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25 Settembre 2023
15:00

Art. 264 c.p.: Infedeltà in affari di Stato

L'art. 264 c.p., rubricato “Infedeltà in affari di Stato”, rientra nel Libro II, Titolo I, Capo I del Codice Penale. Vediamo la norma, la sua spiegazione e gli orientamenti della giurisprudenza.

Art. 264 c.p.: Infedeltà in affari di Stato
Dottoressa in Giurisprudenza
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L’articolo 264 del Codice Penale, rientra nel Libro II – Dei delitti in particolare, Titolo I – Dei delitti contro la personalità dello Stato, Capo I – Dei delitti contro la personalità internazionale dello Stato, rubricato come “Infedeltà in affari di Stato”.

Il testo aggiornato dell’art. 264 c.p. dispone:

Chiunque, incaricato dal Governo italiano di trattare all'estero affari di Stato, si rende infedele al mandato è punito, se dal fatto possa derivare nocumento all'interesse nazionale, con la reclusione non inferiore a cinque anni”.

Procedibilità: d'ufficio
Competenza: Corte d’Assise
Arresto: obbligatorio
Fermo: consentito
Custodia cautelare in carcere: consentita
Altre misure cautelari personali: consentite
Termine di prescrizione: 24 anni

L’interesse tutelato dalla norma è il dovere di fedeltà a cui sono chiamati i soggetti chiamati a trattare gli affari dello Stato all’estero.

Nonostante la norma apra la propria disciplina con il riferimento generico “chiunque”, per la sua particolarità è chiaro che il reato sia proprio.

Sul punto la dottrina è unanime nel ritenere che autore del delitto possa essere esclusivamente chi sia chiamato a rappresentare lo Stato e i suoi interessi nelle trattative con l’estero.

L’azione del reato, ovvero la condotta del delitto, può essere sia di tipo omissivo che commissivo.

Indubbio però è che il Giudice, pur trovandosi davanti ad un reato di pericolo, è chiamato alla valutazione delle circostanze concrete al fine di verificare l’idoneità della condotta lesiva degli interessi dello Stato.

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Virginia Sacco
Dottoressa in Giurisprudenza
Dopo la laurea presso l'Università degli Studi di Napoli - Federico II, ho seguito le mie passioni specializzandomi prima in Sicurezza economica, Geopolitica e Intelligence presso SIOI - UN ITALY e, successivamente, in Diritto dell'Unione Europea presso il mio ateneo di origine. Ho concluso la pratica forese in ambito penale, occupandomi di reati finanziari e doganali. Nel corso degli anni ho preso parte attivamente a eventi, attività e progetti a livello europeo e internazionale, approfondendo i temi della cooperazione giudiziaria e del diritto penale internazionale. Ho scritto di cybersicurezza, minacce informatiche e sicurezza internazionale per "Agenda Digitale" e "Cyber Security 360". Su Lexplain scrivo di diritto con parole semplici e accessibili.
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