La cittadinanza italiana è lo status giuridico che conferisce alla persona il diritto di esercitare liberamente i propri diritti civili e politici.
Per l’ordinamento chi nasce nel territorio dello Stato da genitori stranieri – pur crescendo tutta la vita in Italia, assimilando la cultura e le tradizioni – non è riconosciuto automaticamente come cittadino italiano.
Per essere tale, infatti, occorre fare richiesta di cittadinanza alla Prefettura (nel caso di residenti in Italia) o al Consolato (per i residenti all’estero) che, previa convocazione attraverso cui verrà verificata la sussistenza dei requisiti necessari, adotteranno il decreto di concessione della cittadinanza.
Vediamo adesso quali sono i requisiti generali, come si acquista la cittadinanza italiana e quali documenti occorrono.
Cos’è la cittadinanza
Parlare di cittadinanza italiana significa riconoscere il legame tra lo Stato e l’individuo, non solo come appartenente in maniera stabile alla comunità ma anche come partecipe allo sviluppo sociale ed economico del Paese.
L’art. 15 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani riconosce la cittadinanza come uno dei diritti inalienabili e inviolabili dell’essere umano:
“Ogni individuo ha diritto ad una cittadinanza.
Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua cittadinanza, né del diritto di mutare cittadinanza”.
Il riconoscimento della cittadinanza italiana passa per il pieno godimento dei diritti civili, politici e sociali riconosciuti dalla legge: ne sono un esempio la libertà personale; la libertà di movimento; la presunzione di innocenza; l’esercizio dell’elettorato attivo e passivo (cioè poter votare o candidarsi alle elezioni); così come il diritto all’assistenza sociale.
Oltre ai diritti, il cittadino italiano è chiamato anche all’assolvimento di doveri nei confronti della Repubblica, come l’obbligo di fedeltà e il rispetto della Costituzione dell’ordinamento.
I requisiti per ottenere la cittadinanza
Per poter ottenere la cittadinanza italiana occorre provare il possesso di alcuni requisiti richiesti dalla legge.
I requisiti generali
Ecco quali sono i requisiti per ottenere la cittadinanza:
- la disponibilità dei mezzi economici di sostentamento;
- l’adempimento degli obblighi fiscali;
- comprovata conoscenza della lingua italiana, il cui livello richiesto non deve essere inferiore al B1 – QCER;
- prestare giuramento alla Repubblica.
Pronunciando la formula di giuramento, il cittadino naturalizzato italiano si impegna a rispettare i doveri di lealtà e fedeltà alla Repubblica, ma anche di adempiere ai doveri di solidarietà economica e sociale.
Il giuramento segue la formula n. 81 di cui al Decreto del Ministero dell’Interno del 5 aprile 2002, ovvero:
“Giuro di essere fedele alla Repubblica e di osservare la Costituzione e le leggi dello Stato”.
La formula viene pronunciata alla presenza del Sindaco del Comune di residenza (oppure di un suo delegato).
Redditi richiesti per la domanda di cittadinanza
Tra i requisiti richiesti per inoltrare domanda di cittadinanza, la legge richiede:
- la disponibilità dei mezzi economici di sostentamento;
- l’adempimento degli obblighi fiscali.
I parametri reddituali che possano attestare la capacità contributiva del richiedente, valutati per la concessione della cittadinanza italiana, hanno rilievo solo relativamente alle richieste per ragioni di residenza.
I parametri sono quelli già previsti per l'esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria per chi è titolare della pensione di vecchiaia, dall'art. 3, comma 2, del D.L. 25 novembre 1989, n. 382, convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 25 gennaio 1990, n. 8, successivamente confermati dall’art. 2, comma 15, della legge 28 dicembre 1995, n. 549, cioè:
- 8.263,31 euro per il richiedente la cittadinanza senza coniuge né figli a carico;
- 11.362,05 euro per il richiedente la cittadinanza con coniuge a carico;
- 516,00 euro ulteriori per ogni figlio a carico del richiedente la cittadinanza.
Possono essere presi in considerazione anche i redditi familiari di cui allo stato di famiglia del richiedente. Per ciascuna famiglia anagrafica, è considerata la somma dei redditi del richiedente, dei figli e del coniuge.
