Spesso i lavoratori lamentano la circostanza che la busta paga di dicembre è più bassa, è diversa, ci sono molte più voci e contiene la brutta notizia che il netto in tasca è più basso perché è stato applicato il conguaglio fiscale di fine anno, il conguaglio Irpef.
Ma la colpa della busta paga di dicembre 2023 più bassa è del conguaglio Irpef? c'è qualche errore del datore di lavoro?
La risposta è che il controllo della busta paga è importante, ma anche nella quasi totalità dei casi, il cedolino paga è corretto perché contiene l'applicazione della normativa italiana sul conguaglio fiscale di fine anno.
Ciò che è importante, per il lavoratore che legge la propria busta paga, è capire i propri diritti e doveri nella sua qualità di contribuente.
Perché per la normativa fiscale italiana da un lato c'è il contribuente (il lavoratore) e dall'altro lato il sostituto d'imposta (il datore di lavoro).
Quest'ultimo, il datore di lavoro, applicando la normativa, esegue un calcolo della busta paga di dicembre 2023 andando a ricalcolare la tassazione Irpef in nome e per conto del lavoratore, consentendo a quest'ultimo, in qualità di contribuente, di pagare le imposte adeguate, proporzionate e progressive, secondo quanto stabilisce anche la Costituzione, al reddito da lavoro dipendente prodotto nell'intero anno, dal 1 gennaio al 31 dicembre. E non solo sul mese di dicembre e sulla tredicesima.
Ed è proprio questa la differenza, nella busta paga di dicembre 2023 contenente il conguaglio Irpef ci sono calcoli a conguaglio annuali e non solo mensili.
Elenco conguagli calcolati nella busta paga di dicembre 2023
La busta paga è fatta dalla parte alta del cedolino contenente generalmente i dati del lavoratore, del datore di lavoro, gli elementi principali del rapporto di lavoro. E generalmente anche la paga base, l'indennità di contingenza, gli scatti di anzianità e tutti gli elementi fissi e continuativi della retribuzione percepita dal dipendente.
Nel corpo centrale del cedolino vi è il cuore del calcolo dello stipendio di dicembre e della tredicesima, ossia la retribuzione che il lavoratore percepisce nei 31 giorni del mese di dicembre e a titolo di tredicesima mensilità o gratifica natalizia.
Fin qui la busta paga calcola lo stipendio di dicembre e della tredicesima, quindi il singolo mese per intenderci.
Ciò che cambia nella busta paga di dicembre contenente il conguaglio fiscale di fine anno o conguaglio Irpef sono alcuni voci della busta paga di dicembre 2023 che in realtà non sono mensili ma annuali, ossia sono ricalcoli.
Vediamo quali voci dello stipendio di dicembre 2023 sono sottoposte a conguaglio fiscale di fine anno:
Voce stipendiale | Conguaglio fiscale di fine anno |
---|---|
Imponibile contributivo | Non soggetto a conguaglio annuale |
Esonero contributivo 6 o 7% | Non soggetto a conguaglio annuale |
Imponibile Irpef | Soggetto a conguaglio annuale |
Ritenuta Irpef lorda | Soggetto a conguaglio annuale |
Detrazioni per lavoro dipendente | Soggetto a conguaglio annuale |
Trattamento integrativo (ex Bonus Renzi) | Soggetto a conguaglio annuale |
Addizionali regionali e comunali | Soggetto a conguaglio annuale |
Sulla base delle voci di cui sopra si giunge poi ad una ulteriore voce del cedolino che è la voce relativa alle ritenute Irpef netta, ossia quanto paga di imposta Irpef il lavoratore per effetto del conguaglio Irpef, che è una delle voci che più fa arrabbiare i lavoratori perché è una trattenuta sicuramente e strutturalmente più alta rispetto agli altri mesi.
Affrontiamo punto per punto, per capire ora come impatta il conguaglio e perché la busta paga di dicembre è più bassa (se si guarda però al netto o alle maggiori "tasse" pagate).
