Si chiama Patto sui migranti e l’asilo ed è il pacchetto di leggi concordato tra Parlamento e Consiglio Ue con lo scopo di creare un sistema più efficiente e sostenibile nella gestione del fenomeno migratorio nell’Unione Europea.
I lavori per la riforma affondano le proprie radici nella proposta avanzata già durante il mese di settembre 2020 e che, sotto l’egida della solidarietà obbligatoria verso gli Stati membri maggiormente esposti, muove i primi passi verso la necessità di poter assicurare certezza, trasparenza e rispetto dei diritti umani in quello che è un processo lungo e delicato per chi lascia tutto e scappa dal proprio Paese d’origine.
Concluso il 20 dicembre 2023, secondo la Presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, questa è destinata a essere una data che “passerà alla storia” come il giorno in cui l’Unione europea ha raggiunto un accordo fondamentale in tema di migrazione e asilo.
Vediamo quali sono gli obiettivi della politica migratoria europea.
I cinque pilastri del Patto sui migranti e l’asilo
Il Pact on migration intende affrontare l’impegno europeo in tema di immigrazione e richieste d’asilo sia dal punto di vista “interno”, ovvero dotando i Paesi Ue di uno strumento legislativo che permetta loro di lavorare in maniera sinergica; sia dal punto di vista “esterno”, cioè attraverso accordi e strategie oltre i confini comunitari e da cui provengono i migranti.
“La migrazione è una sfida europea che richiede una risposta europea” ad affermarlo a più riprese nel corso degli anni è stata Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea e proprio in questa direzione vanno i cinque pilastri del Pact on migration.
Stiamo parlo delle linee direttrici di matrice legislativa che avranno il compito di regolare in maniera uniforme il quadro comune europeo.
Regolamento screening
Il Regolamento screening risponde all’esigenza di individuare rapidamente la procedura di identificazione della persona che entra nei confini dell’Unione europea in maniera irregolare.
La fase di screening si articolerà in più fasi, ovvero:
- identificazione;
- controlli sanitari;
- controlli di sicurezza;
- rilevamento delle impronte digitali e registrazione nella banca dati Eurodac.
La profilazione dovrà essere compiuta entro 5 giorni presso il luogo di arrivo del migrante irregolare.
All’esito verrà decretata l’applicazione della procedura necessaria: rimpatrio alla frontiera, rimpatrio lontano da questa oppure accoglimento dell’asilo.
Inoltre, il sistema di screening di cui all’omonimo Regolamento potrà essere applicato anche con riguardo alle persone che:
- arrestate all'interno del territorio, hanno inizialmente eluso i controlli alle frontiere esterne;
- sono state portate a terra in operazioni di ricerca e soccorso in mare;
- chiederanno protezione internazionale durante le verifiche di frontiera, pur non soddisfacendo le condizioni per l'ingresso nell'UE.
Durante tutta la fase, gli Stati membri vengono assistiti dal nuovo meccanismo di monitoraggio indipendente che ha il compito di controllare e garantire il rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo nell’arco di tutto lo screening.
Il meccanismo di monitoraggio, così facendo, assolverà alla funzione fondamentale di vigilanza sul rispetto del principio internazionale di non respingimento (noto come non-refoulment, ai sensi dell’art. 33 della Convenzione di Ginevra sullo status dei Rifugiati) e che vieta il respingimento – e più in generale ogni forma di trasferimento forzato – della persona richiedente asilo presso il Paese d’origine se, presso questo, correrebbe il rischio di essere perseguitato, torturato, condannato a morte o essere vittima di trattamenti disumani e degradanti.
Regolamento sulle procedure di asilo
Il Regolamento sulle procedure di asilo ha l’obiettivo di fissare una procedura comune per tutti gli Stati membri dell’Unione europea nel momento di valutazione, ed eventuale approvazione, della richiesta di protezione internazionale.
Si tratta della pietra angolare dell’intero assetto attorno al quale si articola la politica comune migratoria e che intende rispondere all’esigenza di equità, efficienza e sostenibilità a lungo termine.
