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5 Gennaio 2024
15:00

Come si iscrive all’anagrafe un neonato: documenti, procedura e casi particolari

La dichiarazione di nascita è un atto con cui si comunica la nascita di un neonato, e trova una sua regolamentazione nel D.P.R. 3 novembre 2000, n. 396. Essa va fatta entro dieci giorni dalla nascita, presso il comune in cui è avvenuto il parto oppure, entro tre giorni, presso la direzione sanitaria dell'ospedale o della casa di cura ove è nato il bambino.

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Come si iscrive all’anagrafe un neonato: documenti, procedura e casi particolari
Avvocato
Dichiarazione di nascita

La dichiarazione di nascita è un atto con cui si comunica la nascita di un neonato, e trova una sua regolamentazione nel D.P.R. 3 novembre 2000, n. 396.

La dichiarazione di nascita va fatta entro dieci giorni dalla nascita, presso il comune in cui è avvenuto il parto oppure, entro tre giorni, presso la direzione sanitaria dell'ospedale o della casa di cura ove è nato il bambino.

Se la dichiarazione di nascita è fatta presso la direzione sanitaria, essa può contenere anche il riconoscimento del figlio nato fuori dal matrimonio.

Il direttore sanitario trasmette la dichiarazione all'ufficiale di stato civile del comune nel cui territorio è situato il centro di nascita o al comune di residenza dei genitori, qualora gli stessi lo richiedano, nei dieci giorni successivi.

E' possibile scaricare il certificato anagrafico di nascita online.

Nell'atto di nascita, che è formato dall’ufficiale di stato civile, devono essere indicati il luogo, l'anno, il mese, il giorno e l'ora della nascita, le generalità, la cittadinanza, la residenza dei genitori, del figlio nato nel matrimonio nonché di quelli che rendono la dichiarazione di riconoscimento del figlio nato fuori del matrimonio, il sesso del bambino e il nome che gli viene dato.

Quali documenti servono per registrare un neonato

Per registrare un neonato all’anagrafe serve la carta di identità e, qualora la denuncia venga effettuata presso l'ufficio di stato civile, è necessario presentare il certificato di assistenza al parto fornito dal medico o dall'ostetrica.

Come scegliere il nome del neonato

La legge stabilisce che se il dichiarante non dà un nome al bambino, è tenuto a supplirvi l'ufficiale dello stato civile.

Se si tratta di bambini di cui non sono conosciuti i genitori, è l'ufficiale dello stato civile a dare agli stessi un nome e un cognome.

Secondo quanto disposto dall’art. 34 del D.P.R. 3 novembre 2000, n. 396, non si possono attribuire al bambino:

  • lo stesso nome del padre vivente;
  • lo stesso nome di un fratello o di una sorella viventi;
  • un cognome come nome;
  • nomi ridicoli o vergognosi.

I nomi stranieri che vengono dati ai bambini aventi la cittadinanza italiana devono essere espressi in lettere dell'alfabeto italiano, “con la estensione alle lettere: J, K, X, Y, W e, dove possibile, anche con i segni diacritici propri dell'alfabeto della lingua di origine del nome” (art.34).

Non possono essere inoltre attribuiti nomi o cognomi “che facciano intendere l'origine naturale, o cognomi di importanza storica o appartenenti a famiglie particolarmente conosciute nel luogo in cui l'atto di nascita è formato” (art. 34).

Secondo quanto stabilito dall’art. 35 del D.P.R. 3 novembre 2000, n. 396, il nome dato al bambino deve corrispondere al sesso e può essere costituito da uno o più nomi anche separati ma non è possibile attribuire al bambino più di tre nomi.

Per quanto riguarda l’attribuzione del cognome, con sentenza del 27 aprile 2023 la Corte Costituzionale ha statuito che la regola dell’automatica attribuzione del cognome paterno, nel violare il principio di eguaglianza, è costituzionalmente illegittima.

Secondo la Corte, infatti,  “Il cognome del figlio deve comporsi con i cognomi dei genitori”, poiché “La proiezione sul cognome del figlio del duplice legame genitoriale è la rappresentazione dello status filiationis: trasla sull’identità giuridica e sociale del figlio il rapporto con i due genitori. Al contempo, è il riconoscimento più immediato e diretto del paritario rilievo di entrambe le figure genitoriali”.

