Le elezioni europee (6-9 giugno) hanno chiamato alle urne circa 370 milioni di cittadini nei diversi 27 Stati membri, registrando tuttavia solo il 51% di affluenza.
In Italia, il numero di elettori che hanno esercitato il diritto di voto si è addirittura rivelato allarmante, con un timido 48%.
La tornata elettorale per il nuovo Parlamento europeo si apre già con delle sfide.
Le tematiche al centro del dibattito vanno dal cambiamento climatico alla transizione ecologica, dalle opportunità di inserimento nel mondo del lavoro per i giovani al diritto allo studio, dal diritto all’aborto come diritto fondamentale europeo alla parità di genere, dalla proposta di un salario minimo europeo fino alla costituzione di un esercito comune e molto altro ancora!
Dal 10 giugno in poi, l’UE si trova di fronte a un cambiamento epocale che darà avvio alla decima legislatura del Parlamento europeo e alle sfide che i suoi nuovi 720 deputati dovranno affrontare.
Nei prossimi 5 anni sarà necessario dare attuazione al nuovo indirizzo politico dell’Unione europea, ma quali saranno le tappe successive e cosa ci aspetta?
La costituzione dei gruppi politici
Il Parlamento europeo negli ultimi mesi ha dato avvio alla propria campagna di comunicazione, sensibilizzando i cittadini europei sull’importanza di partecipare alla più grande manifestazione democratica e contribuendo sui social con l’hashtag #UsaIlTuoVoto.
Gli eurodeputati eletti si riuniranno in 7 gruppi politici organizzati sulla scorta delle affinità politiche (e non per nazionalità):
- Partito popolare europeo (EPP), ovvero i Democratici cristiani;
- Alleanza progressista di Socialisti e Democratici (S&D);
- Renew Europe, ossia il gruppo liberale;
- Verdi/Alleanza libera europea (Greens/EFA);
- Gruppo dei Conservatori e Riformisti europei (ECR);
- Gruppo Identità e Democrazia (ID);
- Gruppo della Sinistra (GUE/NGL).
Ogni gruppo politico deve essere composto da non meno di 23 deputati eletti da almeno 7 Stati membri (ossia perlomeno un quarto).
Per la loro costituzione occorrerà dare avvio a veri e propri negoziati a partire dal 10 giugno e che potranno proseguire fino alla prima sessione plenaria del Parlamento europeo.
In base all’articolo 33 del Regolamento del Parlamento europeo, i neo-composti gruppi politici dovranno annunciare al Presidente il proprio nome, la dichiarazione politica, i valori e i principali obiettivi che intendono perseguire nel corso del loro mandato quinquennale entro il prossimo 15 luglio 2024.
Se riconosciuti ufficialmente, il Presidente comunicherà la costituzione dei gruppi politici in Aula, ovvero in occasione della sessione costitutiva del 16 luglio.
Quando inizierà la nuova legislatura?
Il ciclo istituzionale, ovvero la nuova legislatura, avrà inizio martedì 16 luglio 2024.
A partire da quel momento e sino a venerdì 19 luglio, il Parlamento europeo si riunirà presso la sede di Strasburgo con l’impegno di eleggere a scrutinio segreto il prossimo Presidente, i 14 vicepresidenti e 5 questori che siederanno in carica per due anni e mezzo
Le commissioni permanenti e le sottocommissioni saranno sottoposte a votazioni, decidendo la loro composizione numerica e dando così avvio alla nuova legislatura. È probabile che, oltre alla composizione numerica, si decida anche la composizione nominale delle commissioni.
Al termine della sessione costitutiva, seguirà la riunione delle varie commissioni parlamentari che passeranno all’elezione dell’Ufficio di presidenza, composto dai rispettivi presidenti e vice.
Quando verrà eletto il nuovo Presidente della Commissione europea?
Terminata la costituzione del nuovo Parlamento, gli eurodeputati saranno nuovamente chiamati alla procedura di elezione, scegliendo il nuovo Presidente della Commissione europea (art. 14 TUE).
Le date plausibili per l’elezione e la nomina sono sostanzialmente due: 16-19 luglio e quindi in occasione della sessione costitutiva parlamentare, oppure 16-19 settembre all’indomani della pausa estiva quando verrà avviata la prima sessione di lavori.
In ogni caso, occorrerà attendere la definizione del calendario di cui alla Conferenza dei presidenti e presieduta dai capigruppo politici e il Presidente del Parlamento europeo.
Nella prassi, la nomina del Presidente della Commissione europea ricalca la disciplina dell’art. 124 del Regolamento del Parlamento europeo e secondo cui il Consiglio europeo esprime la preferenza sul nome di un candidato, questi presenta al Parlamento il proprio programma politico per la decima legislatura.
Al termine della presentazione, il Parlamento avvia una discussione che, una volta conclusa, porta all’elezione (di fatto, approvazione) del Presidente della Commissione a maggioranza dei propri membri (cioè 361 su 720).
Nel caso in cui non venisse raggiunta la maggioranza necessaria all’elezione del candidato, il Consiglio europeo entro un mese deve indicare un nuovo candidato che verrà rimesso alla valutazione parlamentare.
Commissione europea, cosa fa e quali sono le funzioni
I commissari designati
Il neo-eletto Presidente della Commissione europea, di concerto al Consiglio europeo, provvedono a nominare i commissari designati.
A ciascun commissario è riconosciuta la responsabilità di uno o più settori (cd. portafogli) con il compito di dare attuazione alle misure adottate dalla Commissione.
Di procede a dare impulso alle audizioni pubbliche dei commissari innanzi alle commissioni europarlamentari, con il compito di votare in plenaria la loro composizione.
Il Parlamento è, infatti, chiamato a valutare eventuali conflitti di interessi e dichiarazioni di interessi finanziari, così come le linee programmatiche che seguiranno di pari passo la legislatura. Tale audizione si svolge alla presenza della commissione giuridica che deve confermare per iscritto l'assenza di qualsiasi conflitto di interessi.
I deputati rimessi alle commissioni presiedute dal commissario possono rivolgere domande per iscritto, informandosi delle competenze generali, dell’indipendenza personale, della gestione del portafoglio e della cooperazione con il Parlamento. Le risposte da loro fornite alle domande scritte sono pubblicati sul sito internet del Parlamento prima dell'audizione.
Entro 24 ore dal completamento della valutazione, la Conferenza dei presidenti di commissione deve valutare le lettere di valutazione dei commissari. Il risultato della valutazione viene comunicato dal presidente della Commissione ai gruppi politici parlamentari, cui segue la nomina ufficiale per il loro mandato quinquennale.
I dossier pendenti dalla IX legislatura
I lavori interistituzionali europei sono terminati con l’ultima seduta plenaria che si è svolta nel mese di aprile e i triloghi sono stati sospesi entro la metà di marzo.
Tuttavia, non tutti i negoziati tra i co-legislatori dell'UE (Parlamento e Consiglio dell'Unione europea) sulle proposte presentate dalla Commissione europea si sono conclusi entro la fine della nona legislatura, dal momento che non è stato possibile raggiungere un accordo su tutte le tematiche in esame.
Le “questioni pendenti” restano giuridicamente validi per il prossimo Parlamento che inaugurerà la decima legislatura, sebbene la decisione di continuare i dibattiti sulle materie verrà rinviata presumibilmente a ottobre 2024 su approvazione della Conferenza dei presidenti del Parlamento (Presidente del PE e capigruppo).
Ecco i dossier pendenti:
- ritardi di pagamento;
- revisione dei servizi di pagamento;
- rifiuti alimentari e tessili;
- inquinanti idrici;
- nuove tecniche genomiche;
- sicurezza dei giocattoli;
- patenti di guida;
- cielo unico europeo;
- prodotti farmaceutici;
- revisione del codice doganale dell'UE;
- lotta alla corruzione;
- protezione degli investitori al dettaglio;
- euro digitale;
- responsabilità civile dell'IA;
- lotta agli abusi sessuali sui minori;
- regole per i residenti di lungo periodo,;
- contrasto al favoreggiamento di ingressi illegali;
- trasporto di animali e il benessere di cani e gatti.
Di prassi, però, la Conferenza dei presidenti decide di riprendere tutti i lavori legislativi rimasti incompleti.
Possono essere fatte delle eccezioni, ad esempio per le tematiche divenute obsolete o per le quali si prevede una nuova proposta da parte della Commissione oppure una nuova consultazione da parte del Consiglio.