Imponibile Inps: raddoppiato ma non soggetto a conguaglio
L'imponibile Inps del mese di dicembre è il totale dello stipendio lordo del mese di dicembre + della tredicesima mensilità, quindi il lavoratore noterà che è un imponibile più alto.
E noterà altresì che i contributi carico del lavoratore dipendente, generalmente fissati nell'aliquota del 9,19% è ovviamente una trattenuta Inps più alta, ma perché l'imponibile previdenziale contiene il "doppio stipendio" della mensilità dicembre + la tredicesima o gratifica natalizia.
Ma quel che è importante sapere su queste voci dello stipendio, è che a differenza, come vedremo della tassazione Irpef, il calcolo dei contributi a carico del lavoratore dipendente non è soggetto a conguaglio di fine anno, non è ricalcolato annualmente. E' solo più alto perché contiene dicembre + tredicesima.
Esonero contributivo: applicato a parte sulla tredicesima
Quel che è importante sapere è che invece lo sconto contributivo spettante ai lavoratori sui contributi a proprio carico, il cosiddetto esonero contributivo, è invece calcolato in maniera diversa tra lo stipendio di dicembre e la tredicesima, ma nello stesso cedolino, quello di dicembre.
Quindi non vi è un conguaglio annuale, ma una doppia esposizione e doppio calcolo dell'esonero contributivo.
La normativa sull'esonero contributivo prevede i seguenti calcoli:
- retribuzione mensile imponibile ai fini contributivi non superiore 1.923,00 (complessiva, esclusi ratei di tredicesima mensilità): esonero contributivo del 7%;
- retribuzione mensile imponibile ai fini contributivi da 1.923,01 e non superiore 2.692,00 (complessiva, esclusi ratei di tredicesima mensilità): esonero contributivo del 6%;
- retribuzione mensile oltre 2.692 euro: nessun esonero contributivo;
- Eventuale rateo di tredicesima pagato mensilmente non superiore a 160 euro: esonero contributivo del 3%;
- Eventuale rateo di tredicesima pagato mensilmente da 160,01 a 224 euro: esonero contributivo del 2%;
- Eventuale rateo di tredicesima pagato mensilmente superiore a 224 euro: nessun esonero contributivo.
Nel caso di pagamento della tredicesima a dicembre 2023 per intero va preso in considerazione:
- Valore del singolo rateo di tredicesima non superiore a € 160,00 per numero ratei maturati: esonero contributivo del 3%;
- Valore superiore a € 160,00 non superiore a € 224,00 per numero ratei maturati: esonero contributivo del 2%;
- Valore superiore a € 224,00 per numero ratei maturati: nessun esonero contributivo.
Quindi nella sostanza, sulla parte di imponibile previdenziale relativo al mese di dicembre il lavoratore ha potenzialmente diritto uno sconto sui contributi a carico del lavoratore del 6 o 7%.
Sulla parte di imponibile previdenziale relativa alla tredicesima (pagata intero o in ratei), il lavoratore ha diritto ad uno sconto sui contributi a carico del lavoratore inferiore, del 2% o 3%.
E nella busta paga di dicembre 2023 vi sono entrambi calcoli. Ma non vi è un ricalcolo annuale, un conguaglio annuale dell'esonero contributivo.
Fin qui abbiamo visto il lato contributivo della busta paga. Vediamo ora il lato fiscale, quello dove c'è il cuore del conguaglio Irpef di fine anno.
Imponibile Irpef: a dicembre conta l'imponibile annuale 2023
Nel cedolino di dicembre contenente il conguaglio fiscale di fine anno, il lavoratore noterà che viene esposto:
- l'imponibile Irpef del mese (che poi sarebbe dicembre + tredicesima – contributi a carico del lavoratore),
- ma anche e soprattutto l'imponibile fiscale Irpef annuale del lavoratore.
La motivazione è nella circostanza che nella busta paga viene calcolata l'imposta Irpef annuale a conguaglio, quindi tutto parte dal calcolare l'imponibile fiscale annuale del lavoratore, ossia i redditi percepiti dal lavoratore dal 1 gennaio al 31 dicembre 2023, essendo stata elaborata anche l'ultima retribuzione percepita a titolo di mensilità di dicembre e tredicesima.
