore.

Di recente era stata l’Australia, il 26 agosto scorso ad introdurre nel paese una nuova legge che consente ai dipendenti di ignorare email e chiamate di lavoro ricevute al di fuori dell'orario lavorativo senza subire conseguenze. La pioniera in Ue fu la Francia che per prima introdusse il diritto alla disconnessione, seguita da Germania, Spagna, Belgio e anche l’Italia. Il nostro paese ha introdotto tale diritto con la legge sullo smart working.

Cos’è e come funziona il diritto alla disconnessione

Complice la pandemia, è esploso negli ultimi anni lo smart working, il lavoro da remoto che permette di conciliare lavoro e vita privata. Ma lo sviluppo digitale avanza e con esso tutte le implicazioni anche negative. Oggi siamo sempre connessi, il che significa che

Il diritto alla disconnessione è un principio che tutela il benessere dei lavoratori, garantendo loro il diritto di separare la vita lavorativa da quella personale. In pratica, questo diritto permette ai dipendenti di non essere obbligati a rispondere a e-mail, chiamate o messaggi di lavoro al di fuori dell'orario di lavoro, senza che ciò comporti conseguenze negative sul loro rapporto professionale.

Nell'era digitale, l'aspettativa implicita o esplicita che i dipendenti siano costantemente disponibili, anche al di fuori delle ore di lavoro standard, è diventata comune in molti luoghi di lavoro, dalla scuola alla Pubblica amministrazione. Il diritto alla disconnessione mira a stabilire confini chiari per le comunicazioni lavorative dopo l'orario di lavoro. Ciò non solo offre ai dipendenti il diritto di non impegnarsi in attività lavorative una volta a casa, ma li protegge anche da qualsiasi ripercussione negativa per non aver risposto a comunicazioni lavorative fuori orario.

 Il diritto alla disconnessione in Italia

Il "diritto alla disconnessione" in Italia è un concetto introdotto per la prima volta con la Legge 81/2017, nota anche come la legge sul lavoro agile o smart working. Questo diritto permette ai lavoratori di essere liberi da attività lavorative, come rispondere a e-mail o telefonate, al di fuori dell'orario di lavoro stabilito.

Andando nei dettagli, la legge sullo smart working ha istituito il concetto di lavoro agile stabilendo al tempo stesso che il lavoratore deve avere il diritto di staccarsi dalle attività lavorative al di fuori del normale orario di lavoro. Il diritto alla disconnessione è spesso regolato tramite accordi tra il datore di lavoro e il dipendente o attraverso contratti collettivi. Le aziende sono incoraggiate a stabilire regole chiare su orari di lavoro, comunicazioni, e modalità di disconnessione per evitare ambiguità e proteggere i diritti dei lavoratori.

Di recente è stato approvato un nuovo progetto di legge sul diritto alla disconnessione che definisce come comunicazione “qualsiasi forma di contatto tra datori di lavoro e lavoratori o tra lavoratori effettuata tramite telefono, mail, servizi di messaggistica istantanea o piattaforme di collaborazione”.

In altre parole in base alla proposta di legge, i lavoratori hanno il diritto di non ricevere comunicazioni dal datore di lavoro o dal personale con compiti direttivi fuori dall’orario di lavoro e, in ogni caso, per un periodo minimo di dodici ore dalla fine del turno lavorativo.

Eventuali comunicazioni inviate fuori da questo periodo di tempo non obbligano in alcun modo il lavoratore, a meno che non siano motivate da necessità o urgenza. In quest'ultimo caso, il lavoratore sarebbe tenuto a leggerle e ad adempiere ad eventuali obblighi soltanto alla ripresa dell’orario lavorativo. Secondo il progetto di legge, inoltre, dovrebbero essere i datori di lavoro a dover fornire gli strumenti digitali, con i relativi costi di gestione a carico, nelle imprese con più di quindici dipendenti dove le comunicazioni di servizio e la prestazione lavorativa avvengono prevalentemente attraverso strumenti digitali. In caso di mancato adempimento sono previste sanzioni, che possono andare da 500 a 3 mila euro.

Diritto alla disconnessione a scuola

Il diritto alla disconnessione a scuola torva fondamento all'articolo 22, comma 4, c8) del CCNL Istruzione e Ricerca del 2016-2018 che stabilisce il diritto alla disconnessione, recitando testualmente:

“Sono oggetto di contrattazione integrativa – a livello di singola istituzione scolastica ed educativa – i criteri generali per l’utilizzo di strumentazioni tecnologiche di lavoro in orario diverso da quello di servizio, al fine di una maggiore conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare (diritto alla disconnessione)”.

