La Corte penale internazionale (CPI, nota anche con l’acronimo inglese ICC – International Criminal Court), nata nel 1998 a Roma con sede a L’Aja, si tratta della prima giurisdizione internazionale a carattere permanente.
La Corte dell’Aja assume un ruolo complementare rispetto alla giurisdizione degli Stati che vi hanno aderito, per questo motivo ha lo scopo di investigare e processare gli individui che abbiano commesso gravi crimini internazionali che violano i diritti umani.
La Corte penale internazionale è solo concepita come legata alla comunità internazionale ma non è una Corte delle Nazioni Unite, a differenza della Corte internazionale di giustizia che è l’organo giudiziario principe ONU.
L’efficacia della CPI è stata oggetto di dibattito e critiche, soprattutto in relazione alla sua capacità di esercitare la sua giurisdizione in modo efficace e alla sua indipendenza politica.
Vediamo la storia del Tribunale penale dell’Aia e come funziona.
Come è nata la Corte penale internazionale
La Corte penale internazionale nasce il 17 luglio 1998 con la firma dello Statuto di Roma ed entra ufficialmente in vigore il successivo 1 luglio 2002, contando 124 Stati membri (maggio 2024).
Composto dal preambolo, 13 parti e un totale di 128 articoli, lo Statuto di Roma della Corte penale internazionale regola i rapporti tra il Tribunale dell’Aja e le istituzioni internazionali, fissa i principi fondamentali, la sua giurisdizione e descrive la composizione e le funzioni che esercitano gli organi che lo compongono.
I primi passi verso la costituzione delle corti sovranazionali permanenti, ovvero il tentativo di armonizzazione del diritto bellico, videro la luce già sul finire del XIX secolo ma trovarono effettiva applicazione soltanto grazie allo sgomento lasciato dalle macerie della Seconda guerra mondiale: nascevano quindi i Tribunali internazionali di Norimberga e Tokyo, rispettivamente nel 1945 e nel 1946.
Grazie ai lavori adottati dall’Assemblea generale ONU del 1948 il primo tassello per l’istituzione di un tribunale penale internazionale ad hoc, che potesse avere una giurisdizione permanente sui crimini di guerra, era sì stato poggiato ma avrebbe subito un arresto drammatico causato dall’allonamento del consenso degli Stati coinvolti dalla Guerra fredda.
Per questo motivo, a seguito dei risultati raggiunti dall’istituzione del Tribunale internazionale per i crimini commessi nell’ex Jugoslavia (1993) e del Tribunale penale internazionale per il Rwanda (1994), i tempi erano ormai maturi per firmare nel 1998 lo Statuto di Roma della Corte penale internazionale.
Come funziona, cosa può fare e quali sono i compiti del Tribunale dell’Aja
La Corte penale internazionale (CPI), anche chiamata Tribunale dell’Aia, è il primo organo a esercitare la propria giurisdizione internazionale in via permanente poichè ha il compito di giudicare gli individui che abbiano commesso gravi crimini di rilevanza internazionale, che violano i diritti umani – come nel caso dei crimini di guerra e di genocidio.
Mentre, infatti, il Tribunale penale internazionale per il Rwanda e il Tribunale internazionale per i crimini commessi nell’ex Jugoslavia cesseranno di esistere una volta terminati i processi a carico degli imputati coinvolti, la CPI continuerà invece a esistere per processare tutti coloro che siano responsabili di crimini di aggressione, genocidio e altri crimini di guerra.
E’ opportuno specificare che, contrariamente a quanto di possa pensare, la Corte penale internazionale non appartiene alla cd. United Nations bubble, ovvero non è organo ONU e per questo motivo i suoi rapporti con la stessa sono disciplinati da un apposito accordo siglato dall’Assemblea degli Stati membri.
Gli Stati membri della CPI sono tenuti a cooperare con il tribunale, per esempio fornendo assistenza nell'arresto degli imputati, nel trasferimento delle prove e nell'attuazione delle sentenze.
La composizione
Vediamo adesso gli organi che compongono la Corte penale internazionale, cioè il Tribunale dell’Aja.