Tra gli obiettivi che mirano alla prevenzione degli abusi del sistema attraverso l’adozione di una cooperazione transnazionale tra le autorità interessate dalla gestione, vi sono:
- l’istituzione di una procedura di frontiera obbligatoria che riesca a valutare rapidamente le istanze tra quelle manifestamente infondate o inammissibili;
- istituire per gli Stati membri una capacità adeguata per l'accoglienza.
La valutazione delle domande dei richiedenti asilo potranno essere gestite in maniera più rapida e con limiti più stretti: si parla di un massimo di 6 mesi per ottenere una prima decisione.
La capacità adeguata di accoglienza nell’Unione europea è di 30.000 persone, valutata in base alla proporzione tra numero di attraversamenti irregolari e respingimenti nell’arco di 3 anni.
Le procedure di asilo potranno essere portate a termine soltanto grazie a negoziati internazionali che consentiranno di raggiungere gli accordi di regolamento necessari all’istituzione di un quadro comune di gestione dell’asilo e della migrazione.
Regolamento sulla gestione dell'asilo e della migrazione
Il Regolamento sulla gestione dell'asilo e della migrazione pone al centro la solidarietà obbligatoria tra tutti gli Stati membri dell’Unione.
Il sistema di Dublino (già istituito nel 1990, poi aggiornato nel 2003 e nel 2013) verrà quindi sostituito dal Regolamento e che risponde all’esigenza di affrontare in maniera stabile gli effetti della crisi migratoria.
E’ un dato di fatto che paesi come l’Italia, la Grecia, Spagna, Malta e Cipro abbiano l’onere della gestione del fenomeno migratorio, spesso sotto la pressione degli inascoltati accordi in tema di ricollocazione. E’ proprio il Consiglio Ue a definirli “Stati membri in prima linea”.
Il criterio sinora adottato, ovvero quello secondo cui il primo paese d'ingresso sia quello competente per il trattamento delle domande di asilo, non è più capace di sopportare la pressione cui quotidianamente le frontiere europee sono esposte.
Per questa ragione nasce il nuovo meccanismo di solidarietà che, attraverso il nuovo impianto, consentirà di:
- coniugare solidarietà obbligatoria e flessibilità per gli Stati membri per quanto riguarda la scelta dei contributi individuali;
- prevedere una scelta di contributi quali la ricollocazione, contributi finanziari o misure di solidarietà alternative,
- includere ulteriori misure volte a prevenire gli abusi e i movimenti secondari.
Si parla di abusi e movimenti secondari con riferimento a quelle situazioni in cui un migrante si sposta dal paese di primo arrivo per cercare protezione o reinsediamento permanente altrove (è l’esempio di molti che definiscono l’Italia come “un corridoio verso l’Europa”, ndr.).
I richiedenti asilo potranno presentare domanda solo presso gli Stati Ue di primo ingresso o di soggiorno regolare, così facendo verranno scoraggiate le scelte di movimenti secondari.
Gli altri Stati membri potranno scegliere tra il ricollocare sul proprio territorio i migranti, oppure il versare al Paese di ingresso un contributo finanziario.
Regolamento sulla crisi
Il Regolamento sulla crisi fa i conti con i numeri degli arrivi irregolari nell’Unione europea, il cui culmine è stato raggiunto nel 2015 con circa 1,04 milioni di persone.
Le nuove norme intendono rispondere alle situazioni di crisi migratoria dovute anche a situazioni di forza maggiore, come nel caso della pandemia Covid-19.
Si tratta di situazioni di afflusso massiccio ed eccezionale da parte di persone apolidi o provenienti da paesi extra-Ue che possono portare al collasso il sistema di gestione delle domande di asilo e immigrazione.
L’equilibrio verrà raggiunto attraverso accordi e negoziati con i Paesi di partenza dei migranti, specialmente nei casi in cui i migranti sono utilizzati da Paesi terzi o da attori non statali ostili per destabilizzare l'Unione europea.
La risposta comunitaria sarà la deroga temporanea alle procedure standard di richiesta di asilo.
Regolamento Eurodac
Il Regolamento Eurodac adesso varato intende aggiornare l’assetto normativo già vigente per la Banca Dati europea.
Eurodac è il sistema per il confronto delle impronte digitali dei richiedenti asilo e di alcune categorie di immigrati clandestini.