Nella busta paga di dicembre c'è quindi il calcolo definitivo del reddito fiscale del lavoratore, che poi viene anche dichiarato dal datore di lavoro nella Certificazione unica (CU) 2024, relativa all'anno d'imposta 2023.
Ritenuta Irpef lorda: calcolata sull'anno intero
Per l'anno 2023, l'imposta Irpef, che è una imposta progressiva e per scaglioni di reddito, è calcolata secondo le seguenti aliquote Irpef annuali.
Scaglioni | Aliquote Irpef lorda | Imposta lorda |
---|---|---|
fino a 15.000 euro | 23% | 3450 euro |
da 15.001 a 28.000 euro | 25% | 3.450 euro + 25% dell'eccedenza di reddito di 15.000 euro |
da 28.001 a 50.000 euro | 35% | 6.700 euro + 35% dell'eccedenza di reddito di 28.000 euro |
oltre 50.001 euro | 43% | 14.400 euro + 43% dell'eccedenza di reddito di 50.000 euro |
Nella busta paga di dicembre, sull'imp0nibile fiscale Irpef annuale viene calcolata la relativa ritenuta Irpef lorda annuale.
Si tratta dell'imposta lorda dovuta dal contribuente sulla base del proprio reddito da lavoro dipendente annuale, che è stato calcolato nel punto precedente.
La cosa fondamentale da sapere è che nelle buste paga da gennaio a novembre 2023, la tassazione Irpef viene calcolata mensilmente secondo questo calcolo:
Scaglioni di stipendio mensile | Aliquote Irpef lorda | Imposta lorda |
---|---|---|
Fino a 1.250 euro mensili | 23% | 287,50 euro |
da 1.250,01 a 2.333,33 euro mensili | 25% | 287,50 + 25% dell'eccedenza di reddito di 1.250,00 euro |
da 2.333,34 a 4.166,67 euro mensili | 35% | 558,33 euro + 35% dell'eccedenza di reddito di 2.333,33 euro |
Oltre 4.166,67 euro mensili | 43% | 1.200,00 euro + 43% dell'eccedenza di reddito di 4.166,67 euro |
Un primo punto chiave, che poi chiariremo in seguito meglio, è che l'Irpef lorda della busta paga di dicembre è calcolata sulla mensilità di dicembre e della tredicesima. Ma poi ciò che paga il lavoratore nella busta paga di dicembre contenente il conguaglio fiscale di fine anno, ossia ciò che viene trattenuto dal netto, non è la tassazione di dicembre o tredicesima, ma la tassazione annuale tenendo conto di quanto già versato da gennaio a novembre, a titolo di "acconto".
Nella sostanza, nella busta paga di dicembre c'è il ricalcolo dell'Irpef annuale, partendo appunto dal calcolo dell'imposta Irpef lorda annuale. Quest'ultimo calcolo viene effettuato secondo la tabella annuale e non quella mensile.
Prima di affrontare l'Irpef netta, bisogna tener presente che dall'Irpef lorda annuale va accreditata al lavoratore la detrazione per lavoro dipendente, che è appunto una riduzione dell'imposta sul reddito delle persone fisiche da pagare, in quanto titolare di un rapporto di lavoro dipendente.
Detrazione per lavoro dipendente: conguaglio sull'anno intero e in base al periodo di lavoro
La detrazione per lavoro dipendente viene calcolata nei mesi da gennaio a novembre secondo il reddito imponibile annuale del mese di dicembre dell'anno precedente, ossia il reddito del lavoratore del 2022.
Mentre a dicembre viene ricalcolato tutto l'anno 2023 e quindi sulla base del reddito definitivo del lavoratore relativo all'anno 2023. Questo genera dei conguagli sulla detrazione per lavoro dipendente.
Vediamo in una tabella ciò che cambia nel calcolo della detrazione per lavoro dipendente da gennaio a novembre 2023 ed il calcolo definitivo della detrazione per lavoro dipendente annuale a dicembre 2023.