Ciò significa che il lavoratore dipendente della scuola non deve rimanere connesso h24 , 7 giorni su 7 e non si è responsabili del mancato malfunzionamento della rete che crea disagi soprattutto quando i docenti devono usare il registro elettronico e sono costretti a continuare il lavoro da casa. Inoltre non si può utilizzare WhatsApp, in sostituzione degli adempimenti previsti dalla legge.

Rischio di stress e abbassamento della produttività

Essere costantemente connessi al lavoro può avere effetti dannosi per la salute, poiché l'assenza di un equilibrio tra lavoro e pausa mina i ritmi naturali del corpo. Gli effetti negativi dell'impegno mentale continuo sono ben documentati: stress, burnout, sovraccarico informativo, e la necessità costante di mantenere alta l'attenzione sono alcuni dei principali rischi associati alla mancanza di disconnessione.

I lavoratori che non riescono a staccare fuori dall'orario lavorativo soffrono più spesso di problemi di salute come ansia, insonnia, mal di testa e disturbi fisici e psicologici più gravi, come disturbi dissociativi e aggressività. A livello organizzativo, questo comporta anche una riduzione della produttività. Infatti, la stanchezza mentale e fisica accumulata, associata alla demotivazione, riduce la capacità di concentrazione e di esecuzione efficiente dei compiti.

Il rapporto "Right to disconnect: implementation and impact at company level 2023" di Eurofound ha evidenziato che nelle aziende prive di una politica strutturata per il diritto alla disconnessione i lavoratori riportano più frequentemente problemi di salute. Al contrario, nelle aziende dove il diritto alla disconnessione è regolamentato si riscontrano migliori livelli di soddisfazione e un equilibrio più sano tra vita professionale e privata. Questo sottolinea l'importanza di politiche aziendali che garantiscano la possibilità di staccare, non solo per il benessere dei dipendenti, ma anche per migliorare la loro produttività.

Il diritto alla disconnessione e lo smartworking in UE: i paesi che lo riconoscono

Il diritto alla disconnessione è arrivato alla ribalta con l'avvento della tecnologia che rende tutti perennemente online. Ma è durante lo scoppio della pandemia e l'uso dello smart working che il problema è diventato sempre più evidente.

Non a caso il nostro paese ha iniziato a parlare di diritto alla disconnessione con la normativa che regola lo smart working. Oggi l’Italia ma prima altri paesi hanno già introdotto il diritto alla disconnessione.

Francia

Nel 2017, la Francia ha implementato il “diritto alla disconnessione” dalle e-mail di lavoro durante le ore non lavorative. Le aziende con 50 o più dipendenti sono tenute a negoziare con i sindacati per decidere quando i lavoratori possono essere contattati tramite metodi di comunicazione elettronica. Il mancato rispetto delle regole comporta una multa fino all'1% del compenso totale del lavoratore.

 Belgio

Analogamente, dal 2022 il Belgio ha concesso ai lavoratori il diritto di ignorare i messaggi relativi al lavoro dopo l'orario di lavoro. Se inizialmente era riservato ai soli dipendenti pubblici, la normativa è stata estesa al personale del settore privato che lavora in aziende con 20 o più dipendenti. I dipendenti belgi hanno anche una settimana lavorativa di quattro giorni.

 Portogallo

In Portogallo, ai datori di lavoro è vietato contattare i dipendenti dopo l'orario di lavoro, in quello che la legge definisce “diritto al riposo”. I dipendenti hanno inoltre diritto ad almeno 11 ore consecutive di “riposo notturno”, durante le quali non devono essere disturbati a meno che non si tratti di un'emergenza.

Spagna

In Spagna i dipendenti hanno il diritto di disconnettersi dalle comunicazioni digitali legate al lavoro al di fuori dell'orario di lavoro stabilito, con l'obiettivo di promuovere un buon equilibrio tra lavoro e vita privata.

Irlanda

L'Irlanda ha adottato un codice di condotta sul diritto alla disconnessione dall'ufficio al di fuori dell'orario di lavoro. Il codice garantisce ai lavoratori il diritto di non occuparsi di questioni lavorative al di fuori del normale orario di lavoro, oltre a imporre ai datori di lavoro l'obbligo di rispettare il diritto alla disconnessione dei propri dipendenti, non contattandoli oltre l'orario di lavoro. Il codice si estende a tutte le modalità di impiego, dal lavoro a distanza a quello in sede fissa.

 Regno Unito

Anche il Regno Unito sembra avviato ad adottare iniziative simili. Un sindacato di professionisti, Prospect, ha scoperto che quasi il 60% dei dipendenti è a favore del diritto alla disconnessione, secondo una campagna condotta lo scorso settembre. Sebbene nel Regno Unito non esista un diritto ufficiale alla disconnessione dal lavoro, è obbligatorio che la settimana lavorativa non superi le 48 ore in media, su un periodo di 17 settimane.

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