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14 Ottobre 2023
15:00

Art. 270 ter c.p., Assistenza agli associati

L'art. 270 ter c.p., rubricato "Assistenza agli associati", rientra nel Libro II, Titolo I, Capo I del Codice Penale. vediamo la norma, la sua spiegazione e gli orientamenti rilevanti della giurisprudenza.

Art. 270 ter c.p., Assistenza agli associati
Dottoressa in Giurisprudenza
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L'articolo 270 ter del Codice Penale, di cui al Libro II – Dei delitti in particolare, Titolo I – Dei delitti contro la personalità dello Stato, Capo I – Dei delitti contro la personalità internazionale dello Stato, è rubricato "Assistenza agli associati".

Il testo aggiornato dell'art. 270 ter c.p. dispone:

"Chiunque, fuori dei casi di concorso nel reato o di favoreggiamento, dà rifugio o fornisce vitto, ospitalità, mezzi di trasporto, strumenti di comunicazione a taluna delle persone che partecipano alle associazioni indicate negli articoli 270 e 270 bis è punito con la reclusione fino a quattro anni.

La pena è aumentata se l'assistenza è prestata continuativamente.

Non è punibile chi commette il fatto in favore di un prossimo congiunto".

Procedibilità: d'ufficio
Competenza: Tribunale monocratico
Arresto: facoltativo
Fermo: non consentito
Custodia cautelare in carcere: non consentita
Altre misure cautelari personali: si
Termine di prescrizione: 6 anni

La norma è il frutto dell'introduzione normativa operata dal Decreto Legge 19 ottobre 2001, n. 374 e poi convertito nella Legge 15 dicembre 2001, n. 438.
la disposizione funge da reazione ai tragici episodi terroristici verificatisi in occasione dell'11 settembre 2001 e che hanno accentrato l'attenzione sulla necessario esigenza di sicurezza pubbliva, susseguendo alla svolta in termini di rafforzamento degli strumenti di prevenzione e contrasto al terrorismo internazionale.

Andando oltre i casi si concorso di persone dei reati precedenti e di cui agli artt. 270 e 270 bis c.p., l'articolo intende punire chiunque presti assistenza agli associati.

Vediamo alcuni degli orientamenti della giurisprudenza.

Corte di Cassazione, sezione 6, sentenza 29 novembre 2012, n. 46308
"Integra il delitto di associazione con finalità di terrorismo anche internazionale la formazione di un sodalizio, connotato da strutture organizzative "cellulari" o "a rete", in grado di operare contemporaneamente in più Paesi, anche in tempi diversi e con contatti fisici, telefonici ovvero informatici anche discontinui o sporadici tra i vari gruppi in rete, che realizzi anche una delle condotte di supporto funzionale all'attività terroristica di organizzazioni riconosciute ed operanti come tali, quali quelle volte al proselitismo, alla diffusione di documenti di propaganda, all'assistenza agli associati, al finanziamento, alla predisposizione o acquisizione di armi o di documenti falsi, all'arruolamento, all'addestramento. (Fattispecie in cui è stata ritenuta sussistente la prova dell'operatività di una cellula e della sua funzionalità al perseguimento della finalità di terrorismo internazionale sulla base dell'attività di indottrinamento, reclutamento e addestramento al martirio di nuovi adepti, da inviare all'occorrenza nelle zone teatro di guerra, e della raccolta di denaro destinato al sostegno economico dei combattenti del "Jihad" all'estero)".

Corte di Cassazione, sezione 5, sentenza 31 maggio 2002, n. 21515

"Nei reati associativi, avendo questi natura permanente, il sopravvenuto stato detentivo del soggetto indagato non determina la necessaria e automatica cessazione della partecipazione al sodalizio criminoso di appartenenza, atteso che, in determinati contesti delinquenziali, i periodi di detenzione sono accettati dai sodali come prevedibili eventualità le quali, da un lato, attraverso contatti possibili anche in pendenza di detenzione, non impediscono totalmente la partecipazione alle vicende del gruppo e alla programmazione delle sue attività e, dall'altro, non fanno cessare la disponibilità a riassumere un ruolo attivo non appena venga meno il forzato impedimento. (Fattispecie relativa al reato di partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo internazionale di cui all'articolo 270 ter del Cp relativamente al quale, dai principi di cui in massima, si è dedotto che, protraendosi la condotta illecita oltre il momento dell'arresto e, quindi, permanendo il reato associativo, fosse pienamente applicabile l'articolo 270 ter del Cp, anche se si trattava di norma incriminatrice entrata in vigore il giorno successivo all'esecuzione dell'arresto medesimo)".

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Virginia Sacco
Dottoressa in Giurisprudenza
Dopo la laurea presso l'Università degli Studi di Napoli - Federico II, ho seguito le mie passioni specializzandomi prima in Sicurezza economica, Geopolitica e Intelligence presso SIOI - UN ITALY e, successivamente, in Diritto dell'Unione Europea presso il mio ateneo di origine. Ho concluso la pratica forese in ambito penale, occupandomi di reati finanziari e doganali. Nel corso degli anni ho preso parte attivamente a eventi, attività e progetti a livello europeo e internazionale, approfondendo i temi della cooperazione giudiziaria e del diritto penale internazionale. Ho scritto di cybersicurezza, minacce informatiche e sicurezza internazionale per "Agenda Digitale" e "Cyber Security 360". Su Lexplain scrivo di diritto con parole semplici e accessibili.
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