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29 Luglio 2024
11:00

Assegno postdatato: può essere utilizzato ancora come strumento di pagamento?

L'assegno postdatato è uno strumento, generalmente, utilizzato per posticipare i pagamenti, tuttavia è un illecito amministrativo. Vediamo perchè.

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Assegno postdatato: può essere utilizzato ancora come strumento di pagamento?
Esperta in Diritto Bancario e delle Assicurazioni
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Negli anni scorsi si è sentito spesso parlare di assegno postdatato, di che si tratta effettivamente? Può essere, realmente, utilizzato? L'assegno postdatato è una tipologia di assegno bancario con una data futura di emissione, successiva cioè a quella di effettiva compilazione.

Quando viene consegnato un assegno di questo tipo, il ricevente si impegna a non riscuotere o a non depositare questo assegno prima di una certa data. Nella vita quotidiana, nelle relazioni commerciali e di pagamento la consegna di un assegno postdatato è una pratica utilizza.

E' da dire, tuttavia, che si tratta di un illecito amministrativo. In base al Decreto Legge del 30 dicembre 1999 n.507, l'emissione di un assegno postdatato non è più considerato un fattispecie di reato, infatti. L'assegno, come documento, è pienamente valido ma l'accordo tacito tra le parti sul ritardo in merito al riscossione, non ha alcun tipo di validità legale.

Cambiale: il giusto strumento per posticipare i pagamenti

Per comprendere pienamente quanto appena detto, è importante fare un passaggio su un altro strumento di pagamento che è la cambiale. La cambiale è un titolo di credito che offre al possessore il diritto di incassare una certa somma di denaro alla scadenza indicata e che serve, generalmente, al debitore per posticipare il pagamento. Le cambiali possono essere di diversi tipi:

Vaglia o pagherò cambiario, in questo caso il debitore ( detto emittente) fa una promessa di pagamento al creditore ( il beneficiario del titolo o prenditore);Cambiale tratta in cui il debitore ( detto traente) ordina ad un terzo ( trattario) di pagare la somma al beneficiario del titolo di credito.

Queste sono le due categorie principali di cambiali, ve ne sono altre meno diffuse. Ci riferiamo alla cambiale finanziaria che viene emessa dalle imprese per finanziarsi con uno strumento diverso dalle solite obbligazioni.

Rischi e sanzioni di un assegno postdatato

Cosa accade se verso un assegno senza data? Nonostante l'emissione di un assegno postdatato sia considerato un illecito amministrativo, è un fenomeno diffuso. Colui che emette un assegno postdatato è sanzionabile. La sanzione per coloro che emettono un assegno di questo genere è pari al 2,4% dell'importo indicato sul titolo più gli interessi di mora qualora ci sia anche ritardo nel pagamento. Tuttavia va specificato che, di base, l'assegno postdatato andrebbe regolarizzato ( vedere paragrafo n.7). Il caso, appena indicato, è riferito alla situazione in cui l'assegno postdatato sia coperto, cioè sul conto corrente di colui che lo ha emesso c'è il denaro sufficiente per eventuale incasso.

Perché è vietato emettere assegni "postdatati"?

L'assegno postdatato è una vera e propria sorta di garanzia futura per il creditore e svolge la stessa funzione della cambiale. C'è una differenza, all'atto dell'acquisto della cambiale, è previsto il pagamento di un'imposta di bollo al 12 per mille, per l'assegno ciò non è previsto.

L'emissione di assegni postdatati si configura, dunque, come una vera e propria evasione fiscale da parte di chi li emette. L'assegno postdatato non offre alcun tipo di garanzia a chi lo emette. Abbiamo visto, infatti, parlando degli assegni bancari che questo strumento di pagamento è, per antonomasia, "pagabile a vista"  nel giorno di presentazione allo sportello, quindi anche una data futura non può rappresentare motivo di annullamento.

Il creditore, può, chiedere il pagamento in banca, immediatamente, ma è necessario che ci sia la regolarizzazione fiscale con il versamento dell'imposta pari al 12 per mille dalla somma in esso riportata ( come per le cambiali) e delle sanzioni previste in materia di bollo.

L'assegno postdatato non offre sicurezza a chi lo riceve, infatti il debitore potrebbe indurre il creditore a far credere che in quella data il conto sarà coperto ma tuttavia potrebbe aver emesso l'assegno anche senza copertura sul conto corrente. In questo caso il debitore verrà sanzionato con una multa e, nei casi più gravi, con il protesto, un atto formale emesso dal prefetto con il quale si identifica una persona come "non affidabile" sotto il profilo creditizio.

Cosa fare se si riceve un assegno postdatato?

Secondo le leggi vigenti, quando un creditore è in possesso di un assegno postdatato, è legittimato a presentarsi presso l'istituto di credito indicato sull'assegno e richiedere il pagamento immediato dell'importo specificato, senza dover aspettare la data futura che compare sull'assegno stesso.

Questa disposizione di legge attribuisce al creditore un'opzione importante nel recupero dei fondi a lui dovuti ed offre una flessibilità sulle tempistiche finanziarie. Più correttamente se il beneficiario dell’assegno ha bisogno dei fondi prima della data postdatata indicata sull’assegno, può recarsi presso la banca o l’istituto finanziario designato e richiedere il pagamento anticipato.

Questa possibilità è particolarmente vantaggiosa in situazioni in cui il creditore ha esigenze finanziarie immediate o ha bisogno di liquidare un debito pendente. Tuttavia, è importante notare che la capacità di incassare un assegno postdatato in anticipo può variare in base alle politiche bancarie, pertanto è sempre consigliabile verificare le disposizioni specifiche presso la banca interessata.

Assegno postdatato: pagamento illecito, in alternativa si sceglie la cambiale

Giacché l'assegno postdatato è uno strumento di pagamento illecito, dunque una valida alternativa potrebbe essere ricorrere alla cambiale.

In questo caso è dovuto il pagamento dell’imposta di bollo prevista dalla legge, ma il creditore può contare su uno strumento di pagamento legale e sicuro. Il mancato pagamento della cambiale, infatti, consente al creditore di esercitare un’azione di pignoramento, senza dover agire in giudizio o ricorrere al decreto ingiuntivo.

Esempio di assegno postdatato

Di seguito un esempio di assegno postdatato:

  • Importo: 1.000 euro
  • Data di emissione: 18 agosto 2024
  • Data postdatata: 1 settembre 2024
  • Beneficiario: Mario Esposito
  • Motivo del pagamento: Prestito

In questo caso, Giacomo ha emesso un assegno con la data del 18 agosto 2024, ma ha indicato come data postdatata il 1 settembre 2024. Ciò significa che Mario non sarà in grado di incassare o depositare l’assegno presso la sua banca prima del 1 settembre 2024. Giacomo ha utilizzato l’assegno postdatato per pianificare il pagamento in modo che corrisponda alle sue esigenze finanziarie e alla disponibilità di fondi nel suo conto bancario.

È possibile regolarizzare un assegno postdatato?

La procedura di regolarizzazione di un assegno postdatato prevede il pagamento dell'imposta di bollo stabilita per le cambiali che corrisponde al 12 per mille dell'importo della somma in esso riportata e delle sanzioni che sono previste in materia di bollo.

L'assegno postdatato, infatti, lo ribadiamo, non è uno strumento di pagamento che conferisce garanzia, dunque nel caso in cui risultasse scoperto, non può essere utilizzato per fare richiesta al creditore per una possibile esecuzione forzata o per richiedere un decreto ingiuntivo su assegno al tribunale.

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