La Presidenza è composta dal Presidente e dai due Vicepresidenti, eletti dai giudici della Corte per un periodo di tre anni rinnovabile una sola volta. La Presidenza ha il compito di rappresentare la Corte e sovrintendere alle sue attività.
La Camera di Appello è composta da giudici eletti dall'Assemblea degli Stati Parte. Si occupa di esaminare le impugnazioni presentate contro le decisioni prese dalla Camera di primo grado.
La Camera di primo grado è composta da giudici eletti dall'Assemblea degli Stati Parte. Si occupa di processare i casi portati davanti alla Corte penale internazionale, decidendo sulla colpevolezza o l'innocenza degli imputati.
L'Ufficio del Procuratore è guidato dal Procuratore del Tribunale dell’Aja, che è eletto dall'Assemblea degli Stati Parte. L'Ufficio del Procuratore è responsabile di condurre indagini sui presunti crimini internazionali, di presentare prove durante i processi e di perseguire i responsabili.
L'Ufficio della difesa è responsabile di fornire assistenza legale agli imputati davanti alla Corte. Assicura che gli imputati abbiano accesso a una difesa adeguata durante tutte le fasi del processo.
L’Ufficio dei giudici istruttori, invece, è composto da giudici incaricati di supervisionare le indagini condotte dall'Ufficio del Procuratore. Assicurano che le indagini siano condotte in modo imparziale e conforme ai principi del diritto internazionale.
Infine, l’Ufficio dei giudici ausiliari, ovvero giudici incaricati di svolgere compiti specifici assegnati dalla Camera di primo grado o dalla Camera di Appello.
Questi organi lavorano insieme per garantire che la CPI svolga le sue funzioni in modo efficace, equo e conforme ai principi del diritto internazionale.
Quando interviene la Corte penale internazionale: i crimini
La CPI è stata istituita per garantire che i responsabili di crimini gravi a livello internazionale non rimangano impuniti, così come per promuovere la giustizia e il rispetto dei diritti umani a livello globale.
E’ stata istituita per perseguire i responsabili di genocidio, crimini contro l'umanità, crimini di guerra e crimini di aggressione, per esempio:
- la deportazione;
- la sparizione forzata;
- il genocidio;
- la tortura;
- le mutilazioni fisiche;
- attaccare edifici dedicati al culto, all’educazione, all’arte, alla scienza o a scopi umanitari, monumenti storici, ospedali e luoghi dove sono riuniti malati e feriti;
- lo stupro;
- affamare intenzionalmente la popolazione;
- arruolare i minori di 15 anni.
Per questa ragione, il Tribunale esercita la propria giurisdizione sugli individui responsabili delle gravi violazioni del diritto internazionale e non sugli Stati.
La competenza temporale e territoriale
La competenza temporale e territoriale della Corte Penale Internazionale (CPI) è definita principalmente dallo Statuto di Roma.
Per quanto concerne la giurisdizione territoriale, il Tribunale dell’Aja ha competenza solo per quei crimini commessi sul territorio di uno Stato parte dello Statuto di Roma o da un cittadino di uno Stato parte.
Gli Stati parti sono coloro che hanno ratificato o aderito allo Statuto di Roma. Inoltre, la CPI può esercitare giurisdizione se il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite rinvia una situazione al Tribunale, anche se riguarda uno Stato non parte dello Statuto.
La CPI ha competenza temporale sui crimini commessi dopo l'entrata in vigore dello Statuto di Roma, il 1º luglio 2002. Ciò significa che la Corte può perseguire crimini che si sono verificati dopo tale data.
Il Tribunale dell’Aja non può esercitare retroattivamente la propria giurisdizione, ovvero perseguendo crimini commessi prima del 2022 – quando lo Stato di Roma è entrato in vigore.
Chi può adire alla CPI
Una varietà di attori possono adire alla CPI con informazioni o denunce su presunti crimini internazionali verificatisi. Tuttavia, la CPI deve valutare attentamente tali informazioni e decidere se avviare un'indagine e procedere con un processo.