Mese | Giorni di detrazione per lavoro dipendente spettanti | Calcolo della detrazione per lavoro dipendente |
---|---|---|
Gennaio, marzo, maggio, luglio, agosto, ottobre 2023 | 31 | Applicando al reddito imponibile anno precedente (2022) i giorni di detrazione (31 giorni) |
Febbraio 2023 | 28 | Applicando al reddito imponibile anno precedente (2022) i giorni di detrazione (28 giorni) |
Aprile, giugno, settembre, novembre 2023 | 30 | Applicando al reddito imponibile anno precedente (2022) i giorni di detrazione (30 giorni) |
Dicembre 2023 | 31 | Applicando al reddito imponibile dell'anno (2023) i giorni di detrazione a conguaglio di tutto l'anno (365 giorni) |
Il conguaglio della detrazione per lavoro dipendente riguarda, quindi, i giorni effettivi di detrazione per lavoro dipendente spettanti nell'anno 2023.
Inoltre, viene preso come riferimento del calcolo definitivo il reddito fiscale 2023 e non quello del 2022.
Considerando che la detrazione per lavoro dipendente spettante al lavoratore è progressivamente inferiore al crescere del reddito, ci potrebbe essere un diritto ad una minore detrazione per il mese di dicembre e conseguente maggiore imposta Irpef da pagare.
Normativa del TUIR sulla detrazione per lavoro dipendente anno 2023. La detrazione per lavoro dipendente anno 2023 è pari a:
a) 1.880 euro, se il reddito complessivo non supera 15.000 euro. L’ammontare della detrazione effettivamente spettante non può essere inferiore a 690 euro. Per i rapporti di lavoro a tempo determinato, l’ammontare della detrazione effettivamente spettante non può essere inferiore a 1.380 euro;
b) 1.910 euro, aumentata del prodotto tra 1.190 euro e l’importo corrispondente al rapporto tra 28.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e 13.000 euro, se l’ammontare del reddito complessivo è superiore a 15.000 euro ma non a 28.000 euro;
c) 1.910 euro, se il reddito complessivo è superiore a 28.000 euro ma non a 50.000 euro; la detrazione spetta per la parte corrispondente al rapporto tra l’importo di 50.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e l’importo di 22.000 euro »;
La detrazione spettante ai sensi del comma 1 è aumentata di un importo pari a 65 euro, se il reddito complessivo è superiore a 25.000 euro ma non a 35.000 euro.
Detrazione per lavoro dipendente in caso di rapporto inferiore all'anno. Un'altra considerazione da fare è che per i rapporti di lavoro durati alcuni mesi o un periodo inferiore all'anno, quale è un rapporto a tempo determinato ad esempio, il calcolo della detrazione è collegato ai giorni di calendario di durata del rapporto di lavoro nell'anno 2023. Questo può comportare dei conguagli sulla detrazione per lavoro dipendente.
Infine, un caso che può capitare è quello che riguarda i lavoratori che superano il reddito di 15.000 euro nell'anno 2023. Questi lavoratori registrano nella busta paga un sensibile aumento della detrazione per lavoro dipendente, che quasi raddoppia, ma anche la perdita del trattamento integrativo, ex Bonus Renzi.
Questo è dovuto all'applicazione della normativa sulla detrazione fiscale per lavoro dipendente. Se per il reddito inferiore a 15 mila euro spettano 1.880 euro di detrazione su 365 giorni lavorati, per un reddito superiore a 15.000 euro e non a 28.0000 euro, spettano 1.910 a cui si aggiunge il prodotto tra 1.190 e l’importo corrispondente al rapporto tra 28.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e 13.000 euro.
Per esempio il lavoratore con un imponibile fiscale di 16.000 euro avrà una detrazione per lavoro dipendente di 3.008,46 euro. Un suo collega con 14.500 euro, ha una detrazione di 1.880 euro. Però tra i due, il primo perde il diritto al trattamento integrativo (-1.200 euro in busta paga).
Vediamo appunto come funziona il ricalcolo del trattamento integrativo in sede di conguaglio fiscale di fine anno.