In ogni caso, i redditi da indicare sono esclusivamente quelli imponibili IRPEF e per cui sono stati assolti gli obblighi fiscali italiani.
Cosa impedisce di ottenere la cittadinanza?
L'articolo 6 della Legge 5 febbraio 1992, n. 91 indica le ragioni impeditive al riconoscimento della cittadinanza italiana.
Tali motivi, infatti, precludono al richiedente la possibilità di ottenere l'esito positivo della propria domanda di naturalizzazione.
Questi sono ragioni attinenti alla pericolosità sociale del richiedente oppure alla tutela della sicurezza dello Stato italiano.
Vediamo cosa dice l'art. 6 della Legge 91/1992:
Precludono l'acquisto della cittadinanza ai sensi dell'articolo 5:
a) la condanna per uno dei delitti previsti nel libro secondo, titolo I, capi I, II e III, del codice penale;
b) la condanna per un delitto non colposo per il quale la legge preveda una pena edittale non inferiore nel massimo a tre anni di reclusione; ovvero la condanna per un reato non politico ad una pena detentiva superiore ad un anno da parte di una autorità giudiziaria straniera, quando la sentenza sia stata riconosciuta in Italia;
c) la sussistenza, nel caso specifico, di comprovati motivi inerenti alla sicurezza della Repubblica.
Il riconoscimento della sentenza straniera è richiesto dal procuratore generale del distretto dove ha sede l'ufficio dello stato civile in cui è iscritto o trascritto il matrimonio, anche ai soli fini ed effetti di cui al comma 1, lettera b).
La riabilitazione fa cessare gli effetti preclusivi della condanna.
L'acquisto della cittadinanza è sospeso fino a comunicazione della sentenza definitiva, se sia stata promossa azione penale per uno dei delitti di cui al comma 1, lettera a) e lettera b), primo periodo, nonchè per il tempo in cui è pendente il procedimento di riconoscimento della sentenza straniera, di cui al medesimo comma 1, lettera b), secondo periodo".
Quali sono i documenti per ottenere la cittadinanza italiana
Poter fare richiesta per ottenere la cittadinanza italiana presuppone alcuni documenti.
Al termine della domanda sarà necessario produrre alcuni documenti, ovvero:
- documento di riconoscimento;
- certificato di nascita;
- certificato attestante il livello B1 della lingua italiana;
- la ricevuta di pagamento del contributo pari a € 250,00;
- marca da bollo.
Una volta compiuti tutti i passaggi e terminata la compilazione della domanda, il sistema rilascerà un numero identificativo della pratica.
Come fare la domanda per la cittadinanza italiana
Il cittadino straniero interessato al rilascio della cittadinanza italiana dovrà presentare la propria domanda collegandosi al sito Portale servizi del Ministero dell’Interno e accedendo con identità digitale.
Una volta autenticato il proprio accesso con le credenziali SPID, CIE o CNS, occorrerà compilare la domanda e scegliere il modulo telematico in base ai proprio requisiti.
Come consultare la pratica online
E’ possibile consultare la propria pratica online e verificare lo stato di avanzamento della domanda di cittadinanza in pochi semplici passaggi online.
La Direzione centrale per i Diritti Civili, la Cittadinanza e le Minoranze ha messo a disposizione dei richiedenti un indirizzo PEC al quale poter inviare comunicazioni e richieste, inserendo come oggetto il numero di pratica rilasciato al momento di compilazione della domanda (esempio K10/K10C/…).
L’indirizzo PEC al quale scrivere per poter consultare la pratica e l’avanzamento della naturalizzazione è: comunicazioni.cittadinanza@pecdlci.interno.it
Per ulteriori informazioni, si consiglia la consultazione del Portale servizi del Ministero dell’Interno .
La differenza con lo ius soli e ius sanguinis
La Legge 5 febbraio 1992, n. 91 disciplina la cittadinanza e getta le basi per i due criteri alternativi di acquisizione che, nel corso del tempo, sono stati protagonisti di accese dispute politiche.