Gli Stati che hanno ratificato o aderito allo Statuto di Roma della CPI possono presentare casi direttamente alla Corte o fornire informazioni su presunti crimini commessi sul loro territorio o da loro cittadini.
Allo stesso modo, anche il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha il potere di riferire situazioni di crimini internazionali alla CPI, anche in relazione a stati non parte dello Statuto di Roma.
Il Procuratore della CPI ha il potere di avviare indagini sui presunti crimini internazionali, indipendentemente dalle segnalazioni degli Stati o di altre parti interessate.
Anche le Organizzazioni internazionali, come le Nazioni Unite, e organizzazioni non governative (ONG) possono presentare informazioni e denunce alla CPI su presunti crimini internazionali. Tuttavia, la CPI ha il compito di verificare l'affidabilità e la credibilità delle informazioni fornite.
Sebbene gli individui possano presentare informazioni alla CPI su presunti crimini internazionali e alle condizioni stabilite dallo Statuto di Roma.
Quali Paesi riconoscono il Tribunale dell’Aja
Gli Stati che riconoscono la giurisdizione della Corte penale internazionale sono 124 (maggio 2024), sebbene non vi abbiano aderito Cina, Russia e Stati Uniti d’America.
- Afghanistan;
- Albania;
- Andorra;
- Antigua e Barbuda;
- Argentina;
- Armenia;
- Australia;
- Austria;
- Bangladesh;
- Barbados;
- Belgio;
- Belize;
- Benin;
- Bolivia;
- Bosnia ed Erzegovina;
- Botswana;
- Brasile;
- Bulgaria;
- Burkina Faso;
- Cambogia;
- Canada;
- Capo Verde;
- Ciad;
- Cile;
- Cipro;
- Colombia;
- Comore;
- Sud Corea del Sud;
- Repubblica del Congo;
- Costa d'Avorio;
- Costa Rica;
- Croazia;
- Danimarca;
- Dominica;
- Ecuador;
- El Salvador;
- Estonia;
- Fiji;
- Filippine;
- Finlandia;
- Francia;
- Gabon;
- Gambia;
- Georgia;
- Germania;
- Ghana;
- Giappone;
- Gibuti;
- Giordania;
- Grecia;
- Grenada;
- Guatemala;
- Guinea;
- Guyana;
- Honduras;
- Irlanda;
- Islanda;
- Isole Cook;
- Isole Marshall;
- Italia;
- Kenya;
- Kiribati;
- Lesotho;
- Lettonia;
- Liberia;
- Liechtenstein;
- Lituania;
- Lussemburgo;
- Macedonia del Nord;
- Madagascar;
- Malawi;
- Maldive;
- Mali;
- Malta;
- Mauritius;
- Messico;
- Moldavia;
- Mongolia;
- Montenegro;
- Namibia;
- Nauru;
Niger; - Nigeria;
- Norvegia;
- Nuova Zelanda;
- Paesi Bassi;
- Palestina;
- Panama;
- Paraguay;
- Perù;
- Polonia;
- Portogallo;
- Regno Unito;
- Repubblica Ceca;
- Repubblica Centrafricana;
- Repubblica Democratica del Congo;
- Repubblica Dominicana;
- Romania;
- Saint Kitts e Nevis;
- Saint Vincent e Grenadine;
- Saint Lucia;
- Samoa;
- San Marino;
- Senegal;
- Serbia;
- Seychelles;
- Slovacchia;
- Slovenia;
- Spagna;
- Sudafrica;
- Suriname;
- Svezia;
- Svizzera;
- Tagikistan;
- Tanzania;
- Timor Est;
- Trinidad e Tobago;
- Tunisia;
- Uganda;
- Ungheria;
- Uruguay;
- Vanuatu;
- Venezuela;
- Zambia.
Come si svolge il processo
Il processo innanzi alla Corte penale internazionale è scandito in fasi.
Dapprima, l’esame preliminare condotto dall’Ufficio del procuratore ha il compito di analizzare le prove e gli elementi probatori dai quali sia possibile sostenere l’accusa per i crimini internazionali commessi riconducibili alla sfera di competenza della CPI.