Trattamento integrativo (ex bonus Renzi): conguaglio sull'anno intero
Il trattamento integrativo è il famoso ex Bonus Renzi, il famoso bonus di 100 euro in busta paga.
In realtà si calcola in questo modo: 1.200 diviso 365 giorni per i mesi di detrazione per lavoro dipendente nel mese considerato, questo da gennaio a novembre. A dicembre, analogamente alla detrazione per lavoro dipendente, il datore di lavoro è obbligato a fare il ricalcolo annuale del trattamento integrativo, che appunto spetta nella misura di 1.200 euro annui rapportato ai giorni di detrazione per lavoro dipendente spettanti nell'anno.
Ecco il calcolo del trattamento integrativo 2023:
Mese | Giorni spettanti | Trattamento integrativo spettante |
---|---|---|
Gennaio | 31 | 101.92 € |
Febbraio | 28 | 92.05 € |
Marzo | 31 | 101.92 € |
Aprile | 30 | 98.63 € |
Maggio | 31 | 101.92 € |
Giugno | 30 | 98.63 € |
Luglio | 31 | 101.92 € |
Agosto | 31 | 101.92 € |
Settembre | 30 | 98.63 € |
Ottobre | 31 | 101.92 € |
Novembre | 30 | 98.63 € |
Dicembre | 31 | 101.92 € (e/o conguaglio dell'anno intero) |
Se nei mesi da gennaio a novembre, il calcolo è fatto secondo la formula 1.200 diviso 365 per i giorni di detrazione del mese, nel mese di dicembre il calcolo è 1.200 diviso 365 per i giorni di detrazione per lavoro dipendente nell'anno.
Una volta ottenuto il trattamento integrativo spettante a livello annuale, si riconosce al lavoratore, per la mensilità di dicembre, la differenza tra quanto già pagato da gennaio a novembre a titolo di trattamento integrativo e quanto spettante allo stesso lavoratore a titolo di trattamento integrativo da gennaio a dicembre 2023. Si tratta quindi del conguaglio definitivo annuale del trattamento integrativo 2023.
Irpef netta: conguaglio sull'anno intero (meno trattenute mesi precedenti)
Abbiamo capito che a livello previdenziale non ci sono conguagli che possono ridurre il netto in tasca o rendere la busta paga di dicembre più bassa, ma a livello fiscale, un ricalcolo della detrazione per lavoro dipendente, del trattamento integrativo, più un calcolo definitivo dell'imposta Irpef lorda, può determinare una Irpef netta da pagare più alta.
Il lavoratore è portato a pensare che il conguaglio fiscale di fine anno rende la busta paga di dicembre 2023 più bassa. Ma non è sempre così.
La prima cosa da sapere è che mentre la tassazione Irpef da gennaio e novembre 2023 è applicata con le aliquote Irpef progressive, quindi il 23% fino a 15.000 euro, il 25% da 15.000 a 28.000 euro, ecc., la tassazione Irpef a conguaglio di dicembre 2023 è applicata sull'aliquota Irpef massima del contribuente.
Questo perché durante l'anno, da gennaio a novembre 2023, la tassazione è provvisoria ed è comunque calcolata fino a 1.250 euro mensili al 23%, da 1.250,01 a 2.333,33 euro mensili al 25%, da 2.333,34 a 4.166,67 euro mensili al 35% ed oltre 4.166,67 euro mensili al 43%.
Mentre a dicembre, sulla retribuzione percepita che comprende sia lo stipendio di dicembre che la tredicesima, l'imposta Irpef è calcolata a livello annuale, quindi applicando ad un reddito già formato dalla somma degli stipendi da gennaio a novembre, l'aliquota Irpef che corrisponde al reddito annuale.
