Gare subito ma con una mini-proroga fino al 2030 solo nelle Regioni in cui la percentuale di occupazione delle spiagge è inferiore al 25%, per consentire le perizie asseverate e indennizzi adeguati. Questa l’idea a cui starebbe pensando il governo per risolvere l’annosa questione della gestione delle concessioni balneari in Italia, un tema di grande rilevanza e controversia, soprattutto in relazione alla direttiva Bolkestein dell'Unione Europea. Intanto domani 9 agosto si terrà lo sciopero degli ombrelloni dalle ore 7:30 alle 9:30 del mattino.
Concessioni demaniali: l’idea del governo
La direttiva, che impone la messa a gara delle concessioni demaniali per garantire la concorrenza, ha incontrato forte resistenza in Italia, dove gli stabilimenti balneari sono spesso gestiti da famiglie da generazioni. Dopo l'ultimatum dell'UE e il parere motivato inviato alla fine del 2022, l'Italia è ora sotto pressione per adeguarsi alle normative europee, pena il deferimento alla Corte di giustizia dell'Unione Europea. Il governo italiano, guidato da Giorgia Meloni, è impegnato in un dialogo con le autorità europee per trovare una soluzione che sia accettabile sia per l'UE che per gli operatori del settore.
Il piano del governo prevede l'introduzione di un "quadro giuridico certo" attraverso gare immediate per le concessioni, accompagnate da una breve proroga delle concessioni demaniali marittime fino al 2030 nelle Regioni in cui la percentuale di occupazione delle spiagge è inferiore al 25%, al fine di consentire la realizzazione di perizie asseverate e l'erogazione di indennizzi adeguati per gli operatori che potrebbero perdere la loro attività a causa delle nuove norme.
Il governo si propone di lavorare a un provvedimento che regoli il recepimento della direttiva Bolkestein, basandosi su precedenti testi legislativi, tra cui quello lasciato dall'ex premier Mario Draghi. Tra le questioni chiave da risolvere ci sono l'uso della mappatura realizzata dall'esecutivo per identificare le concessioni e la quantificazione degli indennizzi per gli operatori che perderanno la loro attività. Inoltre, è necessario definire un regime transitorio che permetta un passaggio graduale alle nuove norme.
Sciopero degli ombrelloni: ecco le date
Sib-Fipe e Fiba-Confesercenti, le principali organizzazioni che rappresentano gli operatori balneari, stanno chiedendo al governo di affrontare i punti ancora irrisolti riguardo l'applicazione della direttiva Bolkestein. In particolare, stanno spingendo per l'introduzione di un equo indennizzo per quegli operatori che, dopo aver gestito concessioni per anni, potrebbero perderle a causa delle gare pubbliche che dovranno essere indette nei prossimi mesi.
Per esercitare pressione sul governo, le associazioni hanno programmato una serie di azioni simboliche e progressive come lo sciopero degli ombrelloni. Si inizia domani, venerdì, 9 agosto quando gli ombrelloni negli stabilimenti balneari aderenti resteranno chiusi per due ore, dalle 7:30 alle 9:30 del mattino. Poi sarà la volta del 19 agosto, con una chiusura di quattro ore e poi a fine mese, il 29 quando, in assenza di interventi concreti, la chiusura potrebbe estendersi per sei o addirittura otto ore.
Assobalneari non partecipa allo sciopero
Tuttavia molte organizzazioni del settore sembrano disposte a dare credito alle intenzioni del governo, in attesa del provvedimento di riordino delle concessioni demaniali a uso turistico-ricreativo.
Assobalneari infatti ha annunciato che non aderirà allo sciopero degli stabilimenti di domani, 9 agosto.
“Qualsiasi sciopero indetto in piena estate, quando milioni di italiani trascorrono le vacanze estive sul nostro territorio e hanno bisogno di servizi puntuali ed efficienti, rappresenta una forma di inaccettabile violenza a danno dei cittadini – afferma il presidente del Codacons Carlo Rienzi – Capiamo le istanze dei balneari, che da troppo tempo versano in uno stato di incertezza totale, ma è del tutto ingiusto penalizzare i consumatori che, sul nodo delle concessioni, non hanno alcuna responsabilità”.
“Per tale motivo sosteniamo la scelta di Assobalneari di non aderire allo sciopero del 9 agosto, e chiediamo al Governo di avviare un tavolo con balneari e Codacons, in rappresentanza dei consumatori che sono i fruitori finali dei servizi resi dai lidi, volto ad affrontare la questione delle concessioni e garantire i diritti di tutte le parti” – conclude Rienzi.
Anche l'Unione Nazionale Consumatori plaude al fatto che Assobalneari si asterrà dallo sciopero di domani.
"Per essere più precisi, con lo sciopero i consumatori sarebbero danneggiati due volte. Una prima volta perché la mancanza di concorrenza e le concessioni bloccate hanno consentito, in questi anni, rincari ingiustificati rispetto alla qualità del servizio offerto, una seconda volta perché dopo il danno ora subirebbero pure la beffa di perdere pure due ore di spiaggia. Sembra poco, ma non lo è, considerato che le vacanze oggi non durano più come una volta l'intero mese di agosto, ma sono sempre più brevi, per far fronte al caro vita" prosegue Dona.
"Secondo gli ultimi dati Istat, il 49,6% delle vacanze lunghe dura meno di una settimana. Insomma, due ore in meno, come dice giustamente Assobalneari, penalizzerebbe i consumatori, che, ribadiamo, dovranno comunque essere indennizzati per il disservizio causato dallo sciopero, con un giorno di spiaggia gratis" conclude Dona.