Da un lato, infatti, ci sarebbe l’acquisizione della cittadinanza italiana per ius sanguinis (letteralmente, diritto di sangue) ovvero per discendenza diretta da parte di uno o entrambi i genitori italiani.
Dall’altro lato lo ius soli previsto invece solo in via alternativa e residuale, con riferimento all’acquisto della cittadinanza automatica per gli stranieri solo in casi tassativamente previsti dalla legge.
Lo ius soli rappresenta un criterio ulteriore di acquisizione della cittadinanza italiana, ma che opera esclusivamente in via alternativa e residuale rispetto alla regola del diritto di discendenza dello ius sanguinis.
E’ definito residuale e alternativo poiché trova applicazione esclusivamente con riferimento ai casi previsti dalla Legge 5 febbraio 1992, n. 91, cioè:
- chi nasce nel territorio italiano da genitori ignoti;
- chi nasce nel territorio italiano da genitori apolidi, cioè privi di qualunque cittadinanza;
- chi nasce nel territorio italiano da genitori stranieri che non potrebbero trasmettere la propria cittadinanza di appartenenza per ius sanguinis.
Cittadinanza italiana per stranieri extracomunitari
Il cittadino straniero può ottenere la cittadinanza italiana automaticamente se adottati da cittadini italiani se sussitono alcune condizioni previste dalla legge.
Per esempio se è è stato adottato da cittadini italiani, il riconoscimento della cittadinanza avviene in automatico.
Invece, può farne volontariamente richiesta dopo il matrimonio (come previsto dall’articolo 5 della Legge 91/1992) oppure per ragioni di residenza (ai sensi dell’art. 9, Legge 91/1992).
Inoltre, il cittadino extracomunitario può ottenere la cittadinanza italiana dopo 3 anni di residenza in Italia e se ascendente in linea diretta di cittadini italiani.
Cittadinanza italiana per matrimonio
L’articolo 5 della Legge 5 febbraio 1992, n. 91 dispone i requisiti necessari per poter presentare domanda di cittadinanza per ragioni di matrimonio.
Il coniuge straniero del cittadino italiano può ottenere la cittadinanza italiana:
- qualora siano intercorsi 2 anni di residenza legale e ininterrotta in Italia a partire dalla data del matrimonio;
- se sono trascorsi 3 anni dal matrimonio, nel caso di residenza all’estero;
- dopo 2 anni dal matrimonio, se il coniuge fosse naturalizzato italiano.
In ogni caso, i termini indicati sono ridotti della metà se vi sono figli nati o adottati dai coniugi.
Una volta presentata la domanda di cittadinanza e fino al suo rilascio, il matrimonio non deve essere né sciolto, né annullato, né i coniugi devono essere divorziati o separati.
Inoltre, è necessario che l’atto di matrimonio sia stato regolarmente trascritto nei registri di Stato Civile presso il Comune di residenza.
Cittadinanza italiana per residenza
È possibile conseguire la cittadinanza italiana coloro i quali abbiano risieduto in maniera continuativa e legale nel territorio dello Stato italiano, tuttavia con alcune particolarità:
- nel caso di cittadini extraeuropei, è richiesta la residenza per 10 anni in Italia;
- per gli apolidi e i rifugiati politici, è necessaria la residenza per 5 anni in Italia;
- per i maggiorenni stranieri adottati da cittadini italiani, è necessaria la residenza per 5 anni in Italia;
- per gli ascendenti extracomunitari di cittadini italiani, è necessaria la residenza per 3 anni in Italia;
- nel caso di dipendenti dello Stato italiano, anche se all’estero, qualora abbiano prestato servizio per almeno 5 anni.
L’acquisizione della cittadinanza per residenza è anche detta naturalizzazione.
Cittadinanza italiana per europei
I cittadini membri di uno Stato appartenente all’Unione Europea che intenda fare richiesta di ottenimento della cittadinanza italiana, possono procedere sia per ragioni di matrimonio sia per ragioni di residenza.
Nel caso della residenza, è necessario che il cittadino europeo abbia risieduto in maniera ininterrotta in Italia per almeno 4 anni.
I tempi per ottenere la cittadinanza
Il rilascio del provvedimento di concessione per la cittadinanza italiana può variare da 24 a 36 mesi circa.