Per fare un esempio molto semplice, se un lavoratore ha percepito 15.000 euro da gennaio a novembre e deve percepire 2.000 euro a titolo di retribuzione di dicembre + tredicesima, da gennaio a novembre in busta paga avrà pagato sempre il 23%. Su dicembre e sulla tredicesima paga l'aliquota più alta considerando che il suo reddito da 15.000 passa a 17.000 e quindi sui 2.000 euro "finali" va a pagare il 25%, perché oltre i 15.000 euro, l'aliquota Irpef è del 25%. A quel punto l'imposta lorda a conguaglio è del 25%, quindi il lavoratore noterà una tassazione più alta rispetto ai mesi precedenti.
Non solo, viene ricalcolata la detrazione per lavoro dipendente, secondo il reddito definitivo. Ed anch'essa può comportare imposta Irpef da pagare a conguaglio.
In ogni caso l'imposta Irpef netta da gennaio a novembre 2023 è pari alla differenza tra l'Irpef lorda e la detrazione per lavoro dipendente.
Nel caso dell'imposta Irpef netta del mese di dicembre 2023 addebitata in busta paga al lavoratore, essa è pari ad:
- un primo calcolo riguardante il calcolo dell'Irpef netta annuale, ossia la differenza tra l'Irpef lorda annuale (calcolata sulla base del reddito imponibile fiscale definitivo dell'anno 2023) e la detrazione per lavoro dipendente (calcolata su base annuale sempre sull'imponibile fiscale definitivo dell'anno 2o23).
- Ed un secondo calcolo che è la differenza tra l'Irpef netta annuale e la sommatoria dell'imposta Irpef già pagata da gennaio a novembre 2023.
Busta paga di dicembre è più bassa: ecco perché
Alla luce di quanto esposto si può dire che la busta paga di dicembre è più bassa:
- perché contiene la tassazione di due redditi, quali il reddito del mese di dicembre ed reddito aggiuntivo della tredicesima;
- e perché contiene l'applicazione dell'imposta Irpef progressiva annuale per scaglioni di reddito, ossia la normativa fiscale, che va ad aumentare il carico fiscale nei confronti del lavoratore dipendente, in un mese in cui la normativa nazionale stessa prevede il riconoscimento di una gratifica natalizia o mensilità aggiuntiva quale è la tredicesima.
Accanto a queste considerazioni generali, bisogna tener conto di tutti i casi in cui tra rapporti di lavoro a tempo parziale o part-time, tempo determinato, durata del rapporto di lavoro per un periodo inferiore all'anno, la tassazione calcolata nei mesi da gennaio a novembre è da ricalcolare a conguaglio con conseguenti incidenze in termini di trattenute Irpef.
I casi sono molteplici, ma l'unica cosa certa è che il datore di lavoro, nella qualità di sostituto d'imposta, nella busta paga contenente il conguaglio fiscale di fine anno, è obbligato a ricalcolare tutto e mettere il lavoratore contribuente nella condizione di aver completamente ottemperato ai propri obblighi fiscali in materia di versamento dell'imposta Irpef.
Addizionali regionali e comunali: conguaglio a dicembre ma pagamento tra gennaio e novembre
Una delle voci che si trovano nella busta paga di dicembre 2023 riguarda il calcolo dell'addizionale regionale e comunale lorda annuale dovuta dal dipendente.
Anche in questo caso, essendo stato determinato nel mese di dicembre contenente il conguaglio fiscale di fine anno, il reddito annuo del dipendente dal punto di vista fiscale, a quel punto sul reddito si possono calcolare le addizionali regionali e comunali.
Le addizionali regionali e comunali non sono addebitate nella busta paga di dicembre 2023, ma solo calcolate definitivamente.
Le addizionali regionali sono pagate in 11 rate da gennaio a novembre 2024 e calcolate sul reddito del lavoratore, determinato nel conguaglio fiscale di fine anno nella busta paga di dicembre 2023.
Le addizionali regionali sono pagate in 11 rate da gennaio a novembre 2024, in particolare il saldo del 70% addizionale comunale 2023, calcolato sempre su reddito del lavoratore, determinato nel conguaglio fiscale di fine anno nella busta paga di dicembre 2023 al netto dell’acconto del 30% trattenuto da marzo a novembre 2023 a sua volta addebitato al lavoratore in 9 rate di pari importo da marzo a novembre 2023.