Il contratto collettivo dei metalmeccanici, così come diversi altri contratti collettivi, per adeguare i salari all’aumento generalizzato dei prezzi prende come riferimento l’IPCA, cioè l'Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato. È per questo che oggi si parla di grossi aumenti per i metalmeccanici, i cui stipendi possono aumentare anche fino a 160€ in più ogni mese.
Cosa vuol dire IPCA?
IPCA è l’acronimo di “Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato” ed è un indice che serve per misurare e confrontare l'inflazione, cioè l’aumento generalizzato dei prezzi, tra i vari Paesi europei ed è usato anche per adeguare i salari dei lavoratori, per l’appunto, all’inflazione. Quindi, detto più semplicemente: con l’uso dell’IPCA si evita che gli stipendi restino eccessivamente bassi quando i prezzi salgono troppo.
Come funziona l’IPCA e chi lo calcola?
L’IPCA è calcolato dall’ISTAT (Istituto Nazionale Di Statistica). Il calcolo si realizza grazie a un paniere di quasi 2000 beni. Di questi beni si monitora l’andamento del prezzo pagato dal consumatore, quindi, non necessariamente quello di listino.
I beni che sono compresi in questo paniere sono di diverse tipologie, proprio perché l’obiettivo è quello di rappresentare il più fedelmente possibile i consumi degli italiani. Per esempio, nel paniere troviamo beni come prodotti alimentari, bevande, abbigliamento, elettricità, acqua, mobili per la casa e via di seguito. Inoltre, per garantire che il paniere sia davvero rappresentativo dei consumi, a ogni bene è associato un certo peso, che aumenta all’aumentare della rilevanza che quel bene ha nella spesa totale delle persone.
Chiaramente, questo peso non è fisso, può variare ogni anno in base all’aumento o alla diminuzione dell’importanza del bene in questione. Questo comporta anche che un bene, nel caso perdesse di importanza, potrebbe addirittura uscire dal paniere dei quasi 2000 beni. Un esempio di questa possibilità è il CD.
Perché l’IPCA può portare all’aumento degli stipendi?
L'IPCA può portare all’aumento degli stipendi perché è utilizzato dalla contrattazione collettiva per aggiornare i contratti collettivi dei lavoratori. In sostanza, l’obiettivo dei rappresentanti dei lavoratori in sede di contrattazione collettiva è quello di evitare che i salari perdano potere di acquisto a causa dell’inflazione e, per ovviare a questo problema, si è deciso di prendere come riferimento l’IPCA, così da adeguare i salari all’andamento dell’inflazione.
Come funziona la contrattazione collettiva?
La contrattazione collettiva è una trattativa tra chi rappresenta i datori di lavoro e chi rappresenta i lavoratori. Quindi, per esempio: Confindustria e Confcommercio per i datori di lavoro e sindacati come CGIL, CISL e UIL per i lavoratori.
L’obiettivo della contrattazione collettiva è quello di raggiungere un accordo tra le parti per stipulare un contratto collettivo che definisca un trattamento minimo garantito e le altre condizioni di lavoro alle quali, poi, datori di lavoro e lavoratori dovranno attenersi quando stipuleranno dei contratti tra di loro. Spiegata in maniera più semplice, la contrattazione collettiva ha lo scopo di mettere d’accordo lavoratori e datori di lavoro.
Come viene utilizzato l’IPCA dalla contrattazione collettiva?
In realtà, l’IPCA non è preso direttamente come indicatore dell’inflazione dalla contrattazione collettiva. Infatti, si prende l’IPCA “depurato della dinamica dei prezzi energetici importati”. In pratica, si sottrae all’IPCA l’aumento dei prezzi generato dai beni energetici portati in Italia dall’estero, come per esempio gas naturale e petrolio.
Il motivo è che i costi dei beni energetici possono oscillare molto a causa di eventi straordinari e momentanei, e se considerassimo questi prezzi nei contratti collettivi, i salari dovrebbero oscillare notevolmente a loro volta per rispettare l’IPCA, creando problemi non da poco soprattutto alle aziende.
Una riflessione interessante da fare, tuttavia, è relativa all’aumento che i metalmeccanici si troveranno in busta paga: dai 100 ai 160 euro in più ogni mese. Questo aumento è dovuto proprio al collegamento del CCNL con l’IPCA. La riflessione da fare, quindi, è sulla capacità delle aziende del settore di far fronte ad aumenti così consistenti e, di conseguenza, anche sulla possibilità che la contrattazione collettiva cambi il proprio approccio all’inflazione, andando, potenzialmente, a rivedere il ruolo dell’IPCA nella determinazione dei salari.
Ovviamente non possiamo ancora sapere cosa succederà, ma quando ci saranno novità, noi saremo qui per raccontarvele.