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27 Maggio 2024
15:00

Decreto autovelox il testo in Gazzetta Ufficiale: dove potranno essere collocati i dispositivi e dove no

Le nuove regole per gli autovelox sono state pubblicate in Gazzetta ufficiale e i Comuni avranno 12 mesi di tempo per adeguarsi alle disposizioni.

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Decreto autovelox il testo in Gazzetta Ufficiale: dove potranno essere collocati i dispositivi e dove no
Dottoressa in Giurisprudenza
Decreto autovelox in vigore da giugno: il giro di vite arriva domani in Gazzetta Ufficiale

Il decreto autovelox del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti è arrivato ufficialmente nella Gazzetta Ufficiale n. 123 del 28 maggio 2024.

Il giro di vite sui dispositivi di rilevazione della velocità è stato pubblicato e ha efficacia immediata, allo scopo di garantire la sicurezza stradale e disciplinare il posizionamento degli autovelox.

Durante lo scorso question time alla Camera, il Ministro Matteo Salvini ha introdotto alcune delle novità che saranno presenti nel testo atteso dagli automobilisti e non solo da circa 14 anni.

I Comuni italiani avranno 12 mesi di tempo per adeguarsi alle disposizioni, tra cui ottenere l’approvazione del Prefetto per l’installazione e il posizionamento dei rilevatori della velocità.

Ecco le principali strette sugli autovelox.

Posizionamento autovelox: la parola spetta al Prefetto

L’utilizzo e la collocazione dei rilevatori dovrà seguire regole ben precise che, a distanza di 14 anni di attesa di questa legge, rappresentano una vera e propria novità.

L’autovelox non potrà più essere inteso come uno strumento attraverso cui aumentare le entrate economiche comunali e per questo motivo il Prefetto dovrà approvare la collocazione.

I sistemi di misurazione della velocità, potranno essere posizionati e installati solo in caso di reale necessità: si parla infatti di esigenze di sicurezza stradale e il loro posizionamento non potrà essere strumentale al “fare cassa”.

Il Prefetto dovrà, infatti, autorizzare gli autovelox posti all’esterno delle autostrade e delle strade extraurbane solo nel caso in cui questi dispongano la contestazione differita del verbale (art. 201 del Codice della Strada). Ciò vale sia nel caso in cui la rilevazione della velocità sia automatica per il dispositivo oppure sia necessario l’intervento della polizia.

Ulteriormente, nel caso delle postazioni mobili alla presenza della polizia, sarà il decreto emanato dalla Prefettura ad autorizzare la collocazione.

Ciò non significa che la scelta condotta dal Prefetto potrà essere arbitraria, ma anzi dovrà essere commisurata in relazione all’elevato tasso di incidentalità dell’area presa in considerazione e documentando la difficoltà oppure l’impossibilità di raggiungere immediatamente l’automobilista per procedere alla contestazione.

In mancanza di ciò, infatti, sarà possibile ottenere l’annullamento della contravvenzione impugnandola innanzi al Tribunale Amministrativo Regionale.

Autovelox e limiti di velocità

Il giro di vite sugli autovelox impone precisi limiti per la rilevazione della velocità e come disposto dal Codice per ciascuna tipologia di strada:

  • nei centri urbani, non è possibile sanzionare per limiti di velocità inferiori a 50 km/h;
  • nelle strade extraurbane, solo nei casi in cui il limite di velocità sia inferiore ai 20 km/h.

Per fare un esempio, quindi, nelle strade principali extraurbane il cui limite è di 110 km/h, l’autovelox potrà essere installato solo se il limite è fissato entro i 90 km/h.

Necessaria la segnaletica

L’obiettivo è quello di evitare la serialità delle multe in cui spesso gli automobilisti incorrono e, per questo motivo, gli autovelox dovranno essere opportunamente segnalati.

L’autovelox non potrà sorprendere il guidatore, ma dovrà essere segnalato in anticipo.

Si parla di circa 1 km prima nelle strade extraurbane, 200 metri prima sulle strade urbane a scorrimento veloce e 75 metri prime sulle altre.

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Virginia Sacco
Dottoressa in Giurisprudenza
Laureata in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Napoli - Federico II, ho seguito le mie passioni specializzandomi prima in Intelligence istituzionale e, successivamente, in Diritto dell'Unione Europea. Nel corso degli anni ho preso parte a eventi, attività e progetti a livello europeo e internazionale, approfondendo i temi della cooperazione giudiziaria e del diritto penale internazionale. Su Lexplain scrivo di diritto con parole semplici e accessibili.
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