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27 Agosto 2024
17:00

Cos’è e cosa prevede lo ius scholae in poche parole

Cosa significa ius scholae, la proposta di riforma di acquisto della cittadinanza italiana, spiegato in parole semplici e le differenze con ius sanguinis, ius solis, ius culturae.

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Cos’è e cosa prevede lo ius scholae in poche parole
Esperta in Diritto Tributario
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Lo Ius Scholae è una proposta di riforma dell’acquisto della cittadinanza in Italia prevedendo che essa possa essere richiesta da chi porta a termine un determinato ciclo di studi.

Vediamo nel dettaglio cercando di capire cosa significa, quale normativa vige oggi in Italia per l'acquisto della cittadinanza e le differenze con ius soli, ius sanguinis, ius cultarae e ius temperato.

Cosa prevede lo ius scholae

E’ stato Antonio Tajani, Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, a proporre l’introduzione in Italia dello ius scholae.

Ciò significa che può fare richiesta per la cittadinanza il cittadino straniero che porti a termine un percorso scolastico di 10 anni.

Nel dettaglio secondo una proposta di riforma che non è stata approvata, i minori stranieri nati in Italia o arrivati entro i 12 anni d'età potrebbero acquisire la cittadinanza italiana se hanno risieduto legalmente e senza interruzioni in Italia e hanno completato almeno cinque anni di studi regolari nel sistema scolastico italiano. Inoltre è richiesto il superamento positivo del ciclo di studi, soprattutto se si tratta della scuola primaria.

Cosa prevede la normativa italiana: lo ius sanguinis

In Italia vige lo ius sanguinis, un principio giuridico che stabilisce che la cittadinanza di una persona viene determinata in base alla cittadinanza dei genitori, indipendentemente dal luogo di nascita. Quindi, una persona acquisisce la cittadinanza del paese di cui i genitori sono cittadini.

Secondo la legge italiana, la cittadinanza italiana si acquisisce principalmente per discendenza da almeno un genitore italiano. Così un bambino nato da almeno un genitore italiano, ovunque esso nasca nel mondo, è automaticamente cittadino italiano per nascita. Un bambino nato in Italia da genitori stranieri non acquisisce automaticamente la cittadinanza italiana. Può però richiedere la cittadinanza italiana al compimento dei 18 anni, a condizione che abbia risieduto legalmente in Italia ininterrottamente fino a quel momento. La cittadinanza italiana può essere richiesta attraverso un processo di naturalizzazione, che prevede, tra le altre condizioni, un periodo di residenza legale continuativa in Italia (in genere 10 anni per i non cittadini dell'UE).

La differenza tra ius solis, ius scholae, ius sanguinis e ius culturae

Nel corso degli anni sono state avanzate proposte di riforma, come quelle dello ius soli, dello ius scholae, e dello ius culturae e tutte mirano a integrare maggiormente nel tessuto sociale i figli di immigrati nati o cresciuti in Italia, cercando di bilanciare il diritto di sangue con considerazioni basate sul luogo di nascita, l'integrazione culturale e l'educazione.

Così se lo ius scholae prevede l’acquisto della cittadinanza dopo un periodo di studi, lo ius soli prevede che una persona acquisisca la cittadinanza del paese in cui nasce. Tuttavia, in Italia lo ius soli non è applicato in forma automatica e generalizzata ma è concesso solo in casi eccezionali.

Lo “Ius sanguinis" si basa sul principio della discendenza, mentre lo ius culturae" si basa sull'integrazione culturale e educativa dei minori stranieri. La proposta di legge che lo riguarda, presentata in Parlamento ma mai approvata, prevedeva che i minori stranieri nati in Italia o arrivati entro i 12 anni d'età potessero ottenere la cittadinanza se avessero frequentato regolarmente per almeno cinque anni uno o più cicli scolastici del sistema nazionale italiano o percorsi di istruzione e formazione professionale triennali o quadriennali, concludendoli con successo.

Lo "Ius soli" prevede che una persona acquisisca la cittadinanza del paese in cui nasce. Tuttavia, in Italia lo ius soli non è applicato in forma automatica e generalizzata. È concesso solo in casi eccezionali, come per:

  • figli di genitori ignoti.
  • figli di genitori apolidi (senza cittadinanza).
  • figli di genitori stranieri che, secondo le leggi dello Stato di appartenenza, non possono trasmettere loro la cittadinanza.

Molto utilizzato nei paesi del Nord, Sud e Centro America come Stati Uniti, Canada, Messico, Argentina e Brasile, in realtà nessun paese europeo fonda la sua legislazione in materia di cittadinanza sullo ius soli.

Esiste lo ‘ius soli tempaerato‘, il che significa che è cittadino chi nasce in un determinato territorio da genitori stranieri, purché almeno uno dei due sia residente legalmente nel Paese da un determinato periodo di tempo, che varia da uno Stato all'altro. Ad applicarlo sono Belgio, Germania, Irlanda, Portogallo.

Infine menzione particolare merita lo ius temperato, anch’essa una proposta di riforma che prevedeva l’acquisto della cittadinanza per i figli, nati nel territorio della Repubblica italiana, di genitori stranieri se almeno uno di loro aveva un permesso di soggiorno Ue di lungo periodo.

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