Una volta avviate le indagini sarà infatti fondamentale appurare l’interesse della giustizia internazionale e a questo punto i giudici potranno emanare un mandato di arresto internazionale (attuato da parte degli Stati membri) oppure un ordine di presentazione innanzi alla Corte.
Successivamente vi è la cd. pre-trial stage, ovvero la fase pre-dibattimentale, durante la quale i giudici verificano l’identità dell’imputato e la sua capacità di comprendere le accuse formulate a suo carico.
La trial stage, o fase dibattimentale, è condotta dal procuratore che ha il compito di provare innanzi ai giudici la colpa dell’imputato. Al contempo, la difesa deve poter addurre tutte le argomentazioni e prove a discarico della tesi accusatoria.
Al termine della fase, i giudici possono emanare un verdetto di colpevolezza con sentenza, la cui pena può essere la reclusione in carcere o l’ergastolo, ma anche il risarcimento pecuniario in favore delle vittime.
La sentenza di primo grado è impugnabile sia dalla difesa che dal Procuratore, aprendo così il secondo grado di giudizio.
Al termine del secondo grado condotto dalla Camera d’Appello, i giudici avranno il compito di emanare la sentenza di condanna, oppure modificare o annullare la sentenza di primo grado.
I processi che hanno fatto la storia
L’efficacia della CPI è stata oggetto di dibattito e critiche, soprattutto in relazione alla sua capacità di esercitare la sua giurisdizione in modo efficace e alla sua indipendenza politica.
Nonostante la Corte sia concepita quasi come un organo riconducibile all’ecosistema ONU, ha di gran lunga deluso le aspettative internazionali, dal momento che non è ancora stata emessa alcuna sentenza di condanna definitiva.
Tuttavia, ci sono stati alcuni processi che hanno fatto la storia della Corte penale internazionale, in considerazione della loro rilevanza e impatto. Ecco i casi della CPI:
Processo a Thomas Lubanga: Nel 2012, la CPI ha emesso la sua prima condanna, condannando Thomas Lubanga, un leader ribelle congolese, per il reclutamento e l'uso di bambini soldato nella Repubblica Democratica del Congo.
Processo a Jean-Pierre Bemba: Nel 2016, Jean-Pierre Bemba, ex vicepresidente della Repubblica Democratica del Congo, è stato condannato per crimini contro l'umanità e crimini di guerra, inclusi stupri e omicidi commessi dalle sue truppe nella Repubblica Centrafricana.
Processo a Germain Katanga: Nel 2014, Germain Katanga, un comandante ribelle congolese, è stato condannato per crimini di guerra e crimini contro l'umanità per il massacro di civili in un villaggio nel nord-est della Repubblica Democratica del Congo.
Processo a Ahmad Al Faqi Al Mahdi: Nel 2016, Ahmad Al Faqi Al Mahdi è stato condannato per aver distrutto monumenti storici e religiosi a Timbuktu, in Mali, durante l'occupazione jihadista del nord del Mali.
Processo a Dominic Ongwen: Nel 2021, Dominic Ongwen, un ex comandante dell'Esercito di Resistenza del Signore dell'Uganda, è stato condannato per crimini di guerra e crimini contro l'umanità, tra cui omicidi, stupri e rapimenti.
Che differenza c’è tra Corte penale internazionale e Corte internazionale di giustizia?
La Corte Penale Internazionale (CPI) e la Corte Internazionale di Giustizia (CIJ) sono due istituzioni giudiziarie internazionali separate, ognuna con compiti e funzioni distinte.
La prima è solo concepita come legata alla comunità internazionale, a differenza della seconda che è l’organo giudiziario principe ONU.
Mentre la CPI si occupa di perseguire individui per crimini internazionali, la CIJ si occupa di risolvere dispute legali tra Stati membri delle Nazioni Unite. Entrambe svolgono ruoli cruciali nel sistema di giustizia internazionale, ma con focus e competenze differenti.