L’ordine di attribuzione dei cognomi, secondo la Corte, va concordato dai genitori.

La regola attualmente vigente è quella che il figlio assume il cognome di entrambi i genitori nell’ordine dai medesimi concordato, salvo che essi concordino di attribuire soltanto il cognome di uno dei due.

In mancanza di accordo sull’ordine di attribuzione del cognome di entrambi i genitori, ci si può rivolgere al giudice.

Chi registra il neonato all’anagrafe

La dichiarazione di nascita deve essere resa da uno dei genitori, da un procuratore speciale, ovvero dal medico o dalla ostetrica o da altra persona che ha assistito al parto, nel rispetto della eventuale volontà della madre di non essere nominata.

L'ufficiale dello stato civile forma l’atto di nascita corredandolo da una attestazione di avvenuta nascita.

Dove e quando si deve registrare il nome di un neonato

Il nome di un neonato si deve registrare al momento della dichiarazione di nascita che viene effettuata presso l’ufficiale di stato civile o la direzione sanitaria (che trasmette l’atto all’ufficiale di stato civile).

L'ufficiale di stato civile registra la nascita nel comune di residenza dei genitori o della madre e comunica al comune di nascita il nominativo del nuovo nato.

Come fare la registrazione all’anagrafe se i genitori non sono sposati

Se i genitori non sono sposati la denuncia di nascita deve essere effettuata seguendo le stesse regole valide per i figli nati da genitori sposati.

La dichiarazione di nascita, tuttavia, deve avvenire con la presenza di entrambi i genitori qualora entrambi intendano riconoscere il figlio.

Nel caso in cui soltanto uno dei genitori intenda effettuare il riconoscimento, il bambino porterà il cognome del genitore che lo riconosce.

Come iscrivere all’anagrafe italiana un figlio nato all’estero

I cittadini italiani genitori di figli nati all'estero devono effettuare richiesta all'Ufficiale di Stato Civile del comune di residenza o del comune di iscrizione A.I.R.E (Anagrafe Italiana Residenti all’Estero)di trascrizione dell'atto di nascita del minore.

L’atto di nascita che è stato formato all'estero deve essere in regola con le eventuali prescrizioni in tema di traduzione e quindi, ad esempio, dovrà essere tradotto in lingua italiana con traduzione dichiarata conforme al testo straniero dall'Autorità Consolare Italiana all'estero, oppure tradotto in Italia da un traduttore ufficiale o da un'autorità diplomatica straniera in Italia.

L’Ufficio di Stato Civile deve accertare che l’atto ricevuto sia valido e deve provvedere alla trascrizione dello stesso.

Per richiedere la trascrizione dell’atto di nascita del proprio figlio, si consiglia, dunque, di rivolgersi al Consolato italiano territorialmente competente all'estero.

Cosa fare se i genitori risiedono in luoghi diversi

Nell’ipotesi in cui i genitori non risiedano nello stesso comune, la dichiarazione di nascita viene fatta nel comune di residenza della madre, a meno che tra i due non vi siano accordi diversi.

Qualora non vi sia accordo tra i genitori circa la residenza del figlio, sarà il giudice a decidere, nell’interesse del minore.

Cosa succede se il neonato non viene registrato

Se il neonato non viene registrato, questo vuol dire che non vi è un riconoscimento formale della nascita del bambino da parte dello Stato: di conseguenza non si potrà ottenere il certificato di nascita ovvero tutta una serie di servizi garantiti dallo Stato come l’accesso alle cure mediche.

Se la dichiarazione di nascita viene effettuata dopo più di dieci giorni dalla nascita, il dichiarante deve indicare le ragioni del ritardo.

In questa ipotesi l'ufficiale dello stato civile procede alla formazione tardiva dell'atto di nascita e lo segnala al procuratore della Repubblica.

Laureata con lode in giurisprudenza presso l’Università degli studi di Napoli Federico II. Ho poi conseguito la specializzazione presso la Scuola di specializzazione per le professioni legali, sono stata collaboratrice della cattedra di diritto pubblico comparato e ho svolto la professione di avvocato. Sono autrice e coautrice di numerosi manuali, alcuni tra i più noti del diritto civile e amministrativo. Sono inoltre autrice di numerosi articoli giuridici e ho esperienza pluriennale come membro di comitato di redazione. Per Lexplain sono editor per l'area "diritto" e per l'area "